Omelia di Don Pasquale Sergi 6-1-2009
Epifania è parola greca che, nel contesto, significa manifestazione di Dio nel Bambino Gesù.
Lui porta luce al mondo perché tutti vedano e conoscano il suo progetto di salvezza.
L'Epifania viene ad essere anche festa dei Re Magi, perché sono stati i primi a riconoscere in quel Bambino il Messia atteso.
Essi hanno visto da lontano la grande luce del Natale, la luce di cui aveva parlato il profeta Isaia, e di cui abbiamo sentito nella prima lettura di oggi.
Dio, un giorno, avrebbe mandato a Gerusalemme il Messia come luce, per vincere le tenebre dell'errore e del peccato, e illuminare non solo Israele ma tutte le nazioni della terra.
Come attratti da quella luce, i popoli si sarebbero messi in marcia verso Gerusalemme, portando doni.
Purtroppo, questo non è possibile: i luoghi che dovrebbero esse- re particolarmente santi per la nascita di Gesù, sono ancora una volta luoghi del rifiuto di Dio, luoghi di dolore, di sangue e di morte.
I Magi possono essere considerati simbolo dell'uomo alla ricerca di Dio.
Così, presso la culla del Signore, avviene l'incontro di due movimenti convergenti:
da una parte Dio che si incammina per manifestarsi all' uomo,
e dall'altra l'uomo che cerca Dio e lo trova nel Verbo incarnato.
È la sintesi della storia religiosa dell'umanità.
I magi, scrutatori del cielo, uomini inquieti e desiderosi del sapere, percorrono migliaia di chilo- metri per incontrare Dio.
È un'avventura spirituale che si ripete nel tempo: da più di venti secoli, milioni e milioni di uomini abbiamo trovato Dio in Gesù Cristo e grazie a Gesù Cristo.
Anche oggi, nelle chiese di tutto il mondo, ci si raccoglie nel nome di Dio, attorno a Gesù:
uomini pensosi,
uomini di buona volontà,
uomini che sentono forte il bisogno di essere amati e di amare in Cristo Signore, uomini desiderosi di sentirsi ed essere un’unica Famiglia, con alla guida il Maestro Gesù, Via, Verità e Vita.
Don Pasquale Sergi