4 aprile 1464: San Francesco di
Paola
attraversa miracolosamente lo
stretto di Messina!!!!
una breve anteprima del mio prossimo
libro….!
di P. Giovanni Cozzolino, O. M.
San Francesco di
Paola e il miracolo dello stretto di Messina: storia o leggenda?
Che strano, il miracolo più bello dal punto di vista evangelico, che
ha ispirato artisti di ogni genere, come poeti, pittori e musicisti,
ottenuto dal Signore da San Francesco di Paola nell’attraversare lo
Stretto di Messina camminando, con il suo mantello, sulle onde mare
è avvolto da un mistero storico, che cercheremo di comprendere
meglio con questo nostro studio.
Dimostreremo, con il presente studio, “contro quanti vogliono
mettere in discussione il prodigio, spiegandolo con strani
riferimenti mitologici, che hanno come fondamento solo la loro
prolifera fantasia, fondata e formata sui preconcetti razionalistici
che il sovrannaturale non esiste” (1), che, invece, lo
strepitoso prodigio è un fatto storico realmente accaduto, come
possiamo già affermare, facendo una lettura attenta e critica delle
Fonti Minime Primarie e delle Fonti Civili Originali.
Certo, scrivere sulle Origini di San Francesco di Paola e sulla
Famiglia Minima da lui fondata è davvero faticoso, per cui
affronteremo il presente lavoro da storico “puro”, tenendo fermi
alcuni punti certi della storiografia Minima.
Itinerario
del primo viaggio che San Francesco di Paola percorre nell’andare
nel 1464 in Sicilia partendo da Paterno Calabro
Il nostro Santo parte da Paterno, nel manoscritto della Città di
Milazzo, ecco la fonte civile del miracolo dello Stretto,
che coincide, poi, con quelle Minime che testimoniano il prodigio, è
scritto “come il santo promise” e ribadiamo “a commun consolazione”
dei Milazzesi e, quindi, il prima possibile nello stesso anno, e non
rimandando a chissà quale tempo, proprio lui che è il santo della
carità, della tenerezza e della consolazione.
Dal Processo Calabro sappiamo che il 1 aprile si trova ad Arena, per
cui riteniamo che verso la fine di marzo del 1464, Francesco,
assieme al milazzese fra Francesco Maiorano, partono da Paterno.
C’è da dire che questo primo viaggio in Sicilia il nostro Santo lo
compie veramente come eremita viandante, assieme al suo compagno,
affidandosi a Dio, da povero eremita, con l’amore alla sua grotta
per riposarsi, e con il suo bastone, perché, pur avendo 48 anni,
sappiamo dalla Vita dell’Anonimo (41), che mentre costruiva il
convento di Paola, si era rotto il femore.
Nel viaggio che compie, abbiamo la presenza di grotte ad Altilia, ad
Arena, a Soreto, a Vazzani e il suo passaggio è attestato a
Francavilla Angitola, via di passaggio obbligatoria e qui il nostro
Santo vi passa sia nel 1464, poi da Tropea, ospitato nella casa del
parroco, sale a Jonadi (Proc. Calabro tt. 9 e 22), ecco le
Fonti Minime che attestano il prodigio, Galatro, Plaesano,
“ove il 1 aprile raggiunsero il passo di Borrello, 1′ odierna
Laureana di Borrello, sulla riva del fiume Metrano. La sua presenza
in questa zona è attestata dalla deposizione al Processo Calabro del
ventiduesimo teste, tale Bernardino de loco Lovanaro” del territorio
di Arena, che ricorda l’incontro sul passo del Borrello, tra
Francesco e una comitiva di nove viandanti di Arena direti ‘ad
planam Terra novae’ Terranova Sappominulio, presso Palmi. Da
Borrello raggiunse Palmi e via via a Catona, il punto d’imbarco più
vicino a Messina e il più comodo per il traghetto.
Il 4 aprile arriva a Catona e compie il passaggio miracoloso
dello Stretto di Messina, perché, dagli scrittori siciliani,
sappiamo che era presso una abitazione dei Raffa, a Gesso e il 4
aprile 1464 raggiunse Milazzo), questa località coincide con quella
del manoscritto della Città di Milazzo che afferma “il Casale del
Gesso” e “il 4 aprile 1464 raggiunse Milazzo”.
San Francesco di Paola rimane per alcuni mesi a Milazzo, portando
quella consolazione che gli era stata richiesta, diventando “predica
salutare” del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, e ottenendo per
intercessione prodigi a salvezza soprattutto degli ammalati e degli
ultimi, diffondendo l’amore alla vita (già appena mette piede sul
suolo siciliano fa ritornare in vita un impiccato!).
Dalla Lettera autentica a Simone d’Alimena del 7 dicembre 1464,
veniamo a sapere che è già ritornato a Paterno Calabro (49), per cui
ritorna in Sicilia ritorna dopo il 10 settembre 1481 e, ottenuto il
benestare del neo Arcivescovo di Messina mons. Pietro De Luna apre
l’eremo nei pressi dell’ oratorio S. Biagio, cedutogli dalle
autorità cittadine e inzia a costruire il convento, che quando anni
dopo verrà ultimato sarà dedicato a Gesù e Maria, il 17 gennaio
1482.
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