Per la seconda volta, ispirati dal nostro Santo Patrono, siamo qui, come Comunità di Fede, Speranza e Carità.
Siamo qui, spiritualmente uniti a tutti coloro che nel corso dei secoli hanno venerato San Foca.
In questo sacro luogo di riposo, a suo tempo, sono state trasportate le spoglie mortali di coloro che fermamente hanno voluto fosse San Foca il Patrono di questa Comunità parrocchiale.
E’ merito loro, se la sacra effigie che rappresenta il nostro amato santo è qui, accanto a noi.
Ed è merito di un nostro confratello in Cristo, di un sano membro di questa Comunità parrocchiale, che la stessa Statua è stata abbellita con il restauro in quel lontano 1979.
Oggi, con affetto e gratitudine io pronuncio il suo nome, di sicuro già pensato da tutti voi: Gregorino Malta! Il suo spirito, sorridente, è qui, accanto a noi.
Ne è passato di tempo, da quando, questa sacra statua, da noi gelosamente custodita, ammirata e venerata, è stata data definitivamente a questa Comunità da parte dei Padri Agostiniani!
In segno di gratitudine, nell’agosto 1985, in occasione del terzo centenario, abbiamo voluto rivivere quello storico avvenimento, quasi a voler dire: questa volta, siamo noi a scegliere San Foca come nostro Patrono.
Qualche anno dopo, abbiamo voluto rinnovare questa nostra scelta, portando San Foca nelle contrade, come esempio da imitare, e santo da pregare.
Ora siamo qui, certi della sua protezione, del suo amore.
San Foca fa essere presenti, nella nostra mente e soprattutto nel nostro cuore, i devoti di sempre, che sembrano dirci: Non sprecate la vostra vita, vivetela intensamente, gioiosamente, fruttuosamente. Andate alla ricerca dell’unico tesoro che vi riempie dentro per l’eternità. Imparate a memoria la stupenda espressione di Santa Teresa d’Avila: “Dio è tutto!”.
San Foca, uomo buono e giusto, umile e semplice, generoso e caritatevole, era soprattutto un innamorato di Gesù Cristo.
San Foca non è stato “cristiano a parole”, ma con i fatti: ha portato Cristo in sé e attorno a sé.
Ha preferito spargere il suo sangue, morire, anziché tradire, rinnegare Cristo, così come, purtroppo, continuano sistematicamente a fare tanti cosiddeti cristiani.
E’ importante, che si prenda coscienza della precarietà e della provvisorietà della nostra vita…
E’ importante riflettere, pregare, usare al meglio i talenti che Dio ci ha dato.
Mi piace concludere queste mie riflessioni, riconsacrandoci a San Foca. Utilizzeremo la preghiera scritta e divulgata nell’85, in occasione dell’evento citato.
Francavilla Angitola, Agosto 2005
Don Pasquale Sergi