“ venne ad abitare in mezzo a noi”
Presepe vivente nella Veglia di Natale
Prima scena: Casa e genitori di Maria, Madre di Gesù.
Narratore - Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di -nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè.
E' nel cuore purissimo di Maria che Dio sceglie di porre la sua dimora.
E' in lei che scopriamo il capolavoro di Dio. L'immacolata ci sollecita a ricercare quella interiore purezza che ci rende splendenti dinanzi a Dio e al nostro prossimo.
L'annunciazione:
Narratore - "Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria".
Angelo - "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
Narratore - "A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto".
Angelo - "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Maria - ""Come è possibile? Io non conosco uomo".
Angelo - " To Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio".
Maria - "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
Narratore - "E l'angelo partì da lei".
Sacerdote - Dolce Maria, noi veniamo da un secolo in cui è difficile fidarsi anche solo della propria ombra. Per credere non ci basta più l'ascolto, come hai fatto tu. Per noi il dubbio è divenuto cultura, l'incredulità virtù, la diffidenza sistema. Dio sa quanto vorremmo anche noi avere fiducia. Dio sa come vorremmo fuggire dalle trincee solitarie dentro cui abbiamo organizzato difese ad oltranza. Dio sa come vorremmo allacciare affetti senza sospetti, rapporti senza pregiudizi, riconciliazioni senza ripudi. Dacci una mano!
(Nel dirigersi verso la casa di Elisabetta, il sacerdote dice.)
Sacerdote - ... Ave Maria, piena di grazia,
Popolo: benedetta tu fra le donne.
Sacerdote - Ave, Signora degli angeli, Popolo: benedetta tu fra le donne.
Sacerdote - Ave, gloria dei santi, Popolo: benedetta tu fra le donne.
Sacerdote - Ave, speranza nostra, Popolo: benedetta tu fra le donne.
Sacerdote - Ave, regina di misericordia, Popolo: benedetta tu fra le donne.
Sacerdote - Gloriosa Madre del Signore, santa Maria, degna della lode degli angeli e della venerazione di tutti,
Popolo: Ave Maria, piena di grazia, benedetta tu fra le donne.
Seconda scena: La visitazione (Maria si reca dalla cugina Elisabetta)
Narratore - "Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:"
Elisabetta - "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".
Maria - "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi".
Narratore - "Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua".
Sacerdote - Dolce Maria, che dopo esserti definita serva di Dio sei corsa a farti ancella di Elisabetta, dacci il coraggio e la gioia del servizio.
Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuire le necessità, donaci occhi pieni di tenerezza e di speranza.
Terza scena: Nella casa di Maria.
Narratore - "Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta".
(Giuseppe e Maria si avviano, e durante il cammino osservano persone raffiguranti diversi mestieri e posizionate in più luoghi. I personaggi del presepe vivente, vedi Elisabetta, il calzolaio, il fornaio, il pescatore, l'arrotino, le massaie e le lavandaie, il fabbro etc., mano a mano si disporranno davanti al popolo e ad una certa distanza dai personaggi principali del momento, quindi proseguono; dove ci sono raggruppati personaggi che raffigurano diversi mestieri, ci si ferma, e il Narratore prende la parola).
Narratore - Dio, nella sua infinita bontà, con il lavoro ci rende simili a Lui. Ci vuole protagonisti nel suo regno, l'uno responsabile dell'altro, l'uno bisognoso dell'altro. Con il lavoro continuiamo la sua opera creatrice, mantenendola buona ed utile per tutti. Per esempio, senza i contadini e gli artigiani ""sarebbe impossibile costruire una città" leggiamo nel Siracide al capitolo 38, versetto 32. II lavoro ci aiuta a realizzarci in quanto persone e ad acquistare meriti in quanto credenti.
Quarta scena: Maria e Giuseppe raggiungono la grotta della Nascita.
Narratore - "Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (nella grotta ci deve essere la possibilità, per Maria e Giuseppe, di nascondersi, perché nasca Gesù, dopo il vagito del bimbo appena nato, Maria e Giuseppe si adagiano per terra, prendendosi cura del figlio; come Bambino si usa il Bambinello del presepe della chiesa Matrice; quindi interviene il narratore).
Quinta scena:
Narratore - (La scena si svolge nella vicinanza della stalla; il popolo rimane dinnanzi alla grotta della Nascita - se presenti, si esibiscono i zampognari). "C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da un grande spavento, ma l'angelo disse loro:"
Angelo - ""Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo, Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
Narratore - "E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:"
Angelo - "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".
Narratore - Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano tra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".
Narratore - Andarono dunque senz'indugio...
(I pastori - numero a piacere - si avviano nella grotta della nascita, si avvicinano e si inginocchiano).
Narratore - ...'Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore".
Sesta scena:
Narratore - ...Alcuni Magi (questi nel frattempo restano nascosti alla vista del popolo) giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo." Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
AI vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono.
Settima scena:
(Tutti i personaggi, guidati dalla Sacra Famiglia, per la parte più breve e in sacro silenzio o cantando).
Sacerdote - Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d'amor.
Popolo: Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d amor.
Popolo: - Nel giorno funesto che l'uomo peccò soltanto una stella accesa restò.
- Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d'amor,
- Sei tu quella stella d'intatto candor, che dona speranza e guida a Gesù.
- Per sempre si canti !a lode di te, o Vergine santa, o Madre d'amor.
- Lo Spirito Santo te sola colmò di grazia divina e d'ogni virtù.
- Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d'amor.
- Tu sei benedetta tra tutte quaggiù: il casto tuo seno si scelse il Signor.
- Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d'amor.
- E tu benedici, così ti preghiam, chiunque t'invoca con fervido cuor.
- Per sempre si canti la lode di te, o Vergine santa, o Madre d amor.
Sacerdote - 0 Maria, noi confidiamo in Te. Popolo: O Maria, noi confidiamo in Te.
Popolo:
- Sei piena di grazia divina, - o Vergine tutta candor.- Il Padre celeste ti elesse, - - o Vergine tutta candor. - II Verbo in te volle abitare, - o Vergine tutta candor. O Maria, noi ricorriamo a te O Maria, noi ricorriamo a te. II Figlio di Dio generasti, O Madre di Cristo Signor. Sua ancella discepola fosti, O Madre di Cristo Signor. Un Dio sulla croce vedesti, O Madre di Cristo Signor. Gesù nella gloria contempli, O Madre di Cristo Signor. 0 Maria ci rifugiamo in te. O Maria ci rifugiamo in te. Nel buio qual stella risplendi, speranza soave del cor AI naufrago il porto tu additi, speranza soave del cor In vita tu preghi per noi, speranza soave del cor Largisci conforto a chi muore, speranza soave del cor 0 Maria, fiducia abbiamo in te. 0 Maria fiducia abbiamo in te. O candido giglio fragrante, purissima fonte d'amor. 0 Stella e porta del cielo. purissima fonte d amor. 0 sposa inviolata e divina, purissima fonte d'amor. 0 Madre, signora e regina, purissima fonte d'amor. 0 Maria, fiducia abbiamo in te.
O Maria, fiducia abbiamo in te.
( ciascuno, eccetto la sacra famiglia, prende una candela - sono poste in fondo alla chiesa - e l'accende al cero pasquale. Disponendosi in due file si arriva ai piedi dell'altare; il parroco, dopo aver indossato la casula, rientra in chiesa per il rito di introduzione alla santa Messa. Al canto del Gloria, la "Madonna sistemandosi al centro e alzandolo, fa vedere il Bambino, che viene incensato dal parroco; quindi, la "Madonna "porge il Bambino al parroco e ai fedeli perché lo bacino. "Giuseppe" deterge il Bambino. I personaggi del Presepe vivente man mano che avranno baciato il Bambino, consegneranno la propria candela ad un incaricato e si sistemeranno nei posti a loro riservati. Alla fine del bacio, silenziosamente, il Bambino sarà posto nel presepe da Giuseppe e Maria che si sistemeranno nei posti a loro riservati. Quindi, continua la normale celebrazione della messa. ovviamente, al momento della Comunione i "Personaggi" si accosteranno all' altare così come sono vestiti).
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FOTO DI GIUSEPPE PUNGITORE
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Invitato dall'amica Antonella, (vice sindaco), e Francesco Pungitore (Assessore) a dare una mano per organizzare il tradizionale presepe vivente, ho subito colto l’ occasione per arricchire questa tradizione, in modo che non ci si soffermi solo all'aspetto coreografico e all'inventiva di qualche volontario. Come facilmente si desume dal testo, emerge una centralità. C'è un movimento concentrico: tutti siamo chiamati a far nascere Gesù in noi per portarlo attorno a noi; tutti siamo chiamati a ringraziare Dio infinitamente Buono e la Madonna Santissima. Dio viene in noi, noi siamo chiamati ad andare da Lui, facendolo diventare sempre più parte importante nella nostra vita.
Questo presepe è veramente vivente, nel senso che, accanto ai sentimenti che ci legano ai vari personaggi principali e non, noi stessi diventiamo protagonisti: con il sentimento, la preghiera, il cammino verso Dio . Quindi : Dio viene da noi e per noi , noi andiamo da Lui . “Io sono l’Alfa e l’ Omega.
Ho voluto riportarvi indietro nel tempo, ad incominciare dalla casa dove è nata ed è vissuta Maria Santissima. Ho voluto soprattutto che ci fosse la stessa gioia per il Messia nato tra le nostre case, il Messia portato nei nostri cuori e il Messia sacramento, custodito in Chiesa. L'idea di fondo è sempre Lui, che ci chiama non già per avere qualcosa ma per darci se stesso. Ringrazio per l’input l'Amministrazione comunale , a cui fin d’ora auguro Buon Natale e Buone Feste,
(Testo ideato ed elaborato da don Pasquale Sergi) Francavilla Angitola, Natale 2008.
Gesu’
rinato in voi
vi porti gioia e salute