Il Cav. Vincenzo Ruperto ci ha fatto la gradita sorpresa di inviarci un lungo articolo di notizie storiche sui duchi di Francavilla, corredato di pregevoli fotografie di quadri importanti, di film e di vedute del nostro paese. Lo ringraziamo cordialmente e volentieri pubblichiamo tutto il materiale perché possa essere apprezzato dagli appassionati lettori del nostro sito .
UNA STORIA CHE NON SI FERMA AD EBOLI. ANNA MENDOZA- DE SYLVA Principessa di Eboli e Mileto, Duchessa di Francavilla °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° di Vincenzo Ruperto
Questa è l’immagine di Anna Mendoza- De Silva tramandataci dal grande pittore spagnolo Sanchez Coello. Anna era nata il 29 giugno 1540 a Cifuentes-Guadalajara e morì a Pastrana, sempre nella Spagna, il 2 febbraio 1592. Fu una delle donne , nel Cinquecento, più affascinanti dell’aristocrazia europea. La sua vita fu molto travagliata dalle vicende familiari e politiche. Nel 1505 suo nonno Diego Hurtado de Mendoza, appartenente alla nobilissima famiglia spagnola dell’Infantado, e Grande Ammiraglio della flotta spagnola, ebbe in concessione, da re Ferdinando I il Cattolico, il contado di Mileto, confiscato ai Sanseverino per l’adesione alla congiura dei baroni, con i titoli di Principe e di Duca di Francavilla. Dopo la sua morte il feudo passò al figlio Diego (1503-1576), il quale nonostante abbia avuto ben quattro matrimoni, ebbe una sola figlia : Anna. Nel 1553, all’età di 13 anni, Anna si unì in matrimonio con Ruj Gomez de Silva, segretario del Consiglio di Stato alla Corte di Filippo II di Spagna. La famiglia Gomez de Silva, appartenente alla media aristocrazia portoghese, si era trasferìta nella Spagna al seguito della Principessa Isabella sposa di Carlo V. Ruy fu amico d’infanzia del Principe Filippo (futuro re Filippo II). L’amicizia fu ripagata generosamente. Infatti, come reggente di Spagna, il Principe gli aveva affidato vari compiti diplomatici, facendolo così conoscere nelle corti europee. Accompagnò lo stesso Filippo nel suo gran giro nel centro Europa e nei Paesi Bassi tra il 1548 e il 1551, meritandosi, per la sua bravura, la ‘Encomienda’ dell’Ordine Militare di Calatrava. Fu lo stesso Filippo a propiziare il matrimonio con Donna Anna de Mendoza. Nel 1554 accompagnò Filippo in Inghilterra per il suo matrimonio con Maria Tudor. In quell’occasione strinse grande amicizia con Eraso, segretario particolare di Carlo V. Nel 1556 Filippo divenne re e nominò Ruy ed Eraso come suoi segretari particolari. Dopo la pace di Cateau- Cambresis, per i servizi resi come uomo di sua fiducia, re Filippo gli concesse il feudo di Eboli, nel Regno di Napoli, con il titolo di Principe. Dal matrimonio con Anna Mendoza nacquero due figli, Rodrigo e Diego. Con la nomina di Ruy a Principe di Eboli, Anna de Mendoza , per quanto concerne il Regno di Napoli, aggiunse ai suoi già posseduti titoli di Principessa di Mileto e Duchessa di Francavilla anche quello di Principessa di Eboli. Intanto la vita di Corte divenne più frenetica ed intrigante. L’ascesa di Ruj Gomez de Silva alle alte cariche del Regno suscitò la rivalità di altri aristocratici come il Duca d’Alba. La famiglia Gomez De Silva-Mendoza venne considerata una delle più influenti tra quelle aristocratiche del tempo. Una famiglia appartenente sempre alla Casa dell’Infantado, con diramazioni familiari molto potenti in Europa e nei nuovi stati dell’America. Il re Filippo fu attratto dal fascino che sprigionava la Principessa Anna; attrazione corrisposta che la rese temuta a Corte e le propiziò numerose amicizie molto influenti. Alcuni storici dell’epoca hanno sostenuto che Anna cercò di realizzare uno scopo ben preciso ed ambizioso: arrivare a procurare un trono al figlio secondogenito Pedro, da lei preferito al primogenito Rodrigo che diventerà Vicerè del Portogallo e si fregerà dei titoli nobiliari di Principe di Mileto e Duca di Francavilla . Quel volto, magistralmente ritratto da Coello, con quella elegante benda sull’occhio destro mancante, sprigionava fascino ed un alone di mistero e dolcezza amorevole. Alcuni sostenevano che l’occhio fosse stato perso nell’età infantile per malattia o infortunio, altri sostenevano che l’occhio fosse stato perso in seguito ad una caduta da cavallo. Altri storici non escludono che l’occhio sia stato perso per un gioco sadico fatto dal figlio primogenito del re, quasi coetaneo di Anna. Questi si divertiva ad arrecare sevizie ai bambini e alle bambine, un vero folle maniaco, fatto incarcerare dal genitore e morto all’età di 22 anni. Anna ebbe riconosciuto il titolo di Duchessa di Francavilla (come suo padre ed eredi primogeniti; anche se in seguito, con Privilegio di re Filippo II, il diritto di fregiarsi del suddetto titolo fu esteso agli eredi non consanguinei). Divenuta vedova ebbe una relazione amorosa con Antonio Pèrez, consigliere del re, e lo difese con tutte le sue forze quando venne accusato di aver ucciso Matteo Vasquez, suo avversario politico. Il re Filippo, forse spinto anche da gelosia, la fece imprigionare, ma in seguito alle varie lagnanze provenienti da influenti aristocratici spagnoli, portoghesi, napoletani e di altre nazioni europee la fece liberare con un falso atto di clemenza. Fu confinata , come prigioniera, nel suo feudo di Pastrana, dove esisteva il Convento di Santa Teresa d’Avila. Decise di farsi monaca (Coello la ritrasse anche nelle vesti di suora). Ben presto però si accorse che la vita di clausura non era fatta per lei e, coerente con la sua coscienza, lasciò il Convento isolandosi tra le mura del suo castello. Donna Anna si sentì sola ed i ricordi della sua vita nella corte reale, con i sui amori e le sue amicizie, la portarono in uno stato di prostrazione tanto grave da farla morire all’età di 52 anni. Anna Mendoza non è accertato, storicamente, che sia venuta di persona a visitare i suoi possedimenti nel Regno di Napoli (Principato di Eboli, di Mileto e ducato di Francavilla), ma ebbe contatti epistolari, rispondendo alle varie suppliche, provenienti da autorità cittadine e religiose, attraverso i suoi governatori. Personalmente presenti furono invece il nonno, il padre, il figlio Rodrigo ed altri eredi sino al 1806, anno della soppressione della feudalità voluta da Napoleone. Il fascino di questa nobildonna suscitò l’attrazione di artisti ed intellettuali anche moderni. Federico Schiller nella sua opera letteraria “Intrighi ed amori di Don Carlo”e Giuseppe Verdi nella sua famosa opera musicale “Don Carlos” la resero come principale protagonista. La cinematografia le dedicò un kolossal girato nel 1954. La scheda del film si può così riassumere: Titolo: La Principessa di Mendoza, titolo originale That Lady, altri titoli Esa Senora/ La Princesa de Eboli, durata 100 minuti, origine Gran Bretagna/ Spagna, formato colore cinemascope, Deluxe 35 mm, genere drammatico/sociale, tratto dal testo teatrale e romanzo ‘For one sweet grape’ di Kate O’Brien; produzione Sy Bartlett per Atlanta Film; distribuzione Fox; regia Terence Young; attori Olivia de Hallivand: Anna de Mendoza. Gilbert Roland : Antonio Perez. Paul Scofield:Re Filippo. Fancoise Rosay: Bernardine. Dennis Price: Matteo Vasquez. Anthony Dawson: Don Inigo. Christofer Lee: Capitano. Fernando Sancho e Josè Nieto: Don Escovado. Peter Illing: Diego. Robert Harris: Cardinale. Soggetto: Kate O’ Brien. Sceneggiatura: Anthony Veiller e Sy Bartlett.Fotografia Robert Krascker. Musiche John Addison. Trama: Anna de Mendoza è andata in sposa a Rodrigo Gomez de Silva, principe di Eboli e primo ministro del re di Spagna Filippo II, il quale segretamente è innamorato dalla donna che lo attrae con la sua irresistibile femminilità. Anna rimane presto vedova e perde l’occhio destro in seguito ad un incidente di caccia. La donna si innamora di Antonio Perez, consigliere del re, e lo difende a spada tratta quando viene accusato dell’assassinio di Matteo Vasquez suo avversario politico.Il re, spinto dalla gelosia, la fa imprigionare e poi la rinchiude in convento. Anna si sente una donna ormai perduta e cerca di salvare suo figlio Diego dall’ira del re.
Le locandine del Film
Anna De Silva-Mendoza ritratta da Sanchez Coello- Madrid Palazzo Ducaledell’Infantado ( foto archivio Ruperto)
Francavilla Angitola -Dopo il terremoto del 1783 la Famiglia de Mendoza-De Silva donò alla comunità i ruderi rimasti del prestigioso castello perché venisse edificata la nuova Chiesa di San Foca Martire. Veduta da levante( lato Fiumicello-Perricchio). Si nota l’originaria struttura non distrutta dai terremoti che colpirono duramente la Calabria tra il 1638 e il 1783. Il Castello più antico sembra sia stato edificato su una esistente rocca difensiva ( Fortezza o Castello ‘a getto’). In seguito fu dotato di fossi, di cinta muraria e di torri distanti tra di loro circa trenta metri. Il borgo prossimo al Castello ebbe le sue mura di cinta simili a quelle del Castello, alte non meno di cinque metri . Il Castello di Francavilla fu ritoccato sotto il Ducato di Diego Mendoza, impreziosendo l’estetica esterna, ampliando la sala per le udienze giudiziarie ed i locali per i depositi delle derrate alimentari. Fu adattato , oltre che a sede della Camera Ducale,anche alla dimora delle famiglie dei giudici , degli erari , dei governatori e delle guarnizioni militari.
Veduta ex castello da ovest (lato fiumeTalagone-Luchi)- Foto Ruperto archivio privato- Francavilla- Corpo di stabile del Castello adibito a casa di abitazione (ora deturpato da intonaco . Perché consentire questo sfregio?)
A destra si vede il muro del Castello da dove partiva l’arco che andava a poggiarsi sul muro, anche ben visibile, dello stabile detto ‘ corpo di guardia’. Il grande arco , anche se dirupato, esisteva sino all’inizio del 1900, quando la civica amministrazione cominciò ad eseguire i lavori di messa in sicurezza di tutta la zona adiacente al castello. La strada a sinistra è stata realizzata intorno al 1960, come anche l’attiguo fabbricato( esisteva un pianoro ). Lo stabile è posto su una ‘timpa’ che si affaccia sulla valle sottostante detta ‘Luchi’. Si intravedono le finestre, una murata, con le loro caratteristiche arcate ed i bassi sotto il livello stradale con due porte e due finestre. Originariamente la porta doveva essere una sola, quella ad arco, mentre l’altra, unitamente alle piccole finestre, sono opere fatte in tempi recenti. Nei bassi esistono ancora pozzi scavati nel duro tufo. Servivano per le provviste di acqua-piovana e di derrate alimentari. Il tetto poggia sulle mura cordolate simili a quelle dei ruderi del rione Pendìno. Sullo sfondo, sopra il tetto, è visibile l’edificio, adibito a casa residenziale situato sopra l’ex bar Carchedi con le sue grotte tufacee; è di fattura coeva. Tra i due fabbricati esiste un vicoletto a scala ( Vico Le Torri). Si è spesso parlato, dai vecchi naturali, di un adattamento di un fortilizio (Torre?), dato il consistente spessore delle mura, a residenza abitativa.
( foto dello stabile prima dell’intonacatura odierna) – archivio privato-
Francavilla Angitola. Veduta aerea del Borgo Antico( da sinistra ruderi con Calvario Greco . Da destra Magliacane, Chiesa di San Foca- Castello) Nota dell’autore. L’articolo è stato pubblicato sulla Rivista Mensile “Monteleone” diretta dal prof. Felice Muscaglione
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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com