Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

“Pittindiàni,

“Pittindiàni, una storia di vita e di speranza” è il bilancio, breve ma intenso di sessant’anni di vita di Giuseppe Furlano. Per una singolare coincidenza l’autore centellina i momenti salienti della sua biografia in maniera tale che il numero di pagine del suo libro, quasi coincide con i primi 63 anni della sua esistenza.

            La parola “Pittindiàni”, che compare nel titolo, mostra chiaramente quanto siano profondi i legami dell’autore con Francavilla Angitola e con il suo dialetto.

            Anzitutto Francavilla è la “Patria”, il suolo dove affondano le radici degli antenati; tuttavia il dialetto francavillese non è solo il vernacolo pittoresco, parlato dalla gente del paese, ma è piuttosto il linguaggio degli affetti, la voce del cuore, è l’espressione della tenerezza materna, la vera “madre lingua”anche per uno, come lui, nato e vissuto mille chilometri lontano dalla terra degli avi.

            Il racconto del libro si articola in dieci capitoli, preceduti, intervallati e seguiti da brevi poesie. Provando a fare una sintesi, quasi a coniare uno slogan breve, quest’opera Furlano si potrebbe definire una “dichiarazione d’amore verso la Madre”. La parola “Madre” va intesa in un duplice significato: sia come mamma, umana genitrice, colei che l’ha partorito, nutrito, allevato, educato; sia come luogo terreno, “madrepatria”.

Per cui la mamma, rivolgendosi al figlio e “parlando con il cuore ha saputo trasmettere l’amore per la sua terra”.

            Così tramite i ricordi e i racconti ripetuti dalla mamma, Francavilla diventa, per il figlio Giuseppe, un’altra madre, una mitica “terra madre”, un luogo sognato ed esaltato tanto che, quel paese di Calabria, malgrado sia piccolo e povero, in quanto terra delle origini e del suo concepimento, nella scala degli affetti precede persino Asti, città natale e luogo della sua affermazione civile e sociale.

 

 

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com