Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

                                 

RICORDANDO  BARBARA  TETI    PUNGITORE

   Sabato 16 novembre, dopo aver patito molte sofferenze, provocate da diversi malanni e malattie, all’ospedale Sandro Pertini di Roma è deceduta la francavillese Barbara Teti, moglie di Ezio Pungitore. La Signora Barbara era nata a Francavilla nel rione Pendino il 20 agosto 1929; era figlia di Giuseppe Teti e di Barbara Parisi. Pochi giorni dopo la nascita, ossia il 2 settembre, fu battezzata nella chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie. Suo padre fu un personaggio molto noto e assai benvoluto nella Francavilla del Novecento, tanto da essere stato immortalato dallo scrittore Vittorio Torchia con il nomignolo “Peppe Sbùlica” in uno dei suoi ritratti più riusciti, soffuso di poesia e di dolente nostalgia, inserito nel suo libro capolavoro “Il paese del Drago”.

   Io non ho mai visto né conosciuto Barbara Teti, né ho mai parlato con lei, neppure per telefono, ma il suo nominativo mi era particolarmente caro, in quanto la Signora era parente stretta di due giovani soldati, non solo Caduti in guerra, ma, per colmo di sventura, entrambi andati dispersi. Si tratta di Giuseppe Galati e di Foca Teti.   Nel primo volume di “Buone notizie e pronta risposta” nel capitolo dedicato a Giuseppe Galati riportavo questo episodio:”Ezio Pungitore, figlio di Anna Galati (e quindi nipote di Giuseppe Galati)…ebbe in sogno la visione di un soldato sconosciuto che gli annunziava che presto avrebbe avuto un figlio maschio e perciò lo sollecitava a mettergli il proprio nome, cioè Peppino; al risveglio Ezio capì che il soldato apparso in sogno altri non era che lo zio Peppino Galati, e perciò, mantenendo la promessa fatta, diede davvero al figlio neonato il nome dello zio materno e così lo chiamò Giuseppe Pungitore”. La madre di questo neonato, a cui fu attribuito il nome dello zio Caduto nella I Guerra mondiale, era per l’appunto Barbara Teti.

   Nella II Guerra mondiale morì, disperso sul fronte greco-balcanico, il soldato artigliere Foca Teti, fratello di Barbara. Nel secondo volume di “Buone notizie e pronta risposta”, nel capitolo a lui intitolato, ho riportato tutti i nomi dei fratelli e delle sorelle del povero Caduto. Addirittura in una prima stesura di tale capitolo avevo voluto inserire un episodio che riguardava direttamente Barbara Teti.   Ecco quanto avevo scritto:    “Riguardo a Barbara Teti, sorella del Caduto Foca, mi piace riferire un episodio significativo legato alla devozione dei Teti, e di Peppe Sbùlica in particolare, per la Madonna delle Grazie; la signora Barbara, dopo un travagliatissimo parto gemellare, era stata colta da una febbre così alta che i familiari e il medico ostetrico curante, ormai disperati, la diedero per spacciata, anche perché allora erano purtroppo frequenti i casi di morte ‘post partum’; l’unico a restare fiducioso fu Peppe Teti, che certamente in segreto avrà invocato la Madonna perché salvasse la figlia Barbara e i gemelli neonati; in effetti la ‘Signora Sirrisi’ (ossia la Madonna) concesse la grazia”. Purtroppo per le limitazioni di spazio imposte dall’editore sono stato costretto a ridurre sensibilmente il numero di pagine del testo da stampare; perciò ho dovuto eliminare, seppure a malincuore, l’episodio sopra riportato poiché non riguardava direttamente il personaggio eponimo di quel capitolo, ma la di lui sorella Barbara.

  Della vicenda umana di Barbara Teti posso fornire pochissime altre informazioni. In questi giorni di novembre 2013 si è svolta a Francavilla, a quarant’anni di distanza dall’ultima visitazione ufficiale vescovile, la visita pastorale del Vescovo di Mileto, Mons. Luigi Renzo. Ebbene mi piace ricordare che Barbara Teti, allora giovinetta diciassettenne, ricevette la Cresima il 1° maggio 1946 da Mons. Enrico Nicodemo, prelato molto illustre, che dopo essere stato Vescovo di Mileto fu poi promosso Arcivescovo di Bari. In quei tempi reggeva la Parrocchia delle Grazie, come Vicario Economo, il Rev. Don Vincenzo Condello. Quattro anni dopo, ossia il 1° aprile 1950, Barbara andava sposa ad Ezio Pungitore. I coniugi diedero vita ad una bella e numerosa famiglia; poi seguendo l’intenso flusso migratorio, che quasi spopolò il rione di Pendino, la famiglia di Ezio Pungitore si trasferì a Roma.

   Ora, nella tristissima circostanza della dipartita della Signora Barbara Teti Pungitore, desidero esprimere, a nome mio,  della mia consorte, e del nostro sito, il nostro più vivo cordoglio anzitutto al suo diletto figlio primogenito Pino, di cui mi vanto di essere amico per il tramite, o meglio, per merito di mia moglie Ida De Caria. Estendo quindi il mio cordoglio al marito Ezio Pungitore, alla sorella Anna Teti (di cui volli ricordare il raggiungimento del secolo di vita, nello scorso febbraio 2013), al fratello Antonio Teti (insieme ai suoi familiari) l’unico vivente e rimasto a Francavilla.

   Esprimo poi sentite condoglianze a tutti i figli di Barbara Teti:

- ai familiari del primogenito Pino, ossia Barbara Bilotta, con figlie e rispettivi generi;

- alla figlia Nina col marito Sergio;

- al figlio Franco con la moglie Teresa;

- ad Elisabetta col marito Alberto;

- a Lucia (l’unica figlia di Barbara Teti che io conosco) con Massimo;

- alla figlia Maria;

- al figlio Fiorenzo;

- al figlio Giovanni;

- a Giuliana insieme ad Aldo.

   Desidero infine esprimere il mio apprezzamento a tutti i congiunti della defunta Signora per aver voluto riportare nel paese natale le spoglie della loro diletta Barbara Teti Pungitore e celebrarne le esequie a Francavilla Angitola.

 

      Foto:   A Ruga da Piergula  e  Foca Teti   fratello di Barbara                                                                       

                                                                                                             Vincenzo   Davoli

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com