Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

 TENENTE    FOCA  LIMARDI

Tra i caduti francavillesi nelle guerre del novecento Foca Limardi occupa senz'altro il primo posto per il grado militare raggiunto, quello di Tenente, e per il titolo di studio conseguito, laurea in Giurisprudenza.

Nacque   l’ 11 agosto  1889 da Giovanni Battista, possidente, e da Caterina Teti, indicata nell'atto di nascita come "filatrice'", poiché ai occupava dell'allevamento dei  bachi e della filatura della seta, attività allora fiorente presso le famiglie più intraprendenti di Francavilla.

Foca. quindi, apparteneva ad una famiglia dì piccoli proprietari, di persone laboriose. che volentieri si sottoponevano al sacrificio di un tenore di vita sobrio e modesto, ma dignitoso, nella speranza, da un lato, di sistemare convenientemente le figlie  femmine e, dall'altro, di riuscire a far diventare i maschi affermati professionisti. In effetti, esaudendo le aspettative dei genitori, la sorella maggiore, chiamata donna Elisabetta, si sposò con Vincenzo Condello, futuro Podestà di Francavilla; la sorella minore, donna Teresina, era maritata con il maestro elementare  Antonio Costa

Foca era l’ultimogenito  e  l’unico figlio maschio. I suoi genitori,  attenti alla sua  formazione  scolastica,   lo

iscrissero al Ginnasio Liceo “ G. Filangieri “   di  Monteleone, oggi Vibo Valentia.

Dopo aver conseguito la maturità    classica,  spronato  e  sostenuto, soprattutto, dalla madre Caterina, si iscrisse

alla Facoltà di Giurisprudenza della prestigiosa  Università di Napoli e ai laureò brillantemente in legge.

 II compianto avv. Giovandomenico Barone sosteneva  che il giovane dottore *Foca Limardi era stato iniziato alla

massoneria, presso la Loggia "Giovanni Andrea Serrao" di FiJadelfia.

Mentre muoveva i primi passi nella professione di Avvocato e progettava di mettere su famiglia, l'Italia entrò in guerra contro 1'Impero d'Austria-Ungheria, Allora il giovane Foca dovette abbandonare la pratica forense perché chiamato alle armi e mandato nella zona di guerra dove giunse i primi di giugno del 1915.

Fece parte della Brigata Pavia,  27° Reggimento di Fanteria, I ° Compagnia.

Ben presto, grazie al suo elevato titolo di studio diventò Tenente della Milizia Territoriale. Foca, per mantenere durante il conflitto contatti con la sua gente,  intrattenne  una corrispondenza  continua,   oltre che con la sua famiglia, anche col tenente Medico Vincenzo Servelli, al quale era profondamente  legato fin dall'infanzia; erano stati compagni di scuola al Liceo Classico di Monteleone e poi erano rimasti vicini come fratelli anche all'Università di Napoli, pur frequentando corsi di laurea differenti. Vincenzo Servelli essendo Ufficiale medico poteva muoversi lungo tutto il fronte di guerra dalla Lombardia alla Venezia Giulia; spostandosi da una località all'altra il  Tenente medico ebbe talvolta l'opportunità di incontrarsi e di salutare anzitutto suo fratello il Sottotenente Domenico e diversi soldati suoi compaesani, in particolare quelli del 48° Reggimento dì Fanteria.

II Tenente Foca Limardí operò sul fronte presso Gorizia: il 6 agosto 1916 si scatenò  “la sesta battaglia dell'Isonzoe le truppe italiane mirarono a conquistare finalmente la città di Gorizia; i combattimenti furono asprissimi.

II 9 agosto 1916 riuscirono finalmente a occupare Gorizia, Ma, il giovane Foca cadde da eroe due giorni  prima ,

il 7 agosto sul campo di battaglia di Lucinico a pochi chilometri da Gorizia.

La notizia della sua morte suscitò in Francavilla un grande cordoglio.

La più commossa ed accorata rievocazione della nobile figura di Foca Limardi è quella descritta in una lettera inviata il 29 agosto 1916 dal Tenente medico Vincenzino Servelli al padre. Giuseppe, Segretario Comunale di Francavilla:

Papà carissimo,

Non appena giunto qua, come anche durante il viaggio, avevo scritto al caro Focuzzo, e mentre ero

in attesa di ricevere la sua graditissima risposta,  ben altra notizia mi è pervenuta !  Non parmi  vero ancora: come fulmine a ciel sereno la triste nuovo ha talmente  scosso il mio  sistema nervoso, che io sono costretto a leggere continuamente la vostra lettera per accertarmi  della dura realtà!   La sua morte mi  ha .schiantato  il cuore, perchè ci amavamo  più che   fratelli:  a  Nicastro , a Monteleone ,  a Napoli abbiamo passato i giorni migliori della nostra gioventù,   circondati  da reciproco, sincero  affetto, e dopo tanti sacrifici, mentre stavamo  per raccogliere insieme il  frutto del  nostro lavoro, il destino crudele ci ha divisi inesorabilmente per sempre.

La Patria ci chiamò a se, e lui  italianamente le offrì subito  la sua  giovane vita. Che cuore d'oro, che perdita impareggiabile! II sette agosto ha scritto la pagina più. fulgida, più bella della sua vita, e Francavilla deve commemorarlo degnamente, orgogliosa d’avergli  dato i natali, a lui  così buono, d'ingegno, su cui erano riservati i migliori affidamenti.

Io piango ancora per la sua vita spezzata a metà quando gli stava sorridendo il più roseo avvenire! Vorrei scrivere alla desolata mamma e alle inconsolabili sorelle, ma non mi regge il cuore, nè  mi sento la forza.

Prego  perciò che voi o lo zio andiate espressamente  a porgere le mie più sentite condoglianze e dire  che da  lungi  anch'io condivido il loro dolore per   la scomparsa dell'affettuoso cugino. Avrei voluto versare   le mie lacrime sulla zolla bagnata dal generoso sangue e coprirla dei  fiori   più profumati, ma siamo  abbastanza  lontani, perciò desidero che  lo  zio  gli celebrasse  espressamente  per me   una  messa  solenne in segno del  mio  più grande affetto, e potendo assistervi personalmente, andate tutti voi  a pregare   per lui, mentre  io vi starò vicino col cuore. Pace all'anima sua! Io sto alquanto bene, ma inconsolabile.  Abbraccio tutti ,   vi bacio la mano.

 Aff.mo Vincenzino

Il due ottobre 1916   la Giunta municipale di Francavilla decise quanto segue:

"Considerando che giorno cinque corrente mese  si celebreranno ì funerali del  compianto Avvocato Tenente Limardi Foca, morto sui campi  di Lucinico  per onorare la memoria dell'estinto -delibera – di  offrire una corona di bronzo, a nome del  Comune - in segno di omaggio."

La sua eroica morte venne ricordata nel discorso tenuto dal dott. Antonio Catalano per commemorare il sottotenente Domenico Servelli e i prodi caduti di Francavilla, nel 1917:

"Onore e gloria al Tenente Limardi Foca, caduto eroicamente a Gorizia, anima grande ed eletta, da poco laureato con brillanti esami in giurisprudenza,  la cui vecchia madre aveva consacrato tutte le sue energie per l'educazione di quest'unico figliuolo".

Nel 1923 il Convitto Nazionale "G. Filangieri" di  Monteleone volle onorare i convittori caduti nella Grande Guerra apponendo all'esterno dell’ edificio ai lati del portone d'ingresso due monumentali lapidi, ciascuna delle quali sormontata da un angelo rappresentato come custode dei nomi dei Caduti. Sulla lapide destra è riportato anche il nome Limardi Foca. Dopo il 1938 venne inaugurato il grande Sacrario Militare di Redipuglia in provincia di Gorizia, la salma del tenente Foca, riesumata dal cimitero di Lucinico. venne ivi traslata.

La  figura di Foca Limardi è  stata magistralmente rievocata da Vittorio Torchia nel suo capolavoro "II Paese del Drago". In una noterella di sole sei righe c'è una sintetica e mirabile rappresentazione di due eroi, del loro ambiente familiare e di Francavilla durante la prima guerra mondiale. Pur nella concisione della nota, Vittorio Torchia non trascura di scrivere (com'era di solito fare) Focas  con la s finale alla greca, e Lìmardi, con  l’accento sulla prima i, affinché correttamente sia letto sdrucciolo. "Al nome di Domenico Servelli va affiancato quello del Tenente Focas Lìmardi avvocato anch'egli caduto in quella sciagurata prima guerra mondiale. Tutti  e due rappresentavano la giovane aristocrazia studiosa e dotta del paese. Un paese ad economia agricola, lontano dai centri, esprimeva già rappresentanti di una classe dotta ed evoluta".

Molto opportunamente il Comune di Francavilla Angitola volle intitolare all'eroico caduto Tenente Limardi una via del concentrico del paese.

Vincenzo Davoli

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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com

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