MARCIA DELLA PENITENZA 25-02-2007
Migliaia di
giovani all'evento in onore di S. Francesco di Paola
"Nella tua storia... la nostra vita"
Per la quinta
volta i giovani minimi hanno attraversato le vie di Paola in nome di San
Francesco di Paola. Infatti, il 25 febbraio, prima domenica di Quaresima, si
è svolta la quinta edizione della Marcia della Penitenza,
quest’anno
dal tema “Nella tua storia…la nostra vita”. Circa seimila giovani, secondo
le stime, giunti da ogni parte
della Calabria, hanno partecipato a questo grande evento, importante per
tutta la regione: un evento preso a cuore dai vescovi calabresi, tutti
presenti nel giorno della Marcia. In prima fila il presidente della CEC
(Conferenza Episcopale Calabra) mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo
Metropolita di Reggio Calabria, che ha poi presieduto la veglia nella Nuova
Aula liturgica del Santuario di Paola, alla presenza degli altri vescovi
(presente anche il vescovo emerito di Lamezia Vincenzo Rimedio), del Padre
Generale dell’Ordine dei Minimi P. Francesco Marinelli, del Correttore
Provinciale P. Gregorio Colatorti, dei religiosi minimi, del Commissario
prefettizio di Paola Carlo Ponte, del capitano della Guardia Costiera di
Vibo Domenico Andrea Roberto Napoli, del comandante di compagnia dei
Carabinieri della stazione di Paola Marco Gagliardo e di tutti i giovani
accorsi per
essere protagonisti in questa giornata dedicata a loro.
Durante la Marcia, partita da p.zza IV Novembre e guidata da Padre Giovanni
Cozzolino, Delegato Generale dei giovani minimi, i giovani hanno potuto
ascoltare alcune testimonianze, cantare, riflettere in silenzio: “E’ una
bella esperienza, con tanti momenti di riflessione. Queste cose servono per
maturare, perché così riusciamo a capire meglio il perché delle cose” così
ci ha detto Roberto (20 anni) della parrocchia di S. Caterina di Reggio
Calabria. Un cammino penitenziale, quello di domenica, che coincide proprio
con l’inizio del periodo quaresimale per la Chiesa tutta. E al termine della
Marcia, un momento di intensa spiritualità con la veglia di preghiera in
basilica, animata dalla Corale della parrocchia di S. Croce di Catanzaro,
dove i giovani hanno pregato, riflettuto, cantato, compiuto dei gesti
significativi. Una veglia iniziata con la lettura del telegramma inviato dal
Papa Benedetto XVI, a cui ha seguito poi il saluto del Correttore Generale
Padre Francesco Marinelli il quale ha parlato di San Francesco di Paola
“come dell’uomo che ha attirato l’attenzione dei potenti del tempo e dei
deboli del tempo, avendo per gli uni e per gli altri una parola, quella
parola che è la libertà. Francesco ha potuto parlare perché uomo libero, ed
ha potuto richiamare l’attenzione di tutti proprio ripartendo da quel centro
che è Dio. Permettete” ha detto “che da questo Santuario venga rivolta una
parola di speranza a questa terra di Calabria”.
Mons. Vittorio Mondello ha esordito con una frase davvero molto forte “E
adesso ammazzateci tutti, ma noi continueremo a pregare per voi”
parafrasando il motto dei giovani della Locride. “Questa marcia si realizza
nella prima domenica di Quaresima, cioè quando noi cristiani siamo chiamati
ad un cammino di conversione. Un periodo dal quale siamo chiamati a mettere
Dio al centro, perché è la società violenta, che non rispetta la dignità
umana ad emarginare Dio. Mettendo Dio al centro” ha proseguito il presidente
della CEC “l’io troverà di che sfamarsi”.
Anche la diocesi di Lamezia ha partecipato al grande evento calabrese.
“Certamente la nostra diocesi non poteva mancare a questo appuntamento” così
mons. Luigi Cantafora “dal momento che il legame tra Lamezia e S. Francesco
di Paola è molto stretto ed ha storicamente tanti punti in comune e
Francesco è stato per la nostra popolazione un punto di riferimento, per cui
non poteva mancare a questa Marcia. La marcia” ha aggiunto poi “è un momento
significativo sia dal punto di vista dell’aggregazione dei giovani, sia per
dare delle motivazioni forti perché i giovani che in questa società sono
bombardati da mille messaggi, possano trovare quei messaggi chiari, onesti,
evangelici che possano aiutarli nella loro vita e creare in loro una vera
coscienza cristiana. Questo momento così forte rimarrà inciso nei cuori dei
giovani che a loro volta, nella loro diocesi, nei loro gruppi, potranno
riportare questi messaggi perché è sempre vero che il giovane chiama il
giovane, come il giovane porta il giovane a Cristo”.
Per Padre Giovanni Cozzolino, il Padre dei giovani minimi, con loro ideatore
cinque anni fa della Marcia della Penitenza, si realizza un grande sogno:
“Oggi per me è un sogno che si realizza, sono molto contento, perché a me
piace tanto lavorare con i giovani e so che hanno tanto bisogno di punti di
riferimento. Nei giovani minimi ci credo molto, invito tutti i giovani ad
aggregarsi sempre di più alla Consulta Generale di Pastorale Giovanile
Minima, perché è bello stare insieme alla scuola di Francesco di Paola. I
giovani devono seguire S. Francesco perché è stato il santo dei calabresi e
il più calabrese dei santi”.
Il Domani di Calabria, 1
marzo 2007
di Candida Maione
FOTO DI GIUSEPPE PUNGITORE
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"Esempio di
vita per i giovani"
Il vescovo Cantafora presente alla
marcia della penitenza a Paola
“La Chiesa di Calabria e il
Suo volto giovane”. Così recitava lo striscione della Diocesi lametina,
preparato dal Movimento
Apostolico della Parrocchia “S. Maria Immacolata” di Accaria.
Lo striscione, uno dei tanti -nel serpentone degli oltre cinquemila giovani
provenienti da ogni parte della regione-, snodatisi per le vie
principali di Paola in occasione della “V Marcia della Penitenza” (che da
quest’anno si terrà nella cittadina che ha dato i natali al Santo Taumaturgo
ogni 1^ domenica di quaresima), era preceduto dal vescovo della Diocesi di
Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora, assieme al suo segretario don Giuseppe
Montano, all’assistente diocesano del Movimento Apostolico don Antonio Fiozzo e
a padre Giovanni Sposato, superiore del convento dei Padri Minimi di Lamezia
ovest.
Durante il percorso in salita, prima di giungere al Santuario di San Francesco,
dove mons. Vittorio Mondello, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, ha
presieduto una solenne Veglia di Preghiera assieme ai vescovi calabresi,
“Calabria Ora” ha avvicinato il vescovo Luigi Cantafora ed ha chiesto il
significato della presenza dei vescovi delle Chiese di Calabria a questa Marcia
penitenziale, che, ricordiamolo, cade proprio nel V Centenario della morte del
Santo della <<Charitas>>. “Una presenza certamente doverosa –ha innanzitutto
affermato il nostro Pastore-, perché nella fatica dei vescovi è importante
puntare sulla fascia dei fedeli giovani che sono la speranza della Chiesa. E
questa Marcia in onore di San Francesco significa anche l’accompagnamento della
Chiesa, e quindi dei vescovi”.
Ma cosa direbbe –altra domanda- Francesco ai giovani di oggi? “Io credo
–risponde monsignor Luigi Cantafora- che San Francesco direbbe una cosa
importante, che è la sfida delle sfide: cioè credere fermamente che in Gesù
Cristo c’è l’unico senso della nostra vita, la chiave di volta di tutta la
nostra esistenza”. A parere del vescovo di Lamezia Terme, “anche questa
quaresima penitenziale che Francesco ha vissuto in tutta la sua vita, riproposta
ai giovani, oggi, non è qualcosa di anacronistico o di pesante, ma la quaresima
vuole essere quel periodo di innamoramento, dove Francesco gridava continuamente
carità, carità, appunto a significare che la quaresima è questa capacità da
parte dei giovani di poter vivere questo tempo innamorandosi sempre più del
Signore, scoprendo –spiega ancora il vescovo- l’amore gratuito di Dio, l’agape
di Dio e nel contempo scoprendo come Dio ha una grande passione per l’uomo”.
Infine, durante il cammino, ci siamo fatti spiegare il tema della CEC
(Conferenza episcopale calabra) scelto quest’anno per la marcia, ovvero <<Nella
tua storia… la nostra vita>>. “Certamente –sottolinea monsignor Luigi Cantafora-
ognuno ha una storia, ognuno ha una vita, ognuno è un progetto di Dio. Certo
–aggiunge- la vita di Francesco può essere un modello attraverso il quale il
giovane può ripercorrere la sua vita, ponendo sempre il proprio orecchio
all’ascolto di Dio, perché Francesco è stato uno che ha ascoltato Dio, e nella
misura in cui lo ha ascoltato, lo ha contemplato, lo ha rivissuto come carità
nella sua vita e lo ha manifestato –conclude il presule- attraverso tantissimi
segni, che sono poi i segni che hanno come causa questa intima unità tra Cristo
e Francesco”.
Calabria Ora, 27 febbraio 2007 di Antonio Cataudo
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P. Giovanni Cozzolino
Delegato Generale
della Consulta si Pastorale Giovanile Minima
Santuario S. Francesco di Paola
87064 - Corigliano Calabro
tel. e fax 0983/81016
A tutti i Vescovi delle Chiese di Calabria
Un Grazie di cuore per la Marcia della Penitenza dei giovani calabresi
Ecc.zea Rev.me
voglio esprimere la mia gioia e il mio ringraziamento, a nome dei giovani della Calabria, per il suo coinvolgimento nell’iniziativa della “Marcia della Penitenza” a Paola, con la relativa Veglia di preghiera: è stata davvero bella, tanto da sembrare una GMG calabrese.
Penso che sia stato un bel messaggio ai nostri giovani, per dare loro coraggio nell’essere veri cristiani. in una società che vuole sbarazzarsi di tradizioni millenarie e della stessa ragione umana, per trasformarsi in un passivo contenitore, dove si rincorrono e si alternano suggestioni ingannevoli e contraddittorie.
E tutto ciò è in sintonia con lo scenario evocato dal Papa nel Suo appello, che è risuonato, ultimamente, nella Sala Clementina, e che, non a caso, coinvolge senza distinzioni pastori e laici, mondo della cultura e della scienza, professionisti e politici. Davvero l'eclissi della coscienza minaccia di spazzare via gli ultimi argini in grado di difendere la vita, di tutelarne appieno i diritti, soprattutto quelli dei più deboli e indifesi.
Penso che la nostra “Marcia” debba dare coraggio nel saper alzare lo sguardo oltre l'orizzonte tranquillizzante delle proprie pigrizie, di scuotere via la neghittosità. I credenti stessi, sovente incapaci di percepire le minacce incombenti, rischiano di essere "sopraffatti" e ricacciati dalla "pressione collettiva" in una sorta di rassegnazione accidiosa, anticamera della resa.
L'amore verso Cristo spinge il nostro Papa Benedetto a risvegliare la coscienza dei credenti e di tutti gli uomini di buona volontà da un torpore per certi versi inspiegabile e a rivitalizzarla, nutrendola di quella razionalità, che discende dalla stessa dignità dell'uomo e dalla verità sulla sua origine: l'"impresa" corale che il Pontefice sollecita ha questo obiettivo, che è lo stesso della “Marcia della penitenza”, fin dal suo esordio.
La Calabria vivrà, in questo primo ventennio del secolo, anni bellissimi con San Francesco di Paola: 1507 anniversario della morte; 1516 anniversario della nascita; 1519 anniversario della canonizzazione. La “Marcia della penitenza” può diventare, allora, un appuntamento annuale per i giovani calabresi, i quali, con i loro Pastori, potranno prepararsi ad essa con itinerari formativi ben programmati per la formazione di quella retta coscienza, che riuscirà a sconfiggere i mali atavici della nostra Regione.
E’ un impegno affascinante per collaborare tutti insieme per una “mobilitazione delle coscienze” alla conquista di una razionalità, illuminata e sorretta dalle fede, che miri alla verità delle cose, pensando alla nobiltà del compito affidato da Dio ad ogni uomo. Possiamo realizzare tutto questo con San Francesco di Paola per alimentare di nuovo negli uomini del nostro tempo la passione della bellezza morale.
Penso che ne valga davvero la pena. A beneficiarne saranno soprattutto ai giovani, perché da questo nostro impegno riceveranno forza e coraggio.
P. Giovanni Cozzolino
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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com