Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 MARCIA DELLA PENITENZA 25-02-2007

Migliaia di giovani all'evento in onore di S. Francesco di Paola
"Nella tua storia... la nostra vita"


Per la quinta volta i giovani minimi hanno attraversato le vie di Paola in nome di San Francesco di Paola. Infatti, il 25 febbraio, prima domenica di Quaresima, si è svolta la quinta edizione della Marcia della Penitenza, quest’anno dal tema “Nella tua storia…la nostra vita”. Circa seimila giovani, secondo le stime, giunti da ogni parte della Calabria, hanno partecipato a questo grande evento, importante per tutta la regione: un evento preso a cuore dai vescovi calabresi, tutti presenti nel giorno della Marcia. In prima fila il presidente della CEC (Conferenza Episcopale Calabra) mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria, che ha poi presieduto la veglia nella Nuova Aula liturgica del Santuario di Paola, alla presenza degli altri vescovi (presente anche il vescovo emerito di Lamezia Vincenzo Rimedio), del Padre Generale dell’Ordine dei Minimi P. Francesco Marinelli, del Correttore Provinciale P. Gregorio Colatorti, dei religiosi minimi, del Commissario prefettizio di Paola Carlo Ponte, del capitano della Guardia Costiera di Vibo Domenico Andrea Roberto Napoli, del comandante di compagnia dei Carabinieri della stazione di Paola Marco Gagliardo e di tutti i giovani accorsi per essere protagonisti in questa giornata dedicata a loro.
Durante la Marcia, partita da p.zza IV Novembre e guidata da Padre Giovanni Cozzolino, Delegato Generale dei giovani minimi, i giovani hanno potuto ascoltare alcune testimonianze, cantare, riflettere in silenzio: “E’ una bella esperienza, con tanti momenti di riflessione. Queste cose servono per maturare, perché così riusciamo a capire meglio il perché delle cose” così ci ha detto Roberto (20 anni) della parrocchia di S. Caterina di Reggio Calabria. Un cammino penitenziale, quello di domenica, che coincide proprio con l’inizio del periodo quaresimale per la Chiesa tutta. E al termine della Marcia, un momento di intensa spiritualità con la veglia di preghiera in basilica, animata dalla Corale della parrocchia di S. Croce di Catanzaro, dove i giovani hanno pregato, riflettuto, cantato, compiuto dei gesti significativi. Una veglia iniziata con la lettura del telegramma inviato dal Papa Benedetto XVI, a cui ha seguito poi il saluto del Correttore Generale Padre Francesco Marinelli il quale ha parlato di San Francesco di Paola “come dell’uomo che ha attirato l’attenzione dei potenti del tempo e dei deboli del tempo, avendo per gli uni e per gli altri una parola, quella parola che è la libertà. Francesco ha potuto parlare perché uomo libero, ed ha potuto richiamare l’attenzione di tutti proprio ripartendo da quel centro che è Dio. Permettete” ha detto “che da questo Santuario venga rivolta una parola di speranza a questa terra di Calabria”.
Mons. Vittorio Mondello ha esordito con una frase davvero molto forte “E adesso ammazzateci tutti, ma noi continueremo a pregare per voi” parafrasando il motto dei giovani della Locride. “Questa marcia si realizza nella prima domenica di Quaresima, cioè quando noi cristiani siamo chiamati ad un cammino di conversione. Un periodo dal quale siamo chiamati a mettere Dio al centro, perché è la società violenta, che non rispetta la dignità umana ad emarginare Dio. Mettendo Dio al centro” ha proseguito il presidente della CEC “l’io troverà di che sfamarsi”.
Anche la diocesi di Lamezia ha partecipato al grande evento calabrese.
“Certamente la nostra diocesi non poteva mancare a questo appuntamento” così mons. Luigi Cantafora “dal momento che il legame tra Lamezia e S. Francesco di Paola è molto stretto ed ha storicamente tanti punti in comune e Francesco è stato per la nostra popolazione un punto di riferimento, per cui non poteva mancare a questa Marcia. La marcia” ha aggiunto poi “è un momento significativo sia dal punto di vista dell’aggregazione dei giovani, sia per dare delle motivazioni forti perché i giovani che in questa società sono bombardati da mille messaggi, possano trovare quei messaggi chiari, onesti, evangelici che possano aiutarli nella loro vita e creare in loro una vera coscienza cristiana. Questo momento così forte rimarrà inciso nei cuori dei giovani che a loro volta, nella loro diocesi, nei loro gruppi, potranno riportare questi messaggi perché è sempre vero che il giovane chiama il giovane, come il giovane porta il giovane a Cristo”.
Per Padre Giovanni Cozzolino, il Padre dei giovani minimi, con loro ideatore cinque anni fa della Marcia della Penitenza, si realizza un grande sogno: “Oggi per me è un sogno che si realizza, sono molto contento, perché a me piace tanto lavorare con i giovani e so che hanno tanto bisogno di punti di riferimento. Nei giovani minimi ci credo molto, invito tutti i giovani ad aggregarsi sempre di più alla Consulta Generale di Pastorale Giovanile Minima, perché è bello stare insieme alla scuola di Francesco di Paola. I giovani devono seguire S. Francesco perché è stato il santo dei calabresi e il più calabrese dei santi”.


Il Domani di Calabria, 1 marzo 2007
di Candida Maione
 

 FOTO  DI  GIUSEPPE  PUNGITORE

 

"Esempio di vita per i giovani"
Il vescovo Cantafora presente alla marcia della penitenza a Paola

“La Chiesa di Calabria e il Suo volto giovane”. Così recitava lo striscione della Diocesi lametina, preparato dal Movimento Apostolico della Parrocchia “S. Maria Immacolata” di Accaria.
Lo striscione, uno dei tanti -nel serpentone degli oltre cinquemila giovani provenienti da ogni parte della regione-, snodatisi per le vie principali di Paola in occasione della “V Marcia della Penitenza” (che da quest’anno si terrà nella cittadina che ha dato i natali al Santo Taumaturgo ogni 1^ domenica di quaresima), era preceduto dal vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora, assieme al suo segretario don Giuseppe Montano, all’assistente diocesano del Movimento Apostolico don Antonio Fiozzo e a padre Giovanni Sposato, superiore del convento dei Padri Minimi di Lamezia ovest.
Durante il percorso in salita, prima di giungere al Santuario di San Francesco, dove mons. Vittorio Mondello, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, ha presieduto una solenne Veglia di Preghiera assieme ai vescovi calabresi, “Calabria Ora” ha avvicinato il vescovo Luigi Cantafora ed ha chiesto il significato della presenza dei vescovi delle Chiese di Calabria a questa Marcia penitenziale, che, ricordiamolo, cade proprio nel V Centenario della morte del Santo della <<Charitas>>. “Una presenza certamente doverosa –ha innanzitutto affermato il nostro Pastore-, perché nella fatica dei vescovi è importante puntare sulla fascia dei fedeli giovani che sono la speranza della Chiesa. E questa Marcia in onore di San Francesco significa anche l’accompagnamento della Chiesa, e quindi dei vescovi”.
Ma cosa direbbe –altra domanda- Francesco ai giovani di oggi? “Io credo –risponde monsignor Luigi Cantafora- che San Francesco direbbe una cosa importante, che è la sfida delle sfide: cioè credere fermamente che in Gesù Cristo c’è l’unico senso della nostra vita, la chiave di volta di tutta la nostra esistenza”. A parere del vescovo di Lamezia Terme, “anche questa quaresima penitenziale che Francesco ha vissuto in tutta la sua vita, riproposta ai giovani, oggi, non è qualcosa di anacronistico o di pesante, ma la quaresima vuole essere quel periodo di innamoramento, dove Francesco gridava continuamente carità, carità, appunto a significare che la quaresima è questa capacità da parte dei giovani di poter vivere questo tempo innamorandosi sempre più del Signore, scoprendo –spiega ancora il vescovo- l’amore gratuito di Dio, l’agape di Dio e nel contempo scoprendo come Dio ha una grande passione per l’uomo”.
Infine, durante il cammino, ci siamo fatti spiegare il tema della CEC (Conferenza episcopale calabra) scelto quest’anno per la marcia, ovvero <<Nella tua storia… la nostra vita>>. “Certamente –sottolinea monsignor Luigi Cantafora- ognuno ha una storia, ognuno ha una vita, ognuno è un progetto di Dio. Certo –aggiunge- la vita di Francesco può essere un modello attraverso il quale il giovane può ripercorrere la sua vita, ponendo sempre il proprio orecchio all’ascolto di Dio, perché Francesco è stato uno che ha ascoltato Dio, e nella misura in cui lo ha ascoltato, lo ha contemplato, lo ha rivissuto come carità nella sua vita e lo ha manifestato –conclude il presule- attraverso tantissimi segni, che sono poi i segni che hanno come causa questa intima unità tra Cristo e Francesco”.

Calabria Ora, 27 febbraio 2007     di Antonio Cataudo                             

  --------------------------------------------------                                            

P. Giovanni Cozzolino

Delegato Generale

della Consulta si Pastorale Giovanile Minima

Santuario S. Francesco di Paola

87064 - Corigliano Calabro

tel. e fax  0983/81016

 

                                                                                              A tutti i Vescovi delle Chiese di Calabria

 

 

Un Grazie di cuore per la Marcia della Penitenza dei giovani calabresi

 

Ecc.zea Rev.me

 

voglio esprimere la mia gioia e il mio ringraziamento, a nome dei giovani della Calabria, per il suo coinvolgimento nell’iniziativa della “Marcia della Penitenza” a Paola, con la relativa Veglia di preghiera: è stata davvero bella, tanto da sembrare una GMG calabrese.

Penso che sia stato un bel messaggio ai nostri giovani, per dare loro coraggio nell’essere veri cristiani. in una società che vuole sbarazzarsi di tradizioni millenarie e della stessa ragione umana, per trasformarsi in un passivo contenitore, dove si rincorrono e si alternano suggestioni ingannevoli e contraddittorie.

E tutto ciò è in sintonia con lo scenario evocato dal Papa nel Suo appello, che è risuonato, ultimamente, nella Sala Clementina, e che, non a caso, coinvolge senza distinzioni pastori e laici, mondo della cultura e della scienza, professionisti e politici. Davvero l'eclissi della coscienza minaccia di spazzare via gli ultimi argini in grado di difendere la vita, di tutelarne appieno i diritti, soprattutto quelli dei più deboli e indifesi.

Penso che la nostra “Marcia” debba dare coraggio nel saper alzare lo sguardo oltre l'orizzonte tranquillizzante delle proprie pigrizie, di scuotere via la neghittosità. I credenti stessi, sovente incapaci di percepire le minacce incombenti, rischiano di essere "sopraffatti" e ricacciati dalla "pressione collettiva" in una sorta di rassegnazione accidiosa, anticamera della resa.

L'amore verso Cristo spinge il nostro Papa Benedetto a risvegliare la coscienza dei credenti e di tutti gli uomini di buona volontà da un torpore per certi versi inspiegabile e a rivitalizzarla, nutrendola di quella razionalità, che discende dalla stessa dignità dell'uomo e dalla verità sulla sua origine: l'"impresa" corale che il Pontefice sollecita ha questo obiettivo, che è lo stesso della “Marcia della penitenza”, fin dal suo esordio.

La Calabria vivrà, in questo primo ventennio del secolo, anni bellissimi con San Francesco di Paola: 1507 anniversario della morte; 1516 anniversario della nascita; 1519 anniversario della canonizzazione. La “Marcia della penitenza” può diventare, allora, un appuntamento annuale per i giovani calabresi, i quali, con i loro Pastori, potranno prepararsi ad essa con itinerari formativi ben programmati per la formazione di quella retta coscienza, che riuscirà a sconfiggere i mali atavici della nostra Regione. 

E’ un impegno affascinante per collaborare tutti insieme per una “mobilitazione delle coscienze” alla conquista di una razionalità, illuminata e sorretta dalle fede, che miri alla verità delle cose, pensando alla nobiltà del compito affidato da Dio ad ogni uomo. Possiamo realizzare tutto questo con San Francesco di Paola per alimentare di nuovo negli uomini del nostro tempo la passione della bellezza morale.

Penso che ne valga davvero la pena. A beneficiarne saranno soprattutto ai giovani, perché da questo nostro impegno riceveranno forza e coraggio.

           

 

P. Giovanni Cozzolino

                     

TORNA  ALLE  NEWS                       TORNA ALLA PAGINA DI SAN FRANCESCO

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com

Google