DELLA FEDE ,DEL LAVORO E DELLA SPERANZA
SCULTORE GIUSEPPE FARINA
CHIESA DEL SS. ROSARIO DI FRANCAVILLA ANGITOLA
DOPO IL DURO LAVORO FINALMENTE, IL RACCOLTO!
In occasione dell'Anno Mariano, la Chiesa del SS. Rosario, già arricchita grazie al restauro avvenuto nel 1985, si completa ora con la splendida porta in bronzo, ormai incastonata come pietra preziosa nella facciata che domina Piazza Solari. Il portale, l'unica opera d'arte in bronzo che possediamo, è un vero e proprio monumento di fede, di cultura e di storia.
Per meglio conoscere ed apprezzare il presente abbiamo voluto dare un'occhiata retrospettiva ad una serie di avvenimenti socio-religiosi che hanno contribuito in maniera determinante a crearne i presupposti.
Tali avvenimenti, scolpiti con grande maestria sui pannelli, molto belli ed espressivi, sono d'insegnamento e di stimolo ai presenti ed ai posteri.
L'intento dell'autore, il prof. Giuseppe Farina, è proprio questo: modellare le vicende della nostra gente perché il ricordo rimanga imperituro.
Il pannello in alto a sinistra ci rievoca la genesi di Francavilla. Originariamente, nel territorio dell'attuale Francavilla, esistevano tre Casali facenti parte di Rocca Angitola, denominati Santo Foca (l'attuale Rione «Pendina»), Carthopoli (Via Magliacane) e Cloponi (era situato tra le contrade «Muto e Calvario»). Quasi distrutti dai Saraceni nel 950, i tre casali diedero luogo, nello stesso anno, alla fondazione di Francavilla (la prima volta che tale nome viene riportato su carta risale al 1456). L'amore verso la propria Terra, la Famiglia, la Religione, ha spinto i nostri avi a ribellarsi ai soprusi e alle angherie dei Saraceni.
Fu tanto l'ardire, il valore, la volontà di libertà, da combatterli con ogni mezzo, anche a mani nude, come brillantemente evidenziato dal Farina; ma nulla poterono contro uomini armati fino ai denti ed avvezzi alla lotta, alla guerra. Ancora una volta il prodigio: dalla morte la vita! I pochi uomini scampati all'infuriare delle stragi violente e sanguinose, animati di ferrea volontà. SI costruiscono non più dei villaggi ma un paese ben protetto. Infatti, originariamente, Francavilla fu circondato di mura, tra cui sette torri. In seguito, sempre a protezione e difesa, venne costruito un castello con ponte ed ai I suoi lati furono innalzate altre due torri. Francavilla così era diventata una vera e propria roccaforte. In questo nostro camminare a ritroso nel tempo incontriamo un periodo fulgido che, senz'ombra di smentita, possiamo definire «periodo aureo francavillese». Durante tale periodo (1545-1783) vi erano a Francavilla ben tre Conventi: il Convento di Santa Maria Annunziata, retto dai Padri Domenicani, il Convento di Santa della Maria della Croce, retto dai Padri Agostiniani e il Convento dei Padri Francescani o Riformati. La Chiesa del SS. Rosario (originariamente «Oratorio del SS. Rosario» retto dai Padri Domenicani; attualmente è Filiale di San Foca M., Matrice di Francavilla) è stata costruita qualche anno dopo la fondazione del Convento (1545 - lo stesso anno dell'apparizione di S. Domenico a Soriano Cal.) dai Padri Domenicani, Convento finito in proprietà della Famiglia Mannacio dopo la soppressione degli enti ecclesiastici che si svolse lungo il sec. I9°.
Dove arriva il messaggio cristiano spezza le catene della schiavitù fisica e morale e porta là pace interiore, la gioia di vivere, l'ansia di costruire, la speranza del domani. Indubbiamente i Religiosi hanno dato un contributo sostanziale per la crescita morale e civile dei francavillesi.
L'artista, nel secondo pannello, mette in evidenza un episodio importante e determinante non solo per il credente francavillese ma per tutti i credenti: la diffusione del Santo Rosario, ad opera dei Padri Convento. Farina esalta il potere carismatico della preghiera. Infatti, chi prega, consapevole della transitorietà della vita, si proietta verso Dio, con e per i fratelli, apportando così un beneficio a se stesso e alla società.
E ciò è importante particolarmente in questo Anno Mariano che è iniziato il 7 giugno 1987,
solennità di Pentecoste e si prolungherà fino alla festa dell'Assunzione del 1988. Perché Giovanni Paolo II h
voluto indire un Anno Mariano? Nel manifestare questa sua intenzione al mondo cristiano, il Papa,
rivolgendosi direttamente a Maria, disse: «... Desideriamo approfondire la coscienza della tua
presenza nel mistero di Cristo e della Chiesa ... Dobbiamo imparare sempre di più da te, Maria,
come essere Chiesa, in questo trapasso di millenni».Una motivazione di fondo, quindi,
cristologica ed ecclesiale.
Il terzo ed il quarto pannello mettono in risalto la laboriosità
del popolo francavillese, dedito prevalentemente all'agricoltura. In passato, accanto ai contadini ed
ai mugnai, impegnati col sudore della propria fronte a produrre il necessario per vivere, ci sono
stati gli scalpellini, da lunga data, purtroppo, scomparsi.
Nel terzo pannello lo scultore, di due raffigurazioni, il Calvario greco ed il lavoro artigianale degli scalpellini, ne fa una stupenda ed armoniosa unità, forse perché vuole trasmetterci un messaggio cristiano del lavoro. Gli scalpellini, infatti, illuminati e sorretti dalla Fede, con somma pazienza e grande abilità, riescono a creare dei veri e propri capolavori.
Il quarto pannello mette in evidenza uno dei tipici momenti della vita contadina. Dopo il duro lavoro,
finalmente, il raccolto! Nel pannello, in fondo a sinistra, per l'amore che ci lega a Cristo, Pane di Vita Eterna,
abbiamo voluto immortalare il XXI Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà a Reggio Calabria
dal 5 al 12 giugno 1988. Il Congresso avrà come tema: «L'Eucaristia sacramento di unità - Quantunque
molti siamo un corpo solo».
«L'Eucaristia, infatti, fa nascere la Chiesa, la costruisce, l'aggrega, è sacramento di carità, di riconciliazione e di solidarietà» (n. 9 del Comunicato finale della 28a Assemblea della CEI del 18/22 maggio 1987).
Anche in questo pannello l'amico Farina ha voluto accentuare il valore della preghiera. Soltanto dopo essere passati dalla Croce, dopo esserci prostrati ai piedi del Crocifisso, umiliati, purificati e rinnovati possiamo accostarci all'Eucaristia per attingere nuove energie, onde testimoniare l'infinito Amore dell'Eterno Padre che ha voluto donarci il Suo Unigenito Figlio.
L'ultimo pannello l'abbiamo dedicato a San Foca Martire, Patrono della Città. La devozione a San Foca è antichissima a Francavilla, basta ricordarci che fino al 950 esisteva, nel territorio dell'attuale Francavilla, un casale denominato Santo Foca. Nella Chiesa Matrice di San Foca vi è custodita una pregevolissima statua in legno raffigurante il Santo Protettore. Tale statua è stata trasportata da Roma a Francavilla, nel 1663, per interessamento del Padre Agostiniano Cilurzio.
Nel 1985, in occasione del terzo centenario della donazione della statua di S. Foca da parte dei Padri Agostiniani alla Chiesa Madre di Francavilla Angitola, abbiamo celebrato una Solenne Settimana Liturgica. I pannello ci fa vedere il momento in cui il Parroco Don Pasquale Sergi, alla presenza di tutta la Comunità, presso l'ex Convento dei Padri Agostiniani, simbolicamente riceve la Statua di San Foca.
L'inaugurazione di questa stupenda porta, piena di storia e d'insegnamento, ci stimoli a guardare sempre più in alto, fiduciosi che, con l'aiuto di Dio Padre e della nostra Mamma Celeste, riusciremo a far sì che il domani sia migliore per noi e per tutti gli altri.
Un sentito ringraziamento all'Amministrazione Provinciale, grazie alla quale l'opera ha potuto realizzarsi, e sempre disponibile a mantenere nel tempo i piccoli ma unici gioielli di Francavilla; al nostro Eccellentissimo Vescovo Domenico Cortese che, con la sua solita squisitezza, con simpatia paterna e sensibilità pastorale, questa porta ha voluto inaugurare; al Sig. Sindaco ed alla Giunta Comunale, per aver provveduto alla messa a punto del portale; al prof. Farina che, con autentica passione e con rara maestria questa porta ha plasmato; alla Signorina Sorrenti Maria che ha voluto ulteriormente abbellire la Chiesa del SS. Rosario, facendoci dono dell'antiporta; a tutti i fedeli, per essere accorsi così numerosi, con fede e devozione; a tutti quelli che hanno voluto onorarci della loro gentile presenza; ed infine un grazie ancor più vivo e caloroso a Dio Padre che ci ha permesso di essere qui presenti.
di Don Pasquale Sergi Arciprete Chiesa
S. Foca Martire Francavilla Angitola