“ A PORGIA “
Pietanza per la
ricorrenza di San Nicola – 6 dicembre
Ingredienti: grano,
granturco, sale, olio, origano, sedano, filetti di pomodoro.
Lasciare in ammollo per
una notte i cereali; l’indomani, scolati grano e granturco, sistemare tutti gli
ingredienti in una pignatta o in un tegame di coccio e cuocere in abbondante
acqua.
La riuscita del piatto
dipende dai recipienti di cottura: devono essere di coccio.
Si usava, un tempo,
mettere una ciotola piena di “ porgìa ” sul davanzale della finestra perché San
Nicola la ritirasse.
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“ PIZZA ACCOPPATA
“
Ingredienti: farina,
lievito, filetti di pomodoro, acciughe, olive nere, origano, olio, sale e acqua
q.b. per amalgamare il tutto.
Impastare ben bene e
lasciare lievitare. Stendere la pasta lievitata e formare dei dischi della
grandezza di un piatto, disporre dei filetti di pomodoro, pezzetti di acciuga,
olive nere snocciolate, un filo d’olio, un pizzico d’origano. Coprire con un
altro disco di pasta; chiudere i lembi formando dei pizzetti e lasciare riposare
un po’, indi porre in un forno caldo.
Questo tipo di pizza
veniva preparata allorché si faceva il pane in casa.
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“ PIPI CIMALUORI E
PATATI FRITTI “
Ingredienti: peperoni di
fine stagione, patate novelle.
Utilizzare i peperoni piccoli, quelli che
a fine stagione spuntano sulla sommità delle piante; friggerli, con poco olio
d’oliva, privi del picciolo ma interi con tutti i semi e insieme
a spicchi di patate novelle.
Ottimo contorno per
appetiti robusti.
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“
CUSCUSU’ ”
Ingredienti: Farina,
uova, brodo di carne, piselli. Mettere le uova nella farina e mescolare fino a
ottenere un impasto duro. Sgranare con le mani oppure con la grattugia e condire
con il brodo di carne (preparato a parte) e i piselli.
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GASTRONOMIA FRANCAVILLESE
RICETTE DELLA TRADIZIONE
La tipica cucina francavillese è
abbastanza piccante. Molto
pregiato è l’olio d’oliva usato per il condimento, che nei tempi
moderni sta soppiantando come condimento il grasso di maiale,
assai gradito ai nostri padri . Molto usati sono i piatti le a
base di ortaggi come
i
vajani
(fagiolini); le minestre di verdure
coltivate o di erbe spontanee
(cicorie, junchi, siecri,sinapi, rape …)
Tra le specialità
di pasta fatta in casa, accanto ai tagghjariedj spiccano
i filatiedj
preparati in tanti modi, ma in maniera particolare
con il sugo della carne di capra, oppure con i fagioli e i ceci.
Nelle piovose sere d’inverno
assume particolare sapore
la corata
(salsiccia fatta con polmone, corata e pezzettini di
carne di maiale) cucinata tra le braci di uno scoppiettante
focolare .
Vera
delizia tra i dolci francavillesi sono sicuramente i “
zippuli “ frittelle di patate, farina ed acqua preparate in
olio bollente, generalmente cucinate nel periodo natalizio
assieme ai “viecchj” golosità degli amanti della sarda
che viene inserita a pezzettini nell’impasto del composto per
dargli un gusto particolare. Sempre nel periodo natalizio viene
preparata la pitta
fatta con fichi secchi, mandorle, noci, vinu cuottu, meglio
conosciuta con il nome di pitta di San Martino ; una
variante è la “ Pitta Pia” preparata con cacao, passuli(
uva passa), scaglie di cioccolato fondente.
Assai apprezzati da tante persone
poiché, per il loro contenuto calorico, rappresentavano l’unico
pasto quotidiano, “ i scadi “: fichi secchi “calijati” al
sole farciti con scorza di mandarino, cannella e noci, e
disposti a crocetta o infilati in una canna.
Rappresentavano la merenda dei
bagnanti “ i viscottini “ tipici dolci estivi fatti con
farina e lievito; a differenza dei biscottini, i “ pastetti”
venivano preparati con l’aggiunta di grasso e ammoniaca.
Nel periodo autunnale si
consumavano i “ valuori “ castagne che venivano
abbrustolite in una padella bucherellata.
A carnevale le mamme di
Francavilla, preparavano i “ graviuoli “, i “ nacatuli”
e i “chiacchiari” dolci preparati rispettivamente con il
vino cotto,
Dolci tradizionali delle festività
pasquali sono
la
cuzzupa,
a forma di
treccia, decorata con uova sode, e i tarallucci
ricoperti con l'annaspo.
Specialità tipica, per non
dire unica,
di
Francavilla, sono i cosiddetti “ sierpi ‘e Santu Foca” di
impasto analogo alla “cuzzupa” ma a forma di sinuosi
serpenti ricoperti di annaspo, di palline colorate e di
zucchero. |
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“ RISO E VURRAJINA
“
Ingredienti: riso,
borragina, formaggio di capra
Bollire il riso con la
borragina spellata tagliata e lavata. A metà cottura aggiustare con sale e olio.
A cottura ultimata una buona manciata di formaggio di capra( se c’è difficoltà a
trovare il formaggio di capra, sopperire con il grana).
Pietanza leggera, è
indicata per chi ha problemi di stomaco.
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“ RISO E FINOCCHIA
"
Ingredienti: riso,
finocchietto selvatico, olio e sale q.b.
Cuocere il riso con il finocchietto
selvatico tagliato a pezzetti; quest’ultimo và pulito delle foglie esterne e và
utilizzata solo la parte più tenera sia delle code che delle
sommità. A metà cottura salare e condire con olio
d’oliva; volendo a cottura ultimata si può aggiungere una spruzzata di
formaggio.
Le virtù fitoterapiche
del finocchietto rendono la pietanza utile a chi ha problemi digestivi.
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“ SARTU’ “
Ingredienti: riso, uova,
formaggio, pezzetti di salame, salsa di pomodoro.
Cuocere il riso al dente,
scolare e fare raffreddare.
Aggiungere uova
sbattute, formaggio grattugiato, pezzetti di salame, uova sode
tagliate a pezzettini, salsa di pomodoro cotto e aromatizzato con basilico.
Ungere una tortiera con sugna,
versare il composto amalgamato, livellare, cospargere di pane
grattato e infornare.
Una volta questa pietanza
veniva preparata per le occasioni importanti.
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“U CUMBITU”
Piatto tipico del 19 marzo.La
tradizione vuole che il giorno di San Giuseppe chi aveva ricevuto una grazia dal
Santo, oppure per voto, cucinava in una “
coddara ”( grossa pentola ) pasta e
ceci in gran quantità da distribuire ai compaesani. |
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