Le origini
Secondo lo scrittore Ilario Tranquillo, che consultò nell'archivio del principe Sanseverino di Mileto la famosa reintegra scritta da Ferdinando d'Aragona Re di Napoli nel 1474, il paese di Francavilla, dal 1860 Francavilla Angitola dopo la costituzione del Regno d'Italia, ebbe origine nell'anno 950 per opera degli abitanti dei tre casali chiamati Carthopoli, Santo Foca e Clopani, oriundi di una antica città marittima di nome Itria e di Rocca Angitola, costruita a sua volta dagli abitanti di Crissa, antica repubblica Greca, che di ritorno dalla guerra di Troia(dal 1193 a 1184 a.C.) furono sospinti da forti venti e dirottati sulle coste della Magna Grecia.
Menelao, re di Lacedonia e di Sparta , si recò con molti guerrieri greci da Paride re della Troade, di cui Troia era la capitale, per liberare la moglie Elena che era stata rapita. Fra i combattenti greci vi era Crisso fratello di Panapeo, principe di Focia, capitale della Focide importante provincia della Grecia.
Terminata la guerra, con la espugnazione e distruzione di Troia, Crisso con le sue numerose navi partì per la Grecia ma fu misteriosamente sospinto da forti venti verso le coste di Locri Epizephirii; successivamente approdò nell'attuale Golfo di Santa Eufemia.
Incantato dalla bellezza del golfo fondò con i propri uomini, ai piedi dell'altipiano che dall'Angitola si estende fino al luogo dove poi sorse Hipponion (Vibo Valentia), la città di Crissa. La tradizione e gli scrittori greci antichi ci ricordano ch'è il corso del fiume Angitola era nei tempi remotissimi un canale navigabile e sufficientemente largo alla foce tale da permettere l'entrata di un "naviglio" di non grandi dimensioni; inoltre andava notevolmente allargandosi più in su e precisamente dal lato di levante, più a monte di una piccolissima collina posta come isolotto in mezzo al fiume detta Monte Marello, sita davanti ad un'altra isoletta detta Moria, alle quali la legenda attribuisce una catastrofica storia di amore. Quindi l'insenatura formava come porto naturale, dove le navi avevano sicuro rifugio dalle tempestose furie del golfo, dai predoni e dai pirati.
Crissa, chiamata successivamente Rocca Niceforo o Rocca Angitola, insieme ai suoi innumerevoli casali, fu assediata e quasi distrutta nel 950 per opera dei saraceni .
Per difendersi dagli assalti dei saraceni che continuamente pirateggiando infestavano la costa italica, spogliando e distruggendo anche i paesi interni poco lontani dal mare, gli abitanti dei suddetti tre casali costruirono Francavilla su uno sperone isolato nella vallata sotto il "piano della Gorna", la presidiarono con grossa mura di cinta, con sette torri, con quattro porte e con un castello ben fortificato, avendo fabbricato ai lati del medesimo due torri, un ponte grande e molti cannoni; il castello, tramite una via sotterranea comunicava con le torri poste lungo il muro di cinta.
La prima delle quattro porte, chiamata "Porta Reale", posta tra la torre di guardia e la torre presso lo sperone che guarda verso sud - est, era ampia e con grossi pilastri ed grandi archi.
La seconda porta, chiamata "Porta di Basso", guardava verso sud - est; la terza invece, chiamata "Portella", ad ovest del castello conduceva ai mulini fuori le mura.
Infine la quarta porta chiamata "Porta Mannacio o Monacio", in onore dell'eroe condottiero crisseo Monacio, guardava verso est. Tutt'oggi si può ammirare una parte dell’antica struttura del castello un angolo in pietra da taglio regolarmente squadrata, con la forma di una delle torri in grossa e compatta muratura. Nella parte bassa sotto la torre si trova il carcere.
Fino all'anno 1877 esisteva ancora la via sotterranea, interrata per costruire la via principale del paese, che metteva in comunicazione il castello e le torri; un breve tratto è ancora visibile verso il rione "Pendina".
Fuori le mura del castello, da tramontana, nella parte più angusta, vi era collegato un ponte levatoio mediante il quale il popoloso "rione Borgo" in caso di pericolo correva a rifugio ed in soccorso dei difensori nella cinta interna.
Un altro popoloso rione abitava, anche esso fuori le mura, ma verso mezzogiorno.
La città si estendeva dal castello verso sud, nella parte piana e bassa racchiusa fra le mura e le torri da sud-est a sud-ovest.
Nelle vestigia dei massi, vicino a Porta Reale, vi erano le larghe bocche dalla quale con le artiglierie i difensori combattevano i nemici che dall'alto piano sovrastante, attraverso il fiume Talagone scendevano all'assalto arrampicandosi per i ripidi valichi siti sotto il castello e le torri.
Tale altipiano chiamato "Campo" perché era il campo in su cui sostavano i saraceni.
Così nacque Francavilla città libera e franca da servitù.
Michelino Condello
Per approfondimenti collegarsi al sito http://members.xoom.virgilio.it/_XOOM/cesarewaith/prova_sito/francavilla.htm
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Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com