Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

Commemorazione   dei   caduti

Il  5  Novembre  2006, la prima domenica dopo il  4  Novembre,  anniversario della  vittoria nella  I  guerra  mondiale,  si è tenuta  la consueta  commemorazione  dei  Caduti  nelle  guerre  del  Novecento .   La ricorrenza  è stata  celebrata  in forma  civile  e religiosa .

Dalla sede  del Comune, Palazzo  Solari, si è mosso  il corteo  con il  Sindaco  e gli Amministratori  comunali,  al seguito  del  gonfalone , della  bandiera  italiana  portata  dal reduce  della II  Guerra  mondiale,  soldato Antonio Attisani,  e della corona d’alloro;  tutti accompagnati  dalla  musica della  banda  “Diapason”  di  Filadelfia,  alla volta della  chiesa  di San Foca.    Qui l’arciprete  Don  Pasquale Sergi  ha  celebrato  la Santa Messa   in suffragio   dei  Caduti  di tutte le  guerre .

Conclusa la Messa  il corteo   è  sfilato lungo il corso del paese, mentre la banda  intonava  la  “Leggenda del Piave”.

Sul  Monumento  ai  Caduti  è stata  deposta  la corona d’alloro;  il trombettiere  ha  suonato  il  “Silenzio “  e poi  la  banda  ha eseguito  “ L’ inno di Mameli “.

Il Sindaco  prof.  Giuseppe Anello  ha pronunciato  il discorso  ufficiale,  che  di seguito  riportiamo.   Il vigile  urbano  Vincenzo  Torchia  ha scandito  “ l’appello”  dei  Caduti,  a  cui il  reduce  Antonio Attisani   rispondeva  con la  parola  “presente”.

Il  parroco  Don Sergi,   dopo la  benedizione,  ha  letto  il  suggestivo salmo “De  profundis”  ed ha invocato  il Signore   con  questa  preghiera  :

O Dio , gloria dei  credenti  e vita dei giusti, che ci  hai  salvati con la morte e risurrezione del tuo Figlio,  sii  misericordioso con i  nostri  fratelli  che  hanno  immolato la  propria  vita  sui campi  di battaglia.    Ti preghiamo :  ricompensali  degnamente e dona loro  la beatitudine  senza  fine”.

 

DISCORSO DEL SINDACO  PROF.  FOCA GIUSEPPE ANELLO

DI COMMEMORAZIONE DEI CADUTI  5 NOVEMBRE 2006

Gentilissimi concittadini, anche quest'anno ci ritroviamo doverosamente in questa piazza a ricordare i nostri soldati che hanno lottato per tutti noi; a ricordare chi, a costo della propria vita, ha contribuito alla nascita ed alla difesa del nostro Paese. Perché se l'Italia oggi è una tra le più grandi nazioni del mondo lo dobbiamo soprattutto a quegli uomini e a quelle donne che, al di là della loro estrazione sociale, al di là delle loro città di origine, al di là delle loro idee politiche, hanno creduto in valori che, oggi più che mai, sono (e devono continuare ad essere) punti di riferimento essenziali per noi tutti: la libertà e l'uguaglianza.

In nome di quegli ideali, milioni di persone, tra cui i nostri Caduti, hanno combattuto per l'affermazione dell'Italia come stato unitario e indipendente, riuscendo nell'impresa di fondare uno stato nazionale degli Italiani.

Rievocando i loro sacrifici e gli innumerevoli atti di eroismo di cui furono protagonisti, paghiamo il nostro debito di riconoscenza nei loro confronti, ci hanno lasciato in eredità una Patria libera ed unita, ricordarli è nostro dovere categorico. L'idea, certo, di unificazione nazionale si è affermata in Italia con un certo ritardo rispetto a quanto è avvenuto in altri Paesi europei. Uniti culturalmente ma separati politicamente, difatti noi italiani abbiamo dovuto subire dominazioni straniere e patire infinite mortificazioni fino al 1861. Il processo che ha portato alla nascita dell'Italia moderna è continuato anche dopo il Risorgimento; i due conflitti mondiali, l'impero d'Africa, il ventennio fascista, la Resistenza e la nascita della Repubblica sono gli eventi decisivi degli ultimi 90 anni della nostra storia.

Innumerevoli sono gli eroi che hanno dato la loro vita per la difesa degli ideali di libertà ed eguaglianza ( e tra questi chiaramente spiccano i nomi dei nostri caduti ); ma c'era e rimane la consapevolezza che tantissimi sono stati gli italiani che hanno vissuto momenti cruciali e che hanno dato prova di grande coraggio. Difatti nessuno dei soldati che dopo la disfatta di Caporetto  combattè sul Piave si sentiva un eroe, eppure tutti lo erano. Poiché di fronte a truppe meglio organizzate e meglio equipaggiate, i nostri soldati ridotti allo sbando e senza poter contare su altro che non fosse il loro coraggio riuscirono a resistere e a contrattaccare, portandoci a quella che sarebbe stata ricordata non solo come Prima Guerra Mondiale, ma anche come Quarta Guerra di Indipendenza.

E che dire di quelli che andarono in Africa per inseguire il sogno altrui di un impero che avrebbe dovuto dare prestigio internazionale all'Italia? Il loro stato d'animo viene espresso nelle innumerevoli lettere che hanno spedito ai loro cari.

La dedizione dimostrata alla Patria, il senso di stare compiendo un dovere imposto dall'essere Italiani sano stati sempre presenti, anche quando l'avvento del fascismo ha seppellito con una colata di simboli bellici la normalità quotidiana.

È vero che durante il ventennio fascista sono state emanate le leggi razziali, che anche in Italia sorsero dei campi di concentramento e che la volontà di entrare nel consesso delle grandi potenze mondiali portò all'invio di truppe italiane in Russia, in Africa, in Grecia; è altrettanto vero, però, che la maggior parte degli italiani non si riconosceva nei proclami del duce e nell'assurdo miraggio di una guerra di conquista che avrebbe segnato una delle più dolorose pagine della nostra storia.

Al Mussolini che diceva "spezzeremo le reni alla Grecia" e che veniva salutato come il fondatore dell'impero si contrapponevano i tanti cittadini che lo definivano affondatore dell'impero. Quanto questa opposizione al fascismo fosse forte, seppure poco visibile, lo si è capito quando le bande partigiane hanno cominciato la loro lotta. Uguaglianza e libertà erano gli ideali che hanno spinto tanti uomini e tante donne a rischiare la loro vita durante la Resistenza, pace e giustizia era quello che volevano. Queste vicende hanno lasciato in tutti gli italiani memorie incancellabili e alcuni simboli che, credo, tutti possiamo definire sacri: la tomba del Milite Ignoto e i molti monumenti dedicati agli Italiani caduti in guerra ( come questo nostro ) rappresentano quelli più significativi, perché rievocano gli eventi storici e i momenti più drammatici.

Ma ricordare non è solo conservare, è anche ( e soprattutto ) ricostruire nella memoria gli eventi e dare loro un senso.

Celebrare la commemorazione dei nostri caduti, la festa dell'Unità Nazionale e la Giornata della Forze Armate ( che ringrazio per l'ennesima volta per l'impegno che profondono quotidianamente per la tutela dei cittadini ) non può voler dire soltanto rievocare gli eventi storici che hanno portato alla costruzione dell'Italia moderna e rendere omaggio agli eroici protagonisti delle battaglie per la nostra indipendenza e per l'unità della Nazione. Questa giornata di festa deve servire, anche e soprattutto, a meditare sul significato attuale e concreto di quegli ideali di eguaglianza e libertà che sono le colonne sulle quali è sorta la nostra democrazia.

Se la nascita di uno stato nazionale è un processo lento, si può dire d'altra parte che l'acquisizione ( e la conservazione ) di una identità nazionale è un cammino che non finisce mai, perché sempre nuove sono le sfide che attendono ogni comunità civile. È quasi inutile sottolineare che libertà ed eguaglianza sono le condizioni necessarie per l'esistenza di uno stato democratico; è però utile ricordare che sono due valori che cambîano nel tempo e sono condizionati storicamente.

Oggi, carissimi concittadini, non siamo più chiamati a respingere un invasore o a lottare per l'indipendenza dell'Italia; le sfide che abbiamo davanti sono diverse e anche molto difficili purtroppo ed hanno il nome di lotta alla disoccupazione, di lotta alla criminalità ( se solo pensiamo a ciò che è successo nella vicina Lamezia qualche giorno addietro o a quanto sta avvenendo in Campania tanto che si sta discutendo se inviare o meno 1'esercito ); le sfide che abbiamo davanti si chiamano anche lotta alla povertà, ma soprattutto lotta alla fame nel mondo; ed è notizia di questi ultimi giorni, purtroppo, che i bambini morti a causa della denutrizione sono aumentati negli ultimi armi piuttosto che diminuire.

Sono dati e situazioni allarmanti che richiedono una riflessione profonda da parte di tutti e devono far pensare ad iniziative concrete se vogliamo che il sacrificio dei nostri caduti, che si sono immolati per la costruzione della nostra Patria e che oggi vogliamo commemorare in forma solenne, non vada disperso.

Viva i nostri Caduti, viva la nostra Patria, viva Francavilla.

 

Il Sindaco

Prof. Foca Giuseppe Anello

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