Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

 

IL QUOTIDIANO  21-02-2006

 

SEMINARIO DI STUDI A 500 ANNI DELLA FONDAZIONE DELLA REGOLA DEI FRATI MINIMI

 

 

 

 GLI INSEGNAMENTI DI SAN FRANCESCO

 

 

 

           EVIDENZIATO , TRA L’ALTRO, IL FORTE  VALORE  UMANO  DEL SANTO DI PAOLA

 

 

 

 

PIZZO -18-2-2006 - Davvero corposo è stato il seminario di studi sui 500 anni della, Regola dei Frati Minimi organizzato all' Hotel Marinella dalla, comu­nità dei padri Minimi della parrocchia di San Rocco e San Francesco di Paola., in previsione della settimana sociale delle chiese calabresi che si svolgerà a Vibo Marina dal 2 a16 marzo prossimi, su specifica idea, di padre Gaetano Nicolaci.

Diversi gli interventi segui­ti all'introduzione ed al salu­to del correttore provinciale padre Gregorio Colatorti, che ha affermato l'amore e la de­vozione al padre fondatore San Francesco, esprimendo la gioia per la presenza del rettore generale dell'ordine dei Minimi padre Giuseppe Fiorini Morosini, rivolgendo i ringraziamenti al sindaco della città Franco Falcone, ed i saluti ai confratelli, religio­si e religiose, ai terziari, alla comunità, francescana, di Piz­zo, a padre Gaetano che ha avuto la felice intuizione dell’’incontro.

«Questo è un momento che ci arricchisce, perché oggi la chiesa calabra addita San Francesco come il calabrese doc, uomo e santo che col suo carisma è un patrimonio di valori morali e sociali per il rilancio dei calabresi nel mondo. La nostra terra - ha affermato il correttore pro­vinciale - rinascerà se saprà scommettere su Francesco di Paola che riassume i tratti migliori della generosa terra calabra e che ha rappresentato una presenza profetica,. Egli fu un uomo di fede a cui si è sempre richiamato nelle sue azioni, unito con Dio si sentiva unito con gli uomini e l'amore in tutti sensi gli ha consentito di costruire una vera comunità umana, lui, che fu uomo di speranza e di carità senza finzioni e dop­piezze, profeta e costruttore di pace, che c'invita a recupe­rare i valori cardini umani e sociali. E noi, quali suoi di­scepoli, vogliamo essere pre­senti ad evangelizzare que­sta terra».

Padre Fiorini Morosini ha esplicitato la Regola france­scana, con una premessa fondamentale e cioè che quando ci si accosta a San Francesco è necessario affer­mare l'unità della persona che ha scelto il primato di Dio, altrimenti non si riesce a comprendere tutta la sua azione ed il suo impegno scaturito dalla, fede, perciò da questa regola, non si può pre­scindere. Quindi, egli ha puntualizzato alcuni principi che riguardano l'impegno generale dell'uomo, cui il santo paolano offre la peni­tenza per la vita come molla, per andare avanti: «Siamo dinnanzi all’ esperienza di vi­ta di un profeta che lancia messaggi attraverso gesti e scelte forti concesse da Dio che talvolta ci lasciano scon­certati, sono indicazione che stanno alla, base del Vangelo e c'è una penitenza in funzio­ne della, qualità della, vita dell’ uomo, ora, in questo mon­do, come condizione della vi­ta che ci attende. San France­sco - ha proseguito padre Mo­rosini - ci ha proposto una qualità di vita per la, quale l'uomo può essere felice, con l'impegno, della lotta e della, penitenza per 1'affermazione di valori umani che richiedo­no sacrifici, ma che elevano la dignità dell'uomo e della famiglia,. Penitenza che non. vuole demolire la vita, ma che è in funzione dei valori della vita, e che sostiene la "Conversione" quale regola primaria».

Per quanto attiene al rap­porto col mondo, la, "Regola,°' francescana propone di fug­gire dal mondo, vale a dire l’emigrare tipico della spiri­tualità, medievale, ma avendo ben presente che l'attesa dell' eternità non distoglie dal

 mondo e non nega l'impegno nella, costruzione della, so­cietà terrena. Principi della vita associata sono 1'obbe­dienza e la, correzione reci­proca, ed ecco perché, ha pre­cisato padre Morosini, il "su­periore" è chiamato "corret­tore", poiché correggendo prima se stesso possa correg­gere poi gli altri: `Bisogna sapersi immedesimare nella realtà delle debolezze umane e chi non sa obbedire non sa comandare. La vita associata va fondata nella consapevo­lezza del proprio limite, met­tendosi in atteggiamento di collaborazione e d'aiuto agli altri, da cui scaturisce il biso­gno dell'aiuto l'uno con l'al­tro, senza di cui non c'è aper­tura, ma chiusura, a partire dalla famiglia. La "Comu­nità" è il luogo dove far cre­scere insieme la qualità della vita, aiutandoci insieme, con la consapevolezza di cammi­nare insieme, sopportandosi uno con l'altro, camminando

insieme ed orientati recipro­camente a crescere: non si cresce se tutti non ci mettia­mo in una situazione di cre­scita, e tutti dobbiamo colla­borare per correggerci attra­verso l'accoglienza reciproca,, con la volontà di condividere i beni materiali, le difficoltà, i successi e gli insuccessi, col­laborazione, dialogo, sapen­do tacere al momento oppor­tuno; col perdono reciproco che rinnova la vita di comu­nione, e non cercare la puni­zione nel fratello che ha sbagliato per vendetta, ma la conversione che redime, nel­la consapevolezza che la, mi­sericordia non è acquiescen­za al male". Sono seguiti, poi, gli interventi dello storico dell'ordine padre Rocco Ben­venuto e del professore Anto­nio Monorchio, mentre le conclusioni dei lavori sono state fatte da monsignor Do­menico Tarcisio Cortese, ve­scovo di Mileto-Nícotera-Tro­pea, il quale, in alcuni pas­saggi, è stato molto duro, ri­chiamando che l’amore si de­ve muovere su due fronti contemporaneamente, su quello della, testimonianza e su quello della speranza, sull’ esempio di San Francesco, che ogni cristiano deve con­cretizzare. Ed è stato a que­sto punto che monsignor Cortese, dopo aver affermato che basta la presenza di un solo giusto per annullare la malvagità degli altri uomini, ha detto con forza: «Oggi as­sistiamo ad un fatto gravissi­mo, un ministro è stato chia­mato a dimettersi per la sua insipienza e demenza».

Francesco, ha proseguito il vescovo; è uno di questi giu­sti e tutti gli uomini si devo­no confrontare con la santità .di cui egli è portatore, oggi il cristiano ha ridotto i santi a delle semplici figurine di car­ta, mistificando il Vangelo, mentre è urgente "ricentra­re" il senso vero della fede cristiana, di cui i santi sono il riflesso: «Convertitevi al Van­gelo - ha ammonito il vescovo Cortese - convertendo verso Dio, dando a lui il cuore, per essere anche uomo sociale, poiché la santità, per sua na­tura, è anche sociale, mentre oggi si assiste ad un disordi­ne ed ad una rottura sociale, ad una rottura con Dio, allo scontro dell'uomo lupo con­tro l'altro uomo, quando in­vece è necessario tornare al senso della fraternità. Abbia­mo bisogno - ha concluso monsignor Cortese - di testi­moni di speranza come San Francesco di Paola, che sap­piano mostrare Dio, perchè i santi sono portatori di spe­ranza e amore, ma per fase questo bisogna rivalutare il cuore, come ha fatto France­sco che da calabrese seppe amare profondamente la sua terra, guardando alle cose positive e non come fa il Tg3, che è diventato l'organo della mafia in Calabria, poiché ri­porta solo notizie negative».

 

IL QUOTIDIANO 21-02-2006 

              

ALBUM FOTO DI GIUSEPPE PUNGITORE

         

 

 

 SALUTO DI PADRE GAETANO NICOLACI

 

RELAZIONE DEL  P . PROVINCIALE  GREGORIO  COLATORTI

 

 

L' INTERVENTO DEL PADRE GENERALE  REV.  MOROSINI

 

 

 

INTERVENTO DEL PROF. A.. MONORCHIO

 

 

TRA I PARTECIPANTI  IL VICE SINDACO DI FRANCAVILLA   ANG.  ANTONIO ARACRI

 

 

REV. PADRE  ROCCO BENVENUTO  STORICO DELL'ORDINE DEI MINIMI .

 

 

 

 

SALUTO DEL SINDACO DI PIZZO FRANCESCO FALCONE

 

 

INTERVENTO CONCLUSIVO DEL VESCOVO DI MILETO MONS. DOMENICO CORTESE

 

 

 

   torna alla pagina di san francesco