19 maggio 2011
Per la terza volta nel giro di un mese abbiamo la dolorosa
incombenza di comunicare, alle persone che ci seguono sul sito,
la notizia della morte di un Uomo carissimo, Dino Fiumara,
deceduto il 19 maggio 2011 in seguito ad una grave malattia.
Attoniti per la repentina scomparsa dell’ amico Dino, porgiamo
le espressioni del nostro cordoglio ai parenti e agli intimi
amici del defunto. In suo omaggio pubblichiamo l’affettuoso
messaggio stilato dall’amico Emanuele Bartucca, assiduo
visitatore del nostro sito e, soprattutto, primo cugino del
compianto Dino Fiumara.
Oggi, dopo nemmeno un mese di malattia, è tornato alla casa del
Padre Dino Fiumara.
Chi non lo ha conosciuto? Chi non lo ricorda?
Soprattutto
noi, quasi cinquantenni, lo abbiamo conosciuto circa 35 anni fa
quando, con coraggio, ci insegnava l'amore per la Chiesa, il
rispetto dei suoi Ministri, a creare comunione e comunità a
Francavilla, a vincere le ostilità che inevitabilmente si
pongono quando si vuole portare Cristo alla gente.
Ci hai guidati, ci hai incoraggiati, ci hai fatto vivere esperienze
spirituali, umane, sociali come se fossi un padre, ci hai fatto
crescere. Soprattutto per chi un padre non ce l'aveva più. E tu
eri e sei un punto di riferimento: fermo, sicuro, sano.
Potrebbe sembrare retorica quanto dico ma non è così: Dino era
Dino, punto e basta!
Non credo di essere il solo a dire: "Grazie Dino, ci mancherai".
Ci mancherà il tuo esempio, ci mancherà la tua dedizione, ci
mancherà la tua abnegazione, il tuo sorriso, il tuo carattere
difficile, la tua solitudine, la tua disponibilità, la tua
impazienza, la tua arte sartoriale che, imparata con grandi
sacrifici, umilmente non ostentavi. Hai dovuto affrontare e
vincere dure battaglie nella tua vita: la morte prematura di tuo
padre, le difficoltà economiche, la coraggiosa scelta di
emigrare in America giovanissimo e chissà quante altre cose che,
nel tuo contegno, hai tenuto nascoste.
Queste prove ti hanno fatto maturare umanamente anzitempo, ma ti
hanno anche temprato la Fede, la Speranza, la Carità. Ed è
la Speranza che viene oggi in soccorso, la certezza che nulla è
finito, che tutto comincia adesso, che arriva la Vita Eterna,
che sei al cospetto di Dio che ti aspetta fin dall'eternità.
Ricorda la Parola "Voi che amate il Signore, sperate i suoi
benefici, la felicità eterna e la misericordia" (Sir. 2, 9).
E allora non rattristiamoci! Ringraziamo Dio per averci donato
Dino per tanti anni. Lui vive nell'eternità e prega per noi.
Ciao Dino e grazie.
Emanuele Bartucca
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le
esequie di dino fiumara
Il pomeriggio di venerdì 20 maggio,
in un’atmosfera di silente e commossa partecipazione, si sono
svolti i funerali del carissimo Dino.
Oltre
all’ intera comunità di Francavilla erano presenti moltissimi
suoi amici giunti da varie parrocchie della diocesi di
Mileto-Nicotera-Tropea, nonché dal Lametino. Spiccavano tra
gli altri gli amici dell’ Azione Cattolica che aprivano in
corteo funebre reggendo un loro striscione, e gli Oblati
Laici del Sacro Cuore del Venerabile Servo di Dio Don Mottola di
Tropea. La bara di Dino era avvolta nella bandiera, a Lui tanto
cara, dell’ Azione Cattolica. Le esequie solenni, celebrate
nella chiesa di San Foca, sono state presiedute da Mons.
Domenico Monteleone, Vicario generale della diocesi. Insieme
al Vicario erano presenti dieci Sacerdoti, tutti amici
carissimi del compianto Dino. In assenza del parroco Don
Pasquale Sergi, quel giorno ricoverato a Cosenza nella clinica
Santa Lucia, la comunità di Francavilla era rappresentata dal
vice parroco, padre Tarcisio Rondinelli.
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RICORDANDO DINO….
Purtroppo,
il giorno del Saluto, mi trovavo ricoverato presso la Clinica
Santa Lucia, in Cosenza, e quindi non ho potuto partecipare alle
sue esequie, ma sono stato brillantemente sostituito da diversi
miei colleghi, tra cui l’amico Vicario generale, don Domenico
Monteleone.
Dopo il pensiero espresso da alcuni suoi amici, sacerdoti e
laici, non poteva mancare la voce ufficiale della Parrocchia
dove Dino, per tanti anni, ha dato il meglio di se stesso,
mettendosi a servizio umilmente e gioiosamente e trasmettendo
gli autentici valori della vita e del cristianesimo. Quando
celebravo, sapevo che, guardando in quella certa direzione,
avrei visto lui, segno tangibile di una fede semplice, genuina,
forte. La grave malattia di quest’amico, testimone e
collaboratore (quasi un vice parroco) mi aveva fatto pensare
come “prossima” la sua dipartita, e così avevo già preparato le
mie riflessioni per il funerale.
Di
recente, gli amici e collaboratori del sito di Francavilla hanno
voluto pubblicare nella versione integrale quanto ebbi a dire
nei riguardi di altre due persone degne di stima e perpetuo
ricordo. Ecco il perché della mia seguente pubblicazione.
In ricordo di Dino
“Siamo qui riuniti, intorno all’Altare, per
esprimere, in un momento di tristezza e di dolore, la nostra
fede nella vita e nella risurrezione.
Cristo Gesù, che qui rinnoverà il suo sacrificio
pasquale, è la ragione della nostra speranza.
Di fronte allo sfacelo del nostro corpo, operato
dalla sofferenza e dalla morte, la speranza cristiana ci fa
vedere la dimora eterna del cielo, dove la potenza di Dio
ricostruirà, mediante la risurrezione, il nostro essere
completo.
Il volto del nostro fratello scomparso ha
riacquistato quella serenità che la sua ultima, sconvolgente
malattia gli aveva tolto.
Dino ha concluso il suo doloroso calvario ed è
entrato nella vita, con la V maiuscola.
Questa certezza, alimentata dalla fede, rende
meno amaro il nostro distacco terreno da lui, che ringraziamo
per la collaborazione e per l’esempio. Continueremo a vivere
nell'attesa di ricongiungerci a lui nella gloria.
Dino ha concluso la sua buona battaglia, ora
tocca a noi.
Egli è ormai vicino a Cristo risorto, noi siamo
ancora sulla strada.
La preghiera e la riflessione che faremo ci
aiuteranno a vivere santamente questo momento di tristezza e di
sofferenza.
Pregheremo per il nostro fratello e per noi
stessi. Infatti, abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio, del conforto
della fede e del sostegno del reciproco amore.
Non lo vedremo più fisicamente questo nostro
fratello, non potremo più dialogare con lui, soprattutto non
leggerà più la Parola di Dio e non preparerà più l’altare della
deposizione.
Pur tuttavia, siamo sicuri che qualcosa di
profondo e di sublime ci unirà ancora e per sempre a lui.
E’ la nostra Comunione in Cristo che la morte non
può mai spezzare. E il nostro fratello Dino, durante
la sua
vita, si è, quasi ogni giorno, accostato al Sacramento
dell’Amore e dell’Unione, e per un certo periodo, nel passato,
ha preparato diversi ragazzi alla Comunione e alla Cresima,
portando addirittura il conforto del Pane eucaristico agli
ammalati.
In questo momento di dolore e di speranza siamo
particolarmente vicini alle sue sorelle, nipoti e parenti tutti.
Grazie alla comunione con Cristo è dolce pensare
che il nostro fratello Dino abbia già ottenuto il premio
riservato ai Giusti.
Da anni il nostro fratello faceva parte della
grande Famiglia oblata, fondata dal venerabile servo di Dio, don
Mottola, che io, da seminarista liceale, ho avuto il piacere di
conoscere.
Dino, oltre che in parrocchia, è stato membro
attivo in Diocesi: nell’Azione Cattolica, nell’organizzare
pellegrinaggi e nel Movimento per la Beatificazione di don
Mottola. Continuerà ad essere presente: in noi e attorno a noi!
E perché no? Presente anche “per noi”, in Cielo.
Signore, tu lo vedi com’è difficile questo nostro
cammino verso di te. Il dolore e la sofferenza, la malattia e il
peccato, insidiano continuamente la nostra serenità e la nostra
pace: abbi pietà di noi, o Padre buono; non ci venga mai meno la
speranza; accresci in noi la fede, perché in ogni avvenimento,
triste o lieto, sappiamo vedere la tua mano di Padre che ci
guida alla felicità eterna, dove ti preghiamo di ammettere il
nostro fratello Dino, nell’attesa di riunirci tutti insieme
nella tua casa. Amen.”
Francavilla, 20/05/11
Don Pasquale Sergi, parroco.
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Caro Dino,
ora che vivi in pienezza nella casa del
nostro comune Padre puoi ascoltarmi e comprendermi anche meglio
e più di prima. Non ho avuto mai modo di dirti quanto sei stato
determinante nello svolgersi della mia vita, perché, come di
fronte a un padre si ha pudore di parlare di cose così intime,
ma forse tu lo hai comunque sempre saputo anche se io non te
l’ho mai espressamente detto. Mi hai chiesto di far parte del
consiglio diocesano di Azione Cattolica ed io, appena laureato,
per questo motivo decisi di ritornare in Calabria e poi, molti
anni dopo mi hai convinto, nonostante le mie remore e le mie
perplessità, ad accettare di essere il Fratello Maggiore degli
Oblati Laici del Sacro Cuore di Don Mottola; in verità ritenevo
che eri tu, per diritto di anzianità e di fedeltà all’idea,
quello che doveva assumere quel ruolo. In questi anni sei stato
con discrezione ed umiltà il nostro consigliere ed il nostro
sostegno. Oggi che hai lasciato questo nostro mondo ci sentiamo
disorientati e abbandonati ma siamo certi che ci sosterrai
comunque, anzi sicuramente meglio di prima perché non avrai i
limiti legati alla nostra umana condizione.
Quello che ci hai sempre ricordato e che tu
hai vissuto con insuperabile esempio, è di essere religiosi
nella realtà quotidiana del mondo, essere quei certosini della
strada che il nostro fondatore ci ha proposto, rendendo vita
vissuta le indicazioni della nostra regola.
Anche a te si addicono le parole che S.
Paolo alla fine della sua vita ha scritto per sé: “è giunto il
momento di sciogliere le vele, ho combattuto la buona battaglia,
ho terminato la corsa, ho conservato la fede; ora non mi resta
che la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi
consegnerà in quel giorno”.
Grazie Dino
Tropea li 20 - 5- 2011
Giuseppe Gabrielli O.S.C.
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L’avvocato armando grillo ricorda dino fiumara
Carissimo mastro Bernardo,
Ti chiamo così, come sempre, perché Ti ho sempre ritenuto mastro
(maestro) di vita e nella Tua professione.
La commozione non mi consente certamente di fare un elogio
funebre ma sento il bisogno, almeno, di salutarTi fraternamente.
Mi mancherai moltissimo e mi mancheranno le nostre telefonate
alle 7 del mattino nelle quali ci scambiavamo le nostre
confidenze e pure pareri su nostre faccende personali.
Mancherai soprattutto alle Tue sorelle, Santina, Teresa e
Susanna , ai Tuoi cognati ed ai Tuoi nipoti ai quali hai voluto
bene come un padre.
Oggi la campana suona per loro, per noi, per tutti i
francavillesi, nonché, per i Tuoi amici e conoscenti, perché nei
confronti di tutti sei sempre stato affettuosamente disponibile.
E così Ti ricongiungi a Tua madre, alla mia carissima fraterna
amica la “maistra”, che con immenso affetto filiale hai
assistito fino all’ultimo momento, molte volte sacrificando le
Tue esigenze.
Nel nostro ultimo incontro al policlinico di Germaneto mi hai
chiamato accanto al tuo letto e mi hai sussurrato, con la tua
consueta e straordinaria serenità cristiana, stringendomi la
mano: “ Caro Armando, aspettiamo il verdetto, ci siamo
voluti bene!”. Forse avevi previsto che sarebbe arrivato il
più tragico dei verdetti.
Arrivederci!
Armando
Il termine strettamente giuridico “verdetto” inserito nelle
poche parole che il povero Dino riusciva con grande fatica a
sussurrare all’ amico avvocato Armando ci fa dolorosamente
capire quanta lucidità il caro Dino riuscisse a
conservare alla vigilia della sua drammatica dipartita .
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In Memoria di
Dino Fiumara Soltanto
ora, ad alcuni giorni di distanza dalla perdita del caro e
indimenticabile Dino, riesco a scrivere qualcosa per ricordarlo,
il cuore si stringe, si avvolge di una profonda tristezza che
ancora oggi è presente.
La perdita di Dino è un lutto difficile da
elaborare, perché come qualcuno ha scritto “Dino era Dino e
basta” unici erano il suo sorriso contagioso e la sua carica di
umanità, che ci mancheranno sempre.
Dino era di una religiosità profonda,
quella che tutti i giorni si nutre della solidarietà per gli
altri e del calore umano che agli altri si trasmette.
Lui ha contribuito in maniera determinante
alla crescita della nostra fede, lo ringrazio per le premure
personali, è stato mio padrino di cresima, mi ha accompagnato
all’altare per la vestizione monastica nella chiesa in
Alessandria, mi è stato vicino all’ordinazione sacerdotale in
Agropoli.
L’ultimo incontro il 5 marzo scorso ho
avuto modo ancora una volta di scorgere in lui la sua
solidarietà e premura per i sacerdoti, e l’invito a partecipare
al pellegrinaggio a Lourdes e in America nel prossimo mese di
Agosto.
Dino lascia in tutti noi che abbiamo avuto
l’onore e il piacere di essergli amici, un vuoto sordo, se n’è
andato troppo presto, troppo in fretta.
Il dolore è grande, lo affermo anch’io, ma
è più grande la mercede riposta presso Dio per chi sa
sopportare, è la nostra speranza cristiana, perché in fondo
nessuno muore veramente, perché nessuno può uscire da Dio, è
stato come voltare pagina mentre scriveva la sua vita.
Di Dino abbiamo perduto ciò che possedevamo
temporaneamente, ma si possiede per l’eternità solo ciò che si è
perduto. Oggi Dino ha girato una pagina del libro eterno che Dio
affida a ciascuno di noi. Prego dunque il Signore che con la sua
ineffabile potenza tocchi il nostro cuore, illumini la nostra
mente, ed accolga nella Luce del sua casa il nostro amico
fraterno Dino.
Agropoli 23. 5. 2011 Don Vincenzo Fiumara
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Caro Dino,
Lo vedi? Oggi hai riunito intorno a te parenti e amici che
addolorati e quasi increduli ti stringono in un ultimo amorevole
e fraterno abbraccio.
Increduli perché tutto è avvenuto in un modo così repentino che
è difficile rendersi conto che Dino Fiumara, l’amico di tutti,
la persona con cui era facile confidarsi sicuri di ricevere il
consiglio giusto, non è più fisicamente tra noi.
Uomo dai modi e gusti raffinati, dal cuore aperto e generoso,
predisposto ad operare il bene.
Sei stato per la tua famiglia il pilastro e per la nostra
piccola comunità esempio di testimonianza di fede. Quante volte
ti sei avvicinato a questo leggio per leggere la parola di Dio e
quante volte hai offerto il tuo prezioso contributo durante la
celebrazione dei riti cristiani! Sei stato catechista;
presidente dell’Azione Cattolica di Francavilla, di cui eri
l’anima, e molti di noi qui presenti, insieme a te, prima da
ragazzi, poi da giovani e infine da adulti, abbiamo percorso un
cammino di fede che ci ha fatti crescere come cristiani. Sei
stato anche il promotore ed il compagno ideale di tante
pellegrinaggi che ci hanno consentito di accrescere e
fortificare la fede, ma anche di manifestare la gioia di essere
cristiani.
Io credo che il valore di un uomo debba essere misurato in base
a quanto questi riesce a dare: è per questo che sono convinta,
caro Dino, che con te la nostra Francavilla perde un
insostituibile uomo di grande valore.
Per tutto, grazie Dino.
Francavilla, 20 maggio
2011 Franca
Fiumara
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francesco trimini
francesco trimini
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Ciao Dino !!!
Alla tua porta, Amico mio, ha bussato
sorella Morte, e tu ospitale, come pochi, l’hai accolta. Hai
risposto subito alla sua chiamata sapendo di non poter opporre
alcuna resistenza. Così dolcemente ti sei lasciato avvolgere dal
suo tetro manto e ti sei incamminato nel viaggio senza ritorno
che ti ha portato lontano da noi tutti,dai tuoi affetti.
Incredulità ci invade e appare come
squarcio improvviso,lacerante come ferita che si apre nella
carne cruda. Difficile da sopportare e comprendere.
Tutto in poco tempo si è compiuto. “ Verrà
la Morte….,diceva il poeta, …ed avrà i tuoi occhi. E con essi si
è portato anche il cuore generoso che ha saputo seminare, nelle
molte circostanze, vicinanza ed affetto verso gli altri.
Non sono riuscito a vederti un ultima
volta, ma solo a parlarti al telefono; per comunicarti che in
quel 1° maggio stavo in Piazza San Pietro,dove,se non fossi
stato in quel letto d’ospedale, anche tu avresti preso parte,
per la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Sono riuscito a
mandarti il libro della cerimonia come ultimo gesto della mia
vicinanza alle tue sofferenze e a ricordo della nostra antica e
bella amicizia.
Ti era naturale dare la tua amicizia agli
altri. Farti carico dei bisogni di tanti. E farlo soprattutto
nella rarità del silenzio. Senza chiedere nulla in cambio o
sperando di averne un ritorno. Non eri un solitario ma uno di
compagnia. Inserito pienamente in una Comunità.
Tante e tante volte abbiamo ragionato
insieme sul valore della Comunità e del considerarsi a vario
titolo come facente parte. Amavi questo termine e lo utilizzavi
spesso perché lo ritenevi fondamentale per la crescita e lo
sviluppo di un paese.
Il tuo era un bisogno quasi fisiologico di
sentirti parte e fondamento di una Comunità. Tu che conosciuto
hai fin dalla giovine età la dura strada dell’emigrante verso le
Americhe. Lontano dalla tua famiglia ,dai tuoi amici,lontano
dai naturali sogni dell’avvenire che ti prefiguravi e, dai tuoi
progetti di adolescente. Ti ha cambiato ogni percorso
maturandoti in una esperienza gravosa ma necessaria.
Ancor più tragica e pesante per la tua
condizione di orfano. Ti ha fatto maturare per caricarti dei
bisogni dei tuoi cari, verso cui hai voluto indirizzare ogni
sforzo ed i tanti sacrifici fatti.
E dentro quelle sofferenze sei cresciuto e
ti sei forgiato. E ti era naturale la disponibilità verso gli
altri. Tanto che al tuo ritorno a Francavilla hai ripreso,
seguendo una interrotta giovanile vocazione,la strada della Fede
che ti ha portato ad essere protagonista nella locale Parrocchia
e poi più convintamente nella Chiesa diocesana.
Allievo sempre riconoscente del vecchio
Parroco don Giuseppe Caria Gemelli. Di lui ti piaceva
perpetrarne il ricordo in tutti questi anni fino a fargli
dedicare una piazzetta,li dove era la sua dimora.
Avevi una grande devozione per la Madonna
del Carmelo e portavi, attaccata al collo, l’effigie della
Madonna,secondo la tradizione carmelitana a te cara.
Si potrebbero scrivere lunghe pagine di te
e della tua azione sociale. Le hai scritte tu amico mio con la
tua franchezza e naturalezza,con il tuo modo di saper stupire
sempre con l’originalità delle tue idee,con la dedizione e
l’estro delle tue trovate, con il coraggio e la passione che
mettevi in tutte le prove in cui ti cimentavi. E queste cose le
trasmettevi agli altri cercando sempre di coinvolgere quanta più
gente possibile per toglierli da un isolamento forzato che si
respira e si vive nelle piccole realtà di paese.
E di tutte queste cose insieme piene di
idealità hai saputo spargere il seme in tutta Francavilla. Piano
piano,giorno dopo giorno hai acquisito quel ruolo di presenza
costante di cui era difficile fare a meno.
Ci ridevamo sopra quando qualcuno ti
notiziava su cose e situazioni richiedendo un tuo intervento o
quantomeno un interessamento. Eri visto al tempo stesso ,prete
confessore e parroco,sindaco e vigile.
Ogni situazione ti veniva palesata. Oggi
capisco che la nostra gente aveva bisogno di te, e di te, a
buona ragione, sentiva di potersi fidare.
Eri un virtuoso in cucina e hai saputo
deliziarci in tanti alla tua mensa. Ti piacevano i momenti
conviviali e li vedevi come momenti non solo di reciproca
attenzione e conoscenza ma anche momenti di discussione e di
aperto confronto. Troppi i ricordi.
Ed i tanti viaggi di scoperta della nostra
Calabria. L’abbiamo girata in lungo ed in largo. Mai ti ho
potuto seguire in quei viaggi dello spirito che con cura
maniacale preparavi da pellegrino devoto per sentirti più vicino
al Supremo Costruttore del mondo. Sapevi rendermi partecipe
sempre con una cartolina dal luogo visitato. Al primo incontro
conversando mi raccontavi con minuzia i particolari e le
sensazioni provate.
Potrei raccontare di te tante cose. Più di
tutte mi piace ricordare l’amore che ti legava a tua madre, che
posso testimoniare, veneravi, ed a cui hai saputo dare nella sua
vita e fino all’ultimo sofferente atto,con discrezione e
dedizione completa, la riconoscenza che meritava e attenzione
inusuale.
Mancherai a noi ed alla nostra gente. E
sarà dura non ritrovarti ,anche per un istante, sul nostro
percorso, compiere le tue solitarie passeggiate lungo il viale
del Drago. Quanti pensieri,quanti progetti,quante riflessioni
sulla vita e sulle condizioni dei più sfortunati. Insistevi su
quelli. E forse anche pensavi a chi dovevi portare il buon
torrone con le mandorle, a Natale. O i regali da fare agli
amici. Non dimenticavi mai le buone maniere e le occasioni per
metterle in pratica. Tutto ti era naturale. E per noi
l’occasione di imparare.
Ti sia lieve la terra amico mio ed il tuo
spirito possa vegliare su di noi che ti ricorderemo con immutato
affetto, portandoti nei nostri pensieri e nello sguardo con cui
ti cercheremo in tutti i luoghi che ti hanno visto presente. Ed
ogni volta che accennerò la “Strina”, che abbiamo risuscitato
insieme, ricorderò di te.
Rimarrà la tua figura stagliata
nell’orizzonte della vita che continua, e la vedremo sorridente
darci consigli e conforto alle nostre umane indecisioni. …..Così
sia!!!!
Roma lì, 19 maggio 2011
FRANCO TORCHIA fu GIUSEPPE
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