Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

   IN  MORTE  DI  DINO FIUMARA

 

19 maggio 2011

    Per  la  terza volta nel giro di un  mese abbiamo la dolorosa incombenza di comunicare, alle persone che ci seguono sul sito,  la notizia della morte  di un Uomo carissimo,  Dino Fiumara, deceduto il 19 maggio 2011 in seguito ad una grave malattia. Attoniti  per la repentina scomparsa dell’ amico Dino,  porgiamo le espressioni  del nostro cordoglio ai parenti e agli intimi amici del defunto. In suo omaggio pubblichiamo l’affettuoso messaggio stilato dall’amico Emanuele Bartucca,  assiduo visitatore del nostro sito e, soprattutto, primo cugino del compianto Dino Fiumara.  

 

 Oggi, dopo nemmeno un mese di malattia, è tornato alla casa del Padre Dino Fiumara.

 

Chi non lo ha conosciuto? Chi non lo ricorda?

 

Soprattutto noi, quasi cinquantenni, lo abbiamo conosciuto circa 35 anni fa quando, con coraggio, ci insegnava l'amore per la Chiesa, il rispetto dei suoi Ministri, a creare comunione e comunità a Francavilla, a vincere le ostilità che inevitabilmente si pongono quando si vuole portare Cristo alla gente.

 

Ci hai guidati, ci hai incoraggiati, ci hai fatto vivere esperienze spirituali, umane, sociali come se fossi un padre, ci hai fatto crescere. Soprattutto per chi un padre non ce l'aveva più. E tu eri e sei un punto di riferimento: fermo, sicuro, sano.

 

 Potrebbe sembrare retorica quanto dico ma non è così: Dino era Dino, punto e basta!

Non credo di essere il solo a dire: "Grazie Dino, ci mancherai".

Ci mancherà il tuo esempio, ci mancherà la tua dedizione, ci mancherà la tua abnegazione, il tuo sorriso, il tuo carattere difficile, la tua solitudine, la tua disponibilità, la tua impazienza, la tua arte sartoriale che, imparata con grandi sacrifici, umilmente non ostentavi. Hai dovuto affrontare e vincere dure battaglie nella tua vita: la morte prematura di tuo padre, le difficoltà economiche, la coraggiosa scelta di emigrare in America giovanissimo e chissà quante altre cose che, nel tuo contegno, hai tenuto nascoste.

Queste prove ti hanno fatto maturare umanamente anzitempo, ma ti hanno anche temprato la Fede, la Speranza, la Carità. Ed è la Speranza che viene oggi in soccorso, la certezza che nulla è finito, che tutto comincia adesso, che arriva la Vita Eterna, che sei al cospetto di Dio che ti aspetta fin dall'eternità. Ricorda la Parola "Voi che amate il Signore, sperate i suoi benefici, la felicità eterna e la misericordia" (Sir. 2, 9).

E allora non rattristiamoci! Ringraziamo Dio per averci donato Dino per tanti anni. Lui vive nell'eternità e prega per noi.

 

Ciao Dino e grazie.

 

Emanuele Bartucca

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le esequie di dino fiumara

  

 Il pomeriggio di venerdì 20 maggio, in un’atmosfera di silente e commossa partecipazione, si sono svolti i funerali del carissimo Dino. Oltre  all’ intera comunità di Francavilla erano presenti moltissimi suoi amici giunti da varie parrocchie della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea,  nonché  dal  Lametino.  Spiccavano tra gli altri gli amici dell’ Azione Cattolica che aprivano in corteo funebre reggendo un loro striscione, e gli   Oblati  Laici del Sacro Cuore del Venerabile Servo di Dio Don Mottola di Tropea. La bara  di Dino era avvolta nella bandiera, a Lui tanto cara, dell’ Azione Cattolica.  Le  esequie solenni,  celebrate nella chiesa di San Foca, sono state presiedute da Mons. Domenico Monteleone,  Vicario generale della diocesi. Insieme  al Vicario erano presenti dieci Sacerdoti,  tutti amici carissimi del compianto Dino.  In assenza del parroco Don Pasquale Sergi,  quel giorno ricoverato a Cosenza nella clinica Santa Lucia,  la comunità di Francavilla era rappresentata dal vice parroco, padre Tarcisio Rondinelli.

 

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RICORDANDO  DINO….

 

Purtroppo, il giorno del Saluto, mi trovavo ricoverato presso la Clinica Santa Lucia, in Cosenza, e quindi non ho potuto partecipare alle sue esequie, ma sono stato brillantemente sostituito da diversi miei colleghi, tra cui l’amico Vicario generale, don Domenico Monteleone.

Dopo il pensiero espresso da alcuni suoi amici, sacerdoti e laici, non poteva mancare la voce ufficiale della Parrocchia dove Dino, per tanti anni, ha dato il meglio di se stesso, mettendosi a servizio umilmente e gioiosamente e trasmettendo gli autentici valori della vita e del cristianesimo. Quando celebravo, sapevo che, guardando in quella certa direzione, avrei visto lui, segno tangibile di una fede semplice, genuina, forte. La grave malattia di quest’amico, testimone e collaboratore (quasi un vice parroco) mi aveva fatto pensare come “prossima” la sua dipartita, e così avevo già preparato le mie riflessioni per il funerale.

Di recente, gli amici e collaboratori del sito di Francavilla hanno voluto pubblicare nella versione integrale quanto ebbi a dire nei riguardi di altre due persone degne di stima e perpetuo ricordo. Ecco il perché della mia seguente pubblicazione.

 

In ricordo di Dino

“Siamo qui riuniti, intorno all’Altare, per esprimere, in un momento di tristezza e di dolore, la nostra fede nella vita e nella risurrezione.

Cristo Gesù, che qui rinnoverà il suo sacrificio pasquale, è la ragione della nostra speranza.

Di fronte allo sfacelo del nostro corpo, operato dalla sofferenza e dalla morte, la speranza cristiana ci fa vedere la dimora eterna del cielo, dove la potenza di Dio ricostruirà, mediante la risurrezione, il nostro essere completo.

Il volto del nostro fratello scomparso ha riacquistato quella serenità che la sua ultima, sconvolgente malattia gli aveva tolto.

Dino ha concluso il suo doloroso calvario ed è entrato nella vita, con la V maiuscola.

Questa certezza, alimentata dalla fede, rende meno amaro il nostro distacco terreno da lui, che ringraziamo per la collaborazione e per l’esempio. Continueremo a vivere nell'attesa di ricongiungerci a lui nella gloria.

Dino ha concluso la sua buona battaglia, ora tocca a noi.

Egli è ormai vicino a Cristo risorto, noi siamo ancora sulla strada.

La preghiera e la riflessione che faremo ci aiuteranno a vivere santamente questo momento di tristezza e di sofferenza.

Pregheremo per il nostro fratello e per noi stessi. Infatti, abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio, del conforto della fede e del sostegno del reciproco amore.

Non lo vedremo più fisicamente questo nostro fratello, non potremo più dialogare con lui, soprattutto non leggerà più la Parola di Dio e non preparerà più l’altare della deposizione.

Pur tuttavia, siamo sicuri che qualcosa di profondo e di sublime ci unirà ancora e per sempre a lui.

E’ la nostra Comunione in Cristo che la morte non può mai spezzare. E il nostro fratello Dino, durante la sua vita, si è, quasi ogni giorno, accostato al Sacramento dell’Amore e dell’Unione, e per un certo periodo, nel passato, ha preparato diversi ragazzi alla Comunione e alla Cresima, portando addirittura il conforto del Pane eucaristico agli ammalati.

In questo momento di dolore e di speranza siamo particolarmente vicini alle sue sorelle, nipoti e parenti tutti.

Grazie alla comunione con Cristo è dolce pensare che il nostro fratello Dino abbia già ottenuto il premio riservato ai Giusti.

Da anni il nostro fratello faceva parte della grande Famiglia oblata, fondata dal venerabile servo di Dio, don Mottola, che io, da seminarista liceale, ho avuto il piacere di conoscere.

Dino, oltre che in parrocchia, è stato membro attivo in Diocesi: nell’Azione Cattolica, nell’organizzare pellegrinaggi e nel Movimento per la Beatificazione di don Mottola. Continuerà ad essere presente: in noi e attorno a noi! E perché no? Presente anche “per noi”, in Cielo.

Signore, tu lo vedi com’è difficile questo nostro cammino verso di te. Il dolore e la sofferenza, la malattia e il peccato, insidiano continuamente la nostra serenità e la nostra pace: abbi pietà di noi, o Padre buono; non ci venga mai meno la speranza; accresci in noi la fede, perché in ogni avvenimento, triste o lieto, sappiamo vedere la tua mano di Padre che ci guida alla felicità eterna, dove ti preghiamo di ammettere il nostro fratello Dino, nell’attesa di riunirci tutti insieme nella tua casa. Amen.”

 

Francavilla, 20/05/11

Don Pasquale Sergi, parroco.

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Caro Dino,

ora che vivi in pienezza nella casa del nostro comune Padre puoi ascoltarmi e comprendermi anche meglio e più di prima. Non ho avuto mai modo di dirti quanto sei stato determinante nello svolgersi della mia vita, perché, come di fronte a un padre si ha pudore di parlare di cose così intime, ma forse tu lo hai comunque sempre saputo anche se io non te l’ho mai espressamente detto. Mi hai chiesto di far parte del consiglio diocesano di Azione Cattolica ed io, appena laureato, per questo motivo decisi di ritornare in Calabria e poi, molti anni dopo mi hai convinto, nonostante le mie remore e le mie perplessità, ad accettare di essere il Fratello Maggiore degli Oblati Laici del Sacro Cuore di Don Mottola; in verità ritenevo che eri tu, per diritto di anzianità e di fedeltà all’idea, quello che doveva assumere quel ruolo. In questi anni sei stato con discrezione ed umiltà il nostro consigliere ed il nostro sostegno. Oggi che hai lasciato questo nostro mondo ci sentiamo disorientati e abbandonati ma siamo certi che ci sosterrai comunque, anzi sicuramente meglio di prima perché non avrai i limiti legati alla nostra umana condizione.

Quello che ci hai sempre ricordato e che tu hai vissuto con insuperabile esempio, è di essere religiosi nella realtà quotidiana del mondo, essere quei certosini della strada che il nostro fondatore ci ha proposto, rendendo vita vissuta le indicazioni della nostra regola.

Anche a te si addicono le parole che S. Paolo alla fine della sua vita ha scritto per sé: “è giunto il momento di sciogliere le vele, ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede; ora non mi resta che la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno”.

 

Grazie Dino 

 

   Tropea  li  20 - 5- 2011                                                                                                                           Giuseppe Gabrielli  O.S.C.

 

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L’avvocato  armando grillo ricorda dino fiumara

Carissimo mastro Bernardo,
Ti chiamo così, come sempre, perché Ti ho sempre ritenuto mastro (maestro) di vita e nella Tua professione.
La commozione non mi consente certamente di fare un elogio funebre ma sento il bisogno, almeno, di salutarTi fraternamente.
Mi mancherai moltissimo e mi mancheranno le nostre telefonate alle 7 del mattino nelle quali ci scambiavamo le nostre confidenze e pure pareri su nostre faccende personali.

Mancherai soprattutto alle Tue sorelle, Santina, Teresa e Susanna , ai Tuoi cognati  ed ai Tuoi nipoti ai quali hai voluto bene come un padre.
Oggi la campana suona per loro, per noi, per tutti i francavillesi, nonché, per i Tuoi amici e conoscenti, perché nei confronti di tutti sei sempre stato affettuosamente disponibile.
E così Ti ricongiungi a Tua madre, alla mia carissima fraterna amica la “maistra”, che con immenso affetto filiale hai assistito fino all’ultimo momento, molte volte sacrificando le Tue esigenze.
Nel nostro ultimo incontro al policlinico di Germaneto  mi  hai chiamato accanto al tuo letto  e mi hai sussurrato,  con la  tua consueta e straordinaria serenità cristiana,  stringendomi la mano:  “ Caro Armando,  aspettiamo il  verdetto,  ci siamo voluti bene!”.  Forse avevi previsto che sarebbe arrivato il più  tragico dei verdetti.

Arrivederci!

                                                                                                                                     Armando  

Il termine strettamente giuridico “verdetto” inserito nelle poche parole  che il povero Dino riusciva con grande fatica a sussurrare  all’ amico avvocato Armando  ci fa  dolorosamente capire  quanta  lucidità il  caro Dino riuscisse a conservare  alla vigilia  della sua drammatica  dipartita .

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In Memoria di Dino Fiumara

  Soltanto ora, ad alcuni giorni di distanza dalla perdita del caro e indimenticabile Dino, riesco a scrivere qualcosa per ricordarlo, il cuore si stringe, si avvolge di una profonda tristezza che ancora oggi è presente.

La perdita di Dino è un lutto difficile da elaborare, perché come qualcuno ha scritto “Dino era Dino e basta” unici erano il suo sorriso contagioso e la sua carica di umanità, che ci mancheranno sempre.

Dino era di una religiosità profonda, quella che tutti i giorni  si nutre della solidarietà per gli altri e del calore umano che agli altri si trasmette.

Lui ha contribuito in maniera determinante alla crescita della nostra fede, lo ringrazio per le premure personali, è stato mio padrino di cresima, mi ha accompagnato all’altare per la vestizione monastica nella chiesa in Alessandria, mi è stato vicino all’ordinazione sacerdotale in Agropoli.

L’ultimo incontro il 5 marzo scorso ho avuto modo ancora una volta di scorgere in lui la sua solidarietà e premura per i sacerdoti, e l’invito a partecipare al pellegrinaggio a Lourdes e in America nel prossimo mese di Agosto.

Dino lascia in tutti noi che abbiamo avuto l’onore e il piacere di essergli amici, un vuoto sordo, se n’è andato troppo presto, troppo in fretta.

Il dolore è grande, lo affermo anch’io, ma è più grande la mercede riposta presso Dio per chi sa sopportare, è la nostra speranza cristiana, perché in fondo nessuno muore veramente, perché nessuno può uscire da Dio, è stato come voltare pagina mentre scriveva la sua vita.

Di Dino abbiamo perduto ciò che possedevamo temporaneamente, ma si possiede per l’eternità solo ciò che si è perduto. Oggi Dino ha girato una pagina del libro eterno che Dio affida a ciascuno di noi. Prego dunque il Signore che con la sua ineffabile potenza tocchi il nostro cuore, illumini la nostra mente, ed accolga nella Luce del sua casa il nostro amico fraterno Dino.

 

Agropoli 23. 5. 2011                                                Don Vincenzo Fiumara

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Caro Dino,
Lo vedi? Oggi hai riunito intorno a te parenti e amici che addolorati e quasi increduli ti stringono in un ultimo amorevole e fraterno abbraccio.
Increduli perché tutto è avvenuto in un modo così repentino che è difficile rendersi conto che Dino Fiumara, l’amico di tutti, la persona con cui era facile confidarsi sicuri di ricevere il consiglio giusto, non è più fisicamente tra noi.
Uomo dai modi e gusti raffinati, dal cuore aperto e generoso, predisposto ad operare il bene.
Sei stato per la tua famiglia il pilastro e per la nostra piccola comunità esempio di testimonianza di fede. Quante volte ti sei avvicinato a questo leggio per leggere la parola di Dio e quante volte hai offerto il tuo prezioso contributo durante la celebrazione dei riti cristiani! Sei stato catechista; presidente dell’Azione Cattolica di Francavilla, di cui eri l’anima, e molti di noi qui presenti, insieme a te, prima da ragazzi, poi da giovani e infine da adulti, abbiamo percorso un cammino di fede che ci ha fatti crescere come cristiani. Sei stato anche il  promotore ed il compagno ideale di tante pellegrinaggi che ci hanno consentito di accrescere e fortificare la fede, ma anche di manifestare la gioia di essere cristiani.
Io credo che il valore di un uomo debba essere misurato in base a quanto questi riesce a dare: è per questo che sono convinta, caro Dino, che con te la nostra Francavilla perde un insostituibile uomo di grande valore.
Per tutto, grazie Dino.

 

Francavilla, 20 maggio 2011                                                       Franca Fiumara                                                                                                        

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francesco trimini

 

francesco trimini

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                                                                                  Ciao Dino !!!  

Alla tua porta, Amico mio, ha bussato sorella Morte, e tu ospitale, come pochi,  l’hai accolta. Hai risposto subito alla sua chiamata sapendo di non poter opporre alcuna resistenza. Così dolcemente ti sei lasciato avvolgere dal suo tetro manto e ti sei incamminato nel viaggio senza ritorno che ti ha portato lontano da noi tutti,dai tuoi affetti.

Incredulità ci invade e appare come squarcio improvviso,lacerante come ferita che si apre nella carne cruda. Difficile da sopportare e comprendere.

Tutto in poco tempo si è compiuto. “ Verrà la Morte….,diceva il poeta, …ed avrà i tuoi occhi. E con essi si è portato anche il cuore generoso che ha saputo seminare, nelle molte circostanze, vicinanza ed affetto verso gli altri.

Non sono riuscito a vederti un ultima volta, ma solo a parlarti al telefono; per comunicarti che in quel 1° maggio stavo in Piazza San Pietro,dove,se non fossi stato in quel letto d’ospedale, anche tu avresti preso parte, per la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Sono riuscito a mandarti il libro della cerimonia come ultimo gesto della mia vicinanza alle tue sofferenze e a ricordo della nostra antica e bella amicizia.

Ti era naturale dare la tua amicizia agli altri. Farti carico dei bisogni di tanti. E farlo soprattutto nella rarità del silenzio. Senza chiedere nulla in cambio o sperando di averne un ritorno. Non eri un solitario ma uno di compagnia. Inserito pienamente in una Comunità.

Tante e tante volte abbiamo ragionato insieme sul valore della Comunità e del considerarsi a vario titolo come facente parte. Amavi questo termine e lo utilizzavi spesso perché lo ritenevi fondamentale per la crescita e lo sviluppo di un paese.  

Il tuo era un bisogno quasi fisiologico di sentirti parte e fondamento di una Comunità. Tu che conosciuto hai fin dalla giovine età la dura strada dell’emigrante verso le  Americhe. Lontano dalla tua famiglia ,dai tuoi amici,lontano  dai naturali sogni dell’avvenire che ti prefiguravi e, dai tuoi progetti di adolescente. Ti ha cambiato ogni percorso maturandoti in una esperienza gravosa ma necessaria.

Ancor più tragica e pesante per la  tua condizione di orfano. Ti ha fatto maturare per  caricarti dei bisogni dei tuoi cari, verso cui hai voluto indirizzare ogni sforzo ed i tanti sacrifici fatti.

E dentro quelle sofferenze sei cresciuto e ti sei forgiato. E ti era naturale la disponibilità verso gli altri. Tanto che al tuo ritorno a Francavilla hai ripreso, seguendo una interrotta giovanile vocazione,la strada della Fede che ti ha portato ad essere protagonista nella locale Parrocchia e poi più convintamente nella Chiesa diocesana.

 Allievo sempre riconoscente del vecchio Parroco don Giuseppe Caria Gemelli. Di lui ti piaceva perpetrarne il ricordo in tutti questi anni fino a fargli dedicare una piazzetta,li dove era la sua dimora.

Avevi una grande devozione per la Madonna del Carmelo e portavi, attaccata al collo, l’effigie della Madonna,secondo la tradizione carmelitana a te cara.

Si potrebbero scrivere lunghe pagine di te e della tua azione sociale. Le hai scritte tu amico mio con la tua franchezza e naturalezza,con il tuo modo di saper stupire sempre con l’originalità delle tue idee,con la dedizione  e l’estro delle tue trovate, con il coraggio e la passione che  mettevi  in tutte le prove in cui ti cimentavi. E queste cose le trasmettevi agli altri cercando sempre di coinvolgere quanta più gente possibile per toglierli da un isolamento forzato che si respira e si vive nelle piccole realtà di paese.

E di tutte queste cose insieme piene di idealità hai saputo spargere il seme in tutta Francavilla. Piano piano,giorno dopo giorno hai acquisito quel ruolo di presenza costante di cui era difficile fare a meno.

Ci ridevamo sopra quando qualcuno  ti notiziava su cose e situazioni richiedendo un tuo intervento o quantomeno un interessamento. Eri  visto al tempo stesso ,prete confessore e parroco,sindaco e vigile.

Ogni situazione ti veniva palesata. Oggi capisco che la nostra gente aveva bisogno di te, e di te, a buona ragione, sentiva di potersi fidare.

Eri un virtuoso in cucina e hai saputo deliziarci in tanti alla tua mensa. Ti piacevano i momenti conviviali e li vedevi come momenti non solo di reciproca attenzione e conoscenza ma anche momenti di discussione e di aperto confronto. Troppi i ricordi.

Ed i tanti viaggi di scoperta della nostra Calabria. L’abbiamo girata in lungo ed in largo. Mai ti ho potuto seguire in quei viaggi dello spirito che con cura maniacale preparavi da pellegrino devoto per sentirti più vicino al Supremo Costruttore del mondo. Sapevi rendermi partecipe sempre con una cartolina dal luogo visitato. Al primo incontro conversando mi raccontavi con minuzia i particolari e le sensazioni provate.

Potrei raccontare di te tante cose. Più di tutte mi piace ricordare l’amore che ti legava a tua madre, che posso testimoniare, veneravi, ed a cui hai saputo dare nella sua vita e fino all’ultimo sofferente atto,con discrezione e dedizione completa, la riconoscenza che meritava e attenzione inusuale.

Mancherai a noi ed alla nostra gente. E sarà dura  non  ritrovarti ,anche per un istante, sul nostro percorso, compiere le tue solitarie passeggiate lungo il viale del Drago. Quanti pensieri,quanti progetti,quante riflessioni sulla vita e sulle condizioni dei più sfortunati. Insistevi su quelli. E forse anche pensavi a chi dovevi  portare il buon torrone con le mandorle, a Natale. O i regali da fare agli amici. Non dimenticavi mai le buone maniere e le occasioni per metterle in pratica. Tutto ti era naturale. E per noi l’occasione di imparare.

Ti sia lieve la terra amico mio ed il tuo spirito possa vegliare su di noi che ti ricorderemo con immutato affetto, portandoti nei nostri pensieri e nello sguardo con cui ti cercheremo in tutti i luoghi che ti hanno visto presente. Ed ogni volta che accennerò la “Strina”, che abbiamo risuscitato insieme, ricorderò di te.

Rimarrà la tua figura stagliata nell’orizzonte della vita che continua, e la vedremo sorridente darci consigli e conforto alle nostre umane indecisioni. …..Così sia!!!!

Roma lì, 19 maggio 2011

                                                                                                                       FRANCO TORCHIA  fu GIUSEPPE

 

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com