Alcune brevi e "gratuite" considerazioni del dr. Gino Ruperto sul libro
Quest'opera "prima" di Vincenzo Davoli "Buone notizie e pronta risposta" dedicata alla "grande guerra" e segnatamente ai caduti di Francavilla Angitola contiene molteplici ed interessanti spunti sotto il profilo storico, letterario e umano che risultano stimolanti per il lettore.
Il libro presenta infatti un interesse di carattere generale che supera, con ogni evidenza, gli stretti confini di un piccolo paese come Francavilla, anche se, come appare del tutto chiaro, la trattazione si riferisce prevalentemente alla comunità francavillese. Del resto, un avvenimento bellico e storico di grande portata, qual è stato senz'altro il conflitto del 1915-18, riguarda di per sé 1"intera nostra Nazione per gli enormi problemi di carattere generale sollevati e per le conseguenze complessive che ne sono derivate, sia sotto l'aspetto umano e sociale che per i nuovi assetti geo-politici determinatisi in quegli anni e nell'immediato primo dopoguerra.
Nel corso della lettura del libro e soprattutto alla fine sorge spontanea la riflessione sull'inutilità delle guerre come soluzione del tutto illusoria dei problemi specificamente territoriali e di varia e altra natura, che sorgono spesso nei rapporti fra gli Stati.
La lezione più immediata e quasi obbligata che si può trarre, da quella e dalle successive guerre che hanno insanguinato tutto il "Novecento" (definito - non a caso - dagli storici come il "secolo breve") è insita nella nascita dell'Unione Europea e dei vari regimi democratici che hanno via, via sostituito in quasi tutto il vecchio Continente le feroci e funeste dittature che tutti noi abbiamo conosciuto, direttamente o indirettamente.
Il libro dell'Ing. Davoli si segnala anche per l'impegno e la passione da lui profusi nella lunga e meritoria ricerca, nel corso della quale egli ha saputo "tuffarsi" e "addentrarsi con abilità e perizia nella lettura e nell'esame delle carte e
dei documenti - costituiti prevalentemente da corrispondenza di guerra - alla scoperta del "dettaglio" e del "particolare", elementi questi che rappresentano sempre e comunque l'obiettivo prioritario di uno scrittore che voglia indagare la storia, non soltanto o esclusivamente nelle sue grandi linee ma anche ed in particolare la cosiddetta "microstoria".
Emergono così dall'interessante e godibile lettura vicende esistenziali, situazioni, casi, nonché personaggi e figure che non abbiamo mai conosciuto ma che ci appaiono quasi familiari. Il libro si fa inoltre apprezzare come documento e narrazione d'intensa e dolente umanità perché interrompe per la prima volta il lungo silenzio e squarcia il buio denso e fitto che avevano avvolto per lunghi decenni la storia e la memoria di alcuni nostri congiunti e concittadini trasformati
allora in "piccoli eroi" dalla follia degli stati maggiori miliari dei più importanti paesi europei che hanno alimentato una politica "interventista" per il predominio dei mercati del nascente capitalismo, come giustamente sostenuto da una diffusa pubblicistica e da una non sempre "allineata" e coraggiosa storiografia "eterodossa".
Ed è appunto il destino dei singoli eroi strettamente legato alle rispettive famiglie d'origine, che viene seguito e illuminato dalle pagine eloquenti e commoventi di questa pregevole pubblicazione, della quale stiamo parlando, che giunge alla luce per la prima volta, come sopra detto, nella storia di Francavilla, su iniziativa peraltro non di un francavillese "autoctono" ma di un figlio adottivo che ha saputo però inserirsi perfettamente in un ambiente a lui inizialmente estraneo, raccogliendo e riscuotendo da parte della popolazione locale stima sincera e grande considerazione.
L'incontro di Vincenzo Davoli con Francavilla nasce infatti dal suo rapporto matrimoniale con la Prof.ssa Ida De Caria, una donna intelligente, colta e piena di garbo e discrezione, appartenente ad un'ottima e stimata famiglia del luogo per ascendenza paterna e materna.
L'ing. Davoli merita il sincero e generale apprezzamento dell'intera cittadinanza francavillese e dell'Amm.ne Comunale per la cura e la sensibilità con cui ha saputo accostarsi a ciascun protagonista di questa vicenda seguendo un percorso che lo ha portato ad osservare ed indagare con discrezione e rispetto i vari ambienti familiari degli interessati nel contesto di una comunità caratterizzata da una prevalente "massa" di contadini e da un nutrito ceto medio di piccoli proprietari terrieri accanto a pochi artigiani e ad una esigua presenza di alcune famiglie borghesi distanti e distinte però dalla vera e propria "classe borghese" che peraltro si andava organizzando e strutturando proprio ad inizio secolo, senza però che avesse preso ancora coscienza del ruolo sociale e politico che avevano ed hanno avuto invece in seguito le borghesie intellettuali di altri Paesi europei.
Non sembri del tutto fuori luogo aggiungere che il compito dell'Ing. Davoli per il suo battesimo di autore appare particolarmente lodevole perché con la sua indubbia propensione per la scrittura bella, essenziale ed efficace ha saputo realizzare una felice sintesi fra i suoi originari interessi giovanili e universitari orientati verso il campo scientifico e un risultato storico e umanistico di grande effetto.
La trattazione da parte dell'autore di una materia così delicata risulta esauriente in ogni suo aspetto, ove si considerino soprattutto le notevoli difficoltà incontrate; il rapporto con i nostri protagonisti risulta molto equilibrato perché improntato ad una osservazione attenta e intelligente dei vari e molteplici casi esaminati. Difficile quindi o quasi impossibile cogliere qualche noncuranza o per contro qualche preferenza, come potrebbe forse sembrare ad un lettore alquanto superficiale o addirittura prevenuto, dallo spazio più o meno esteso ed approfondito dedicato a qualche personaggio, dovuto, invece, esclusivamente ad una maggiore disponibilità di documentazione, molto scarsa o del tutto inesistente nella maggior parte dei casi.
All'Ing. Davoli i rallegramenti più sinceri per questa prima e meritoria "fatica" con gli auguri altrettanto sinceri per il completamento dell'opera con la prossima pubblicazione del successivo volume concernente le "imprese" nell'Africa orientale e la seconda guerra mondiale, nella certezza che non gli mancherà un nuovo e meritato successo, avendo anche saputo egli riaccendere negli animi delle nuove generazioni il sentimento dell'amor di Patria, rimasto a lungo sopito nella coscienza degli italiani.
Roma, 23 aprile 2009 GINO RUPERTO