DA KIEV A FRANCAVILLA ANGITOLA La Medaglia trovata sul Piano di Brossi e religiosità greco-orientale. ^^^^^^^^^^^^^ di Vincenzo Ruperto
Correva l’anno 1982 quando tutto il centro abitato( da Adièrto, parte alta del paese, a Pendìno, la parte bassa) di Francavilla era diventato un grande cantiere per i lavori dell’ammodernamento delle reti fognaria e idrica. Si proseguiva con qualche difficoltà a causa delle grotte sottostanti Corso Servelli-Corso Mannacio-Via Roma-Via Castello, scavate nel duro tufo da tempi immemorabili, adattate nei secoli a vari usi e sino alla fine del ‘900 a comodi luoghi per la conservazione del vino, dell’olio di oliva, di altre ‘robbe’ necessarie alla famiglia,tenute pulite al pari delle stanze della casa. Oggi non più. Arrivati a Piazza Marconi (per i naturali Piano di Brossi) i martelli pneumatici sprofondarono in terreno molle e non tufaceo. Gli operai presero pale e picconi e, dopo aver tolto più di un metro di terriccio, videro, con loro stupore, apparire delle ossa. Si erano imbattuti nelle fosse-ossario sulle quali insisteva la vecchia Chiesa di San Foca Martire completamente distrutta dal terremoto del 1783. Per giorni e giorni furono trasportati quei miseri resti al Cimitero comunale. Numerosi furono i cittadini che si attardavano a curiosare, anche perchè si era diffusa la voce che erano state rinvenute monete, medaglie e collane d’oro. Quando già era terminato il trasporto delle ossa al Cimitero domandai agli amici operai cosa veramente era successo e cosa avevano trovato . Mi confermarono che in effetti avevano trovato alcune monete e medaglie, anche qualche collanina, ma non erano d’oro bensì di ‘ rame ottonato’. Mi regalarono una medaglia ancora non completamente pulita e notai da una parte la figura di una Madonna col Bambino con scritte in cirillico, dall’altra parte una figura di santo con una palma sulla spalla destra e sulla mano sinistra una specie di serpente con la scritta MARTYR. Pensai si trattasse di una medaglia raffigurante San Foca Martire e una Madonna col Bambino. Dopo quasi trenta anni, per puro caso, venni a trovare quella medaglia di ‘rame ottonato’. Era quasi completamente pulita, la crosta iniziale di terra, calce o altro simile materiale non c’era più, si era depositata nel fondo del contenitore. Notai subito che non si trattava dell’immagine di San Foca, vi era la scritta MARTYR , ma sulla parte opposta vi era scritto IOSAPHAT, sulla mano sinistra non vi era il serpente ma un bastone. Conclusione: la medaglia rappresenta San Giosafat e dall’altro verso una Madonna col Bambino.
Ed ecco come si presente ora la medaglia nella sua grandezza naturale
Madonna col Bambino(Theotikòs) con scritte in cirillico e la figura di San Giosefat Martire.
Bella la Madonna con il Bambino, altrettanto bella, quanto maestosa, la figura di San Giosefat Kuncewycz Martire e Vescovo. Incisione perfetta che riporta l’emblema tipico del Santo con i suoi paramenti sacri di vescovo, la palma ed il bastone pastorale, ma anche il suo martirio con l’ascia sul capo pronta a colpire.
L’immagine di San Giosefat ingrandita (sx b/n- dx colori).
Ecco invece come viene raffigurato il Santo nell’iconografia greco-ortodossa.
Giosefat Kuncewycz fu un monaco basiliano nato nel 1580 a Volinia in Ucraina e morto a Vicebsk sempre in Ucraina 1l 12 novembre 1663. Nello scontro intenso che vi fu tra ortodossi tradizionalisti e quelli di rito greco detti Uniati( dall’Unione tra la Chiesa Rutena e quella di Roma nella città di Brest quando venne riconosciuta l’autorità del Papa da parte degli Ortodossi di rito greco). Il suo vero nome era Giovanni , ma entrato nel monastero di San Basilio della SS.ma Trinità a Vilnius, prese il nome di Giosefat. Fu un un fervente predicatore molto ascoltato e temuto. Divenne Archimandrita del suo Monastero e poi arcivescovo di Polach in Bielorussia. Fu il fondatore dell’Ordine Basiliano di San Giosafat( Ordo Basilianus Sancti Iosaphat). Questo Ordine ebbe un ruolo importante nella diffusione del Cristianesimo in Oriente, specialmente in Ucraina. Giosafat fece costruire la Cattedrale di Kiev e numerose altre chiese. Fu un grande educatore, aveva composto un catechismo per il popolo. E’ stato uno dei maggiori riformatori del monachesimo di rito greco secondo il modello degli ordini religiosi occidentali. Fu ucciso da un gruppo di fanatici ortodossi tradizionalisti. La beatificazione di Giosafat avvenne il 16 maggio 1643 e la canonizzazione nell’anno 1876. Nella medaglia la presenza dell’ascia sulla testa fa pensare che vi sia stata decapitazione, ma potrebbe simboleggiare il martirio del santo.
Sulla religiosità cristiana greco-orientale.
La religiosità greco-orientale a Francavilla ha lontanissime origini. Il suo Protettore è San Foca Martire. Alcuni studiosi sostengono che il Santo venisse venerato sin dal 1200 in un Casale al quale fu dato il suo nome. In effetti è esistito il Casale denominato San Foca che, unitamente ai Casali di Carthopoli e Cloponi, diede origine,verso la fine del 1300, all’Università o Terra di Francavilla. Il Santo viene venerato sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa Cristiana orientale. Sulla biografia di San Foca e sulla sua venerazione si parlerà in seguito. I monaci basiliani a Francavilla furono presenti sia durante il periodo del loro ascetismo solitario nelle grotte, sia in quello successivo( sino alla fine del 1700) allorquando cominciarono ad edificare i loro monasteri e a mettersi in contatto con la popolazione lavorando e coltivando i terreni, arricchendoli con nuove specialità arboree come il gelso, sviluppando nelle nostre contrade la sericultura, che divenne fiorente e una delle maggiori risorse dell’intera Calabria . Non sorprende, pertanto, il ritrovamento della Medaglia che conferma come questi monaci fossero costanti nel professare il loro culto e nell’educare i loro fedeli.
Chiesa di Santa Sofia- Basiliani della Torre di Spadola-Benedettini di Salerno
S.Sofia e le tre figlie nell’iconografia greco-orientale Statua S. Sofia-Poderia-SA- I monaci basiliani rafforzarono la loro presenza dopo la fondazione del Monastero della Torre di Spadola, sotto la guida del Priore San Basilio Scamardì. Non è da escludere che nel propiziare l’edificazione della Chiesa di Santa Sofia a Francavilla fossero stati i monaci torresi. Questa Chiesa era situata nei pressi della casa del defunto Arciprete Caria in Via Roma, anticamente Via Santa Sofia, dove, nel 1810, abitava Onofrio Simonetti, illustre protagonista della cultura monteleonese della prima metà dell’800. Agli inizi del 1600 amministratore dei beni della Chiesa troviamo Gaspere Di Cairo e verso la fine dello stesso secolo Giovanni Andrea Di Cairo. Quella dei Di Cairo fu una delle famiglie più antiche di Francavilla. Qualcuno sostiene che sia una storpiatura di Di Caria, De Caria o Caria. Dagli atti notarili e da altra documentazione storica questa tesi non può essere avvalorata. Negli anni in cui esisteva il cognome Di Cairo, esistevano anche quelli di De Caria, Di Caria e Caria. Per togliere ogni minimo dubbio in merito si riporta quanto scritto nel Catasto Onciario del 1743: ‘ D. Giuseppe Solaro della Città di Monteleone originario nativo, e dimorante in questa Terra( di Francavilla), vive nobilmente, d’anni……………………….. 26; Donna Vittoria Canale moglie d’anni……………………….. 21; Don Michiele fratello d’anni……………………….. 18 ; Don Leoluca fratello d’anni…………………………15; Suora Geronima Sorella bicoca d’anni…………………………23; Nicolò di Cairo Zio Materno d’anni……………………… 65; Salvatore La Serra servo d’anni…………………………17; Catarina Lapiana serva d’anni…………………………28. Con tutto che sia fuoco della Città di Monteleone, si fa fuoco acquisito in questa Terra, per essersi il suo defunto Padre casato in questa Terra con Donna Teresa di Cairo di questa Terra unica erede della famiglia di Cairo. Abbita in Casa propria in luogo detto il Piano del Castello, giusta li beni di Agostino Papaleo. Possiede un cavallo per uso proprio. Tiene pecori, e capre cento diciassette, e li tiene in affitto Giovanni Gimello , e paga docati diciannove e grana tre. Possiede un territorio luogo detto San Basile di moggia cinque, giusta li beni di Michiel’Angelo de Cunis, e vie pubbliche…….. (segue elenco degli altri beni).
Agli inizi del 1700 troviamo anche Antonio Di Caro(sic!) notaio a Francavilla.
Sempre nel citato Catasto si riporta: ‘ La Venerabile Chiesa di Santa Sofia Jus Patronato della famiglia di Cairo, e passata alla famiglia Solari, possiede un territorio detto Jannizzi di moggia quattro e mezzo, giusto li beni del Mag.co Notar Giuseppe Bonelli, e Sig. Michiel’Angelo de Cunis. Più altro detto la Granatara di moggia nove, giusta li beni di Don Matteo Perris, e vie pubbliche. Esigge per un affitto di una potega sotto il Castello, annui carlini dieci. Più esigge dalli eredi di Agostino Papaleo censo perpetuo di docati cinque e mezzo annui sopra la Casa detto il Castello’.
E per maggiore documentazione storica su questa Chiesa, anche come ausilio nel precisare la sua ubicazione, si riporta quanto scritto nella Platea Ducale del 1777-78, fatta dal notaio Giovanni Domenico Serrao di Castelmonardo, che aggiornava quelle del 1560 e 1696:
‘…Donna Elionora De Paro, Vedova del quondam D.r Filippo De Caria,Jure Romano vivens, di detta Terra di Francavilla bencognita, come legittima Tutrice, e Curatrice di Francesco Saverio,Giambattista, ed Anna Maria De Caria asserisce che i suoi figli pupilli posseggono dall’Eredità paterna una casa palazziata al Borgo, dirimpetto la Veneranda Chiesa di Santa Sofia sottovia, limita d’innanzi e di un lato la strada pubblica, e di addietro la casa di mastro Giuseppe Salatino; Alla quale casa per Decreto dell’olim Gov.re D. Giuseppe Ambrogio Albero in data tre gennaio 1752, fu permesso a detto D. Filippo aggregarsi diciotto in quattro palmi di terreno per eriggere, ed unire, e fabbricare una Camera..’.
‘… Giuseppe Salatino del quondam Domenico,asserisce, come possiede iuxto titulo dentro essa Terra di Francavilla nella Contrada detta Santa Sofia di dirimpetto a detta Chiesòla, la Stanza superiore di una Casa palazziata, che fu di Francesco Bonello, il quale pagava annui grana dieci di censo perpetuo alla Ducal Camera come da Regia Reintegra dell’Anno 1560 folio 137 ‘a tergo, doppo posseduta comune e indivisa, cioè detta Stanza di Sopra, da Giuseppe Attisano, Camilla Attisano, e Nicola Giampà col peso di grana cinque, come dalla Platea dell’Anno 1696 folio 84, la Stanza inferiore, seù di sotto da Francesco Denisi di Pietro alias Scurco, Pietro Talora,e Francesco Attisano con ugual peso e censo di grana cinque, ut detta Platea del 1696 fol.84, oggi posseduta da esso di Salatino detta Stanza di superiore per eredità di detta Camilla con detto censo di grana cinque, e quella di sotto dalle figlie ed Eredi del D.r Filippo Decaria, che pagano altri grana cinque, limita colla altra Casa di detti Eredi di Caria, quella di Diego di Monte, e la strada pobblica…’
‘… Oggi che sono li tredici del mese di settembre dell’anno 1778, nella Terra di Francavilla , essendo domenica, onde poter stipulare il presente atto abbiamo avuto concessione dal Rev. Vicario Foraneo D. Josepho Bonaventura Bonelli di detta Terra , come da suo biglietto che si allega . compaiono dinanzi a Noi l’Ill.mo Sig.D.Giacinto Martinez J Negro Gov.re e Vicario Gen.le degli Stati dell’Ecc.mo Duca dell’Infantado, Principe di Mileto da una parte, e dall’altra Mag.co Nicola Decaria del fu Domenico, Giuseppe Denisi del fu Domenico, Rosario Parisi del fu Foca, Bruno Parisi del fu Tomaso, ed il Mag.co Foca Aracri del fu Nicola, Marito d’Anna Quaranta d’essa Terra di Francavilla. Esso Nicola Decaria asserisce, come possiede iuxto titulo, bonafide,una Casa palazziata sita entro d’essa Terra, e proprio al Borgo, e Contrada S. Sofia , limita colla Casa del Mag.co Giuseppe Decaria suo Fratello, e vie pubbliche dinnanzi e della parte d’addietro…’
‘…Giuseppe Dimonte possiede in Territorio di Francavilla, luogo detto S.Stefano seù Lenza di Majo, tumolate cinque in circa di terre distinte in due lenze, divise dalla strada di S.Stefano, e sono aratorie,….. limito le terre di Marco Caruso, la via pubblica, le terre del Rev. Don Salvatore Chiaravalle di Castelmonardo, e quelle delli Padri Basiliani della Torre di Spadola… ‘
Sempre nella Platea Ducale si fa riferimento ad altri possedimenti dei monaci basiliani della Torre di Spadola ricadenti nel territorio di Francavilla su una vasta area che andava dalla Cannalia-Archi sino alla Pietra Bianca-Sorello. Studiando bene la suddetta Platea si evince chiaramente che quello che fu un grande feudo di Santa Maria del Corazzo divenne, dopo il 1300, parte suffeudo del Principato e Ducato di Francavilla, parte Beneficio dei Benedettini dell’Abbazia di Salerno, e parte dei monaci basiliani. Infatti su molti beni, sia dentro che fuori le mura, la Camera Ducale riscuoteva i vari censi come‘ utile Posseditrice del Suffeudo di Corazzo’. I Basiliani verso metà del 1700 riscuotevano su alcuni beni i censi direttamente da Roma, tramite prelati locali. Nel Catasto onciario del 1743 di Francavilla si può constatare che Il Rev.do Don Camillo Bongiorno di Capistrano riscuoteva per conto ‘…della Commenda di San Baslio ‘dell’emerito Cardinal Garaffa di Roma’ nel territorio di Francavilla sui fondi Li Papalei di moggia tre, Capomazza di moggia quindici, Santo Stefano in due partite di moggia venti e mezzo, Arca ( Archi) di moggia cinquantacinque, Li Sorbari in tre partire di moggia venti, La Cannalia in quattro partite di moggia sedici per un totale di 157 once...’.
I Benedettini di Salerno, tramite la Mensa Vescovile di Nicastro, sui fondi ‘Fialandaro,Latro o Suvaro, Mancino, Nuzzo e tutte le terre attraversate dalla via della Serra di Vonì che divideva i confini dei Territori di Francavilla e Maida’, riscuotevano i censi come Beneficio di S.Eopulo.
La Chiesa di S. Sofia a Francavilla, dalla descrizione fatta negli atti notarili, si evince che fosse di piccole dimensioni(Chiesuòla viene chiamata ). Veniva a porsi fuori le mura , in prossimità dell’area difensiva del Castello tra l’inizio di via Fontanella e vico Castello, non dimenticando che in qualche atto notarile si parla dell’esistenza nello stesso luogo dei ruderi di una Torre intorno ai quali si era formato l’unico incrocio stradale che collegava il vecchio sito al nuovo . Non esisteva sino alla meta del 1500 il Convento dei Domenicani e quindi il Piano ed il Largo dell’Annunziata(il suolo sul quale era stato edificato e giardino attiguo appartenevano alla Camera Ducale come proprietaria del ‘suffeudo di Corazzo’)*,e solo verso la fine del ’600 si cominciarono a costruire le case intorno al rione Fontanella ed alla Contrada detta di S. Sofia per l’esistenza secolare di quella ‘Chiesòla’.
* ‘…si costituiscono il P. Lettore frà Giacomo Cundari Priore odierno del Convento di S.Domenico, sotto il Vocabolo della SS.ma Annunziata d’essa Terra di Francavilla, il P. Lettore esaminato in Sagra Teologia frà Gundisalvo Galati, e frà Martino Carà, Proc.re d’esso Convento medesimo; Essi reverendi Padri asseriscono, come possiedono……nella contrada detta l’Archi un Battendiero, ò sia Molino diruto, con un piedi di celzo bianco….Detto Battendiero , ò sia Molino diruto fu del Mag. co Foc’Antonio Accetta….eppiù possiede tre mezzarolate di terre, dove , e su le quali oggi sta fondato, eretto, e fabbricato detto Convento dappiù , e molti secoli, unite all’Orto del medesimo, limito il fiume corrente di basso, e la via pubblica,come dalla Platea folio 88, paga esso convento censi perpetui annui Carlini ventidue, e grana quattro e mezzo…..’( Platea Ducale del 1777-78)
Sui toponimi dei fondi Sambasile( del quale si è già scritto) e Crucella di San Basiio leggiamo nella citata Platea Ducale:’…..Antonio Farina asserisce, come paga grana quindici annui di censi enfiteutici imperpetui per ogni mese di Agosto…sopra un pezzo di Stabile di circa tumolate due e tre quartucciate del Feudo del Corazzo un tempo, oggi posseduto dalla Ducal Camera , sito in Territorio d’essa terra di Francavilla, luogo detto la Chiusella di San Basilio, alberato d’olivi, fichi, cerasi, quercie, pruni ed altri alberi, secondo la Platea e Reggia reintegra di detta Ducal Camera dell’anno 1696 folio 139…’.
Francavilla Ang. Ruderi Calvario Greco/Bizantino nel rione Pendìno I ruderi del Calvario Greco rappresentano la testimonianza più eloquente di quanto ben radicata fosse a Francavilla il culto di rito orientale.Oltre a quella di San Foca Martire vi furono le Chiese di San Nicola,di San Pietro,di San Giovanni, San Martino.Con il toponimo di San Teodoro, vulgo Santotodaro, veniva chiamato una vasto territorio che dallo Ziopà arrivava alla Fischìa, identificandosi come Carciopoli, Russomanno,Sant’Acqua delli Giudei( era parte dell’ex feudo di Corazzo).
Francavilla Angitola 29 maggio 2012
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