FARINA VINCENZO SERGENTE DI FANTERIA CADUTO NELLA I GUERRA MONDIALE
Insieme al tenente Foca Limardi e sottotenente Domenico Servelli è senz’ altro il più illustre tra i Caduti francavillesi della I Guerra Mondiale. Nacque il 22 settembre 1884 da famiglia benestante : il padre don Antonio Farina era il proprietario della farmacia di Francavilla , ereditata dagli antenati la madre si chiama donna Carmela Ciliberti , la famiglia abitava in via corso nuovo 43, l’attuale corso Mannacio. Vincenzo Farina era il quartogenito dei figli del farmacista. La primogenita nata nel 1877, si chiamava Stellina; rimasta nubile morì nel 1961. Il secondogenito, nato nel 1879, si chiamava Giuseppe Antonio; continuò l’ attività del padre e ne ereditò la farmacia; era sposato ma non ebbe figli e così con lui si chiuse la serie dei Farina farmacista. La terzogenita nacque due anni dopo, nel 1881; gli adulti di Francavilla la ricordano sotto il nome di donna Gaetana Gulli , in quanto era sposata con Giuseppe Gulli morì nel 1978 ed anche ella non ebbe figli. Dopo la nascita di Vincenzo, il farmacista Antonio ebbe la quinta figlia ed ultima dei figli, Teresina; nata nel 1889, si maritò a Filadelfia e purtroppo anche ella non ebbe figli. Già nel settecento tra i Farina si segnalano alcuni speziali (cioè farmacisti) e diversi facoltosi proprietari terrieri. Nel corso dell’ ottocento nell’ ambito della famiglia Farina emergono alcune figure importanti come il farmacista don Antonio, il sacerdote don Domenico (parroco, nonchè maestro elementare nella scuola pubblica), e soprattutto il chimico farmacista Giuseppe Antonio senior, il quale, essendo un esponente autorevole della carboneria in un piccolo paese come Francavilla insediò addirittura una “ vendita”, cioè una sede della società segreta. Rampollo di siffatta e stimata famiglia, Vincenzo Farina era un giovane assai apprezzato in paese; avendo poi i tratti e il comportamento di persona brava e gentile, era benvoluto ed amato dagli amici non solo di Francavilla, ma anche di paesi vicini come Filadelfia e Pizzo. Si era poi instaurata una grande amicizia tra i Farina ed i Servelli, in particolare con il segretario comunale don Peppino, con l’arciprete don Domenico, insomma con tutta la famiglia Servelli . Addirittura la moglie di Vincenzo Servelli ( Sindaco di Francavilla nei primi anni del Novecento), cioè la signora Rachele Boragina, di origine pizzitana, aveva presentato e fatto conoscere a Vincenzo Farina una sua nipote di Pizzo, Isabella Boragina ; tra i due giovani era sorta una viva simpatia e così si erano fidanzati. Il loro eventuale matrimonio avrebbe rinsaldato la bella amicizia tra le famiglie Farina e Servelli. Purtroppo il destino fu particolarmente avverso a questa famiglia se si considera, come è stato accennato, che da ben cinque figli non è sortito neppure un solo erede. Quando il 24 maggio 1915 l’Italia entro in guerra passando dallo status di nazione neutrale a quello di belligerante, Vincenzo Farina era già un uomo di oltre trenta anni e quindi carico di diverse esperienze, non sprovveduto giovincello alle prime armi . Faceva parte della Fanteria ed arrivò al grado di Sergente nel 48° Reggimento, 8° Compagnia; operò nella zona del Carso. Del primo anno di guerra 1915 ho reperito una notizie riguardo i Farina, riportata però in due distinti documenti. La prima volta l’ho latta sul quaderno diario che Domenico Servelli; allora Sergente, compilò nel primo periodo di guerra dal 18 maggio 22 agosto 1915. dopo una decina di giorni trascorsi tra gran fuoco di fucileria , lunghi duelli di artiglieria, avanzate e ripiegamento sulle postazioni di trincea finalmente un momento di tregua allorquando riceve posta , Micuccio Servelli annota con gioia sul suo diario, in data 23 luglio, queste parole : “ ho ricevuto un biglietto del carissimo amico Vincenzino Farina – quanto piacere”. Se si era preoccupato di inviare all’ amico Servelli non un semplice cartolina ma un biglietto, a maggior ragione è sicuro che il Sergente Farina intrattenesse un corrispondenza epistolare con la persone più care, come i famigliari e la fidanzata Sabellina . purtroppo, a causa dell’estinzione della famiglia Farina è andata perduta la corrispondenza di lettere e cartoline intercorsa tra Vincenzo al fronte ed i famigliari e gli amici la stessa notizia di aver ricevuto da Farina un biglietto in data 23-7 -1915 viene poi riferita, in modo più esauriente, in una cartolina postale indirizzata al padre Giuseppe scritta sempre Micuccio il giorno dopo 24-7-1915 alle ore 8 antimeridiana; così scrive tra l’altro :” ieri ho avuto un biglietto da Vincenzo Farina, Gulli Micuccio Caria, Grillo Santo e Limardi che si trovano in un paese vicino inattesa di darci il cambio. Degli altri paesani che si trovano al 48° non posso darvi notizie, perchè da diversi giorni che non li vedo così veniamo a sapere che Farina combatteva nella zona del Carso isontino, a sud di Gorizia e vicino a Sagrado, insieme a lui stavano diversi compaesani nello stesso Reggimento 48°; il summenzionato Grillo Santo e il futuro padre degli avvocati Foca e Armando Grillo .
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