LUOGHI INTORNO ALL'ANGITOLA
Di Vincenzo Ruperto
---1526--- Leandro Alberti, grande geografo bolognese, così descrive i luoghi intorno all'Angitola (visitati di persona)..
Le carte geografiche che si pubblicano sono molte antiche.
.......Seguitando poi il cominciato viaggio circa il lito del mare, da S. Eufemia discosto sei miglia, vedesi la foce del fiume Amato, molto largo, et alto.
Et più avanti passando si dimostra la bocca del grosso fiume Angitola, lontano dall’Amato otto miglia. Così Angitola è nominato questo fiume da Antonino nell’Itinerario.
In questo paese, ch’è circa il lito del mare, sono belle vigne che producono quei buoni vini di Trevio nominati, dal paese detto Trevio.
Quindi altre volte si cavava grande abbondanza di zuccaro. Onde Alfonso d’Aragona Duca di Calabria, et poi Re di Napoli fece quivi grandi edifici, con alquanti Trapetti da confettare detto zuccaro, che oggidì si veggono rovinare, per non vi essere chi ne habbia conto, come io ne posso far fede.
Poscia da Maida lontano otto miglia nell’Apennino si scopre Franca villa, et dopo tre, Monte Santo, et quindi a quattro, Baduaro castello; et passate dieci, Laconia; poscia da Laconia alla rocca d’Angitola, sono quattro, et quindi a Monte Lione città otto, et altretanto da Maida, et due dal mare.
È tanta l’amenità, et dolcezza di questi luoghi, che io passando di quindi nel 1526. (oltre alla grande abbondanza de fiori, che si vedevano [201] da ogni lato) vidi nuovi pampani delle viti lunghi circa un braccio. Caminando poi tre miglia dall’Angitola fra folti boschi di Mortella, et poi fra vigne, ove sono anche molte specie di fruttiferi alberi, et massimamente di Cedroni, di Naranci, et Limoni molto ordinatamente piantati, appare un picciolo braccio di terra ch’entra nella marina, sopra il quale vi è il picciolo castello di Lopizzo.
Circa di questo lito, ciascun anno nel mese di Maggio si piglia gran numero di pesci Toni, et tanti se ne pigliano, che par cosa maravigliosa. Et quivi si salano, et poi sono portati così salati in qua, et in là per Italia. Onde mi dicevano gli habitatori del paese, che alcuna volta ne pigliavano al giorno da 500. insino a mille de’ detti grossi pesci, quando è la stagione che varcano per il mare.
Et mi narravano il modo, come fanno.
Evvi una torre nel fine del Castello; che risguarda alla marina, ove nel tempo che passano detti pesci, sta un huomo pratico, et vedendo il gran movimento dell’acque cagionate dalla moltitudine de’ detti pesci, che fanno il varco, dà segno a i pescatori, i quali quivi stanno apparecchiati co i debiti stromenti, et quegli incontinente colà passando, ove ha dimostrato colui, con le barchette, intorniano tutta quella moltitudine con le reti, poscia pian piano conducendogli si appropinquano al lito già astretti nelle reti. Et mi dicevano, che non sarebbono bastevoli le reti di ferro a condurre tanta moltitudine, se havessero detti pesci il grugno duro, come hanno gli altri pesci, imperò che con la loro gran forza spezzarebbono ogni fortissima rete, ancor che di ferro fosse.
Ma havendo il grugno delicato, et tenero, non possono far quella forza, che sarebbe necessaria.
Conciosia cosa che incontinente, come hanno toccato la Rete con il grugno sentono tanta doglia per la delicatezza di quello, che si rivolgono a dietro, et così si lasciano condurre al lito, ove sono pigliati.....continuerà
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Lettera aperta ai cittadini di Francavilla Angitola
Piero e Franco Mannacio Soderini
20. 11. 2015.
Abbiamo avuto modo di leggere con vivo disappunto quanto riportato nella relazione a firma dell' Avvocato Gino Ruperto a cui è stato chiesto di ricordare fatti politici vissuti dalla Comunità francavillese dal 1945 al 1955 in occasione di una serata rievocativa organizzata nel mese di agosto 2014.
Il contenuto della relazione riporta in più parti affermazioni arbitrarie, inappropriate e pertanto irriguardose nei confronti della persona di nostro padre Scipione Mannacio. Non avremmo perso tempo a rispondere se, le espressioni citate, non fossero pure illazioni. Descrivere il periodo amministrativo di nostro padre Scipione Mannacio in maniera superficiale, limitandosi a dire semplicemente "Sindaco corretto" e contestualmente affermare "vendicativo" sul piano politico non è da persona sensibile come Lei stesso Avvocato Ruperto dice di essere. Non doveva tessere lodi oltre misura solo perchè è stato vicino alla famiglia Mannacio e amico di Armando Mannacio come Lei asserisce. Riteniamo che l'essere vissuto a Roma e quindi la sua presenza sporadica a Francavilla le abbia fatto in parte disconoscere lo svolgimento degli eventi della vita locale. Avrà considerato solo e unicamente il parlare "dell'altra parte", tutti impauriti e sperduti di fronte al lupo cattivo. Oppure può darsi che il passare degli anni (per tutti) abbiano in Lei offuscato molte cose perche' i fatti presi a riferimento si rivelano miseri e notiamo, con vivo disappunto da parte nostra, che il suo dire faccia affiorare del risentimento. Rispondiamo per dovere di verità ai tre punti da Lei maggiormente evidenziati a pagina 179 della sua relazione:
1) L'amicizia tra zio "Mico Ruperto" e nostro padre è stata rispettosa reciprocamente a prescindere dal diverso orientamento politico, legata anche da comuni interessi di pratiche colturali agronomiche e commerciali del tempo.
Quanto deliberato dall'amministrazione Mannacio è stato rivolto a tutti gli esercenti (non solo ad alcuni) di attività commerciale in adempimento ai regolamenti di polizia municipale e prefettizi del tempo. L'attuazione di allora prevedeva i seguenti punti salienti:
- Rispetto degli orari di apertura e chiusura
- Esposizione dei prezzi di vendita
- Divieto di esporre parti di animali macellati all'esterno
- Obbligo di indossare adeguato camice
- In riferimento alla farmacia Simonetti, evidenziamo che i locali vetusti della farmacia non offrissero più i requisiti previsti per quella tipologia di attività, e non perchè la stessa Dott.ssa Simonetti non manifestasse simpatie per il partito M.S.I. e non avesse conseguentemente mai dato il voto a favore. Sciocchezze, unicamente sciocchezze sterili e puerili.
- Così pure porta ad esempio la querela nei confronti del Dott. Cecè Simonetti, querela intentata dopo sproloqui fortemente offensivi dello stesso rivolti nei confronti di nostro padre. Non si trattò di normale conversazione tra il Simonetti e altri come Lei bonariamente asserisce. L'episodio è stato volutamente creato per cercare di coinvolgere in uno scontro fisico nostro padre e poterlo mettere in condizioni di ineleggibilità per causa penale pendente. Richiamiamo alla sua sensibilità la mancata volontà dello stesso Dott. Simonetti a non volersi scusare privatamente e alla condanna del Simonetti non è seguita alcuna richiesta aggravante di risarcimento per danni morali.
Tutto ciò e altro è stata una precisa volontà di provocare tensione, come l'episodio di ostruire la strada d'ingresso in paese nella curva del vecchio calvario dove il percorso restringeva ed era meno visibile rispetto all'attuale tracciato. Ostruzione fatta nottetempo in modo che nostro padre vi andasse a sbattere con la macchina.
Neanche con l'assegnazione delle case popolari si trova riscontro della faziosità in Scipione Mannacio che, al contrario, ha voluto prendersi la totale responsabilità di fare occupare le stesse dai capi famiglia aventi diritto come da bando di graduatoria. Tale assegnazione non è stata idilliaca, ha comportato infatti il fermo di nostro padre da parte delle forze dell'ordine presso la tenenza dei carabinieri di Nicastro fino all'espletamento di verifica della correttezza dell'operato. I festeggiamenti della parte avversaria sono stati notevoli, credendo che finalmente avesse sbagliato amministrativamente, ma che delusione hanno avuto nel vederlo rientrare libero a casa e alla propria famiglia. Si voleva ritardare il tutto per aspettare le nuove elezioni speranzosi in un successo della Democrazia Cristiana e assegnare così le case già completate da diversi anni. La D.C. catanzarese non accettava che l'unico paese dove il partito non riusciva a vincere le elezioni fosse Francavilla. Il risultato delle elezioni amministrative successive determinò un ulteriore consenso plebiscitario!!!. La direzione provinciale democristiana con i propri personaggi catanzaresi ha contribuito ulteriormente a inasprire il clima politico di quel tempo. Personaggi arroganti, che ritenevano di poter fare e disfare qualsiasi cosa a proprio piacimento visto lo strapotere politico e amministrativo del proprio partito in quegli anni.
Francavilla è stato un paese ad esempio per il circondario per come il Comune è stato amministrato e dotato di strutture prima ancora di altri paesi con maggiore numero di abitanti. La Casa comunale è stata un sicuro punto di riferimento dove il cittadino ha trovato risposte chiare e precise al di sopra dell'appartenenza politica, senza tentennamenti purchè ricadenti nel rispetto della legalità amministrativa.
Cosa dire dell'emigrazione in America, emigrare allora prevedeva avere precisi requisiti, nessun divieto è stato mai posto da Scipione Mannacio e dalla giunta comunale nei confronti di alcun francavillese. Custodiamo a tutt'oggi una penna Parker con le iniziali S.M. omaggiata a nostro padre da parte di un emigrante di ritorno dopo 10 anni di lavoro negli Stati Uniti.
Questi sono solo alcune verità, di molte altre ancora che potremmo citare per dimostrare inesatta e strumentale l'asserzione che Lei riporta ribadendo che gli episodi spiacevoli oscurano "alcune" azioni positive. Forse inconsapevolmente, speriamo, e' stato sviato dalle fonti informative da cui ha liberamente attinto. Fonti che non indicano fatti specifici, è il classico essere contro, intriso da illazioni, riportate da coloro che sono stati sempre sconfitti democraticamente e la cui mente è rimasta offuscata nel tempo. E' normale comunque che ci siano persone di diverso pensiero o tendenza politica, ma chi scrive per far conoscere un determinato periodo deve riportare gli eventi in modo verosimile e se si vuole esprimere un proprio giudizio deve essere il più obiettivo possibile.
Premettere da parte dell'autore delle "Fonti" che i fatti riportati sono semplicemente per come recuperati non fanno apparire lo stesso autore una persona imparziale e serena, al contrario, dimostra di essere ignorante (nel significato letterale) e allo stesso tempo assumere in maniera larvata il ruolo di novello fustigatore riportando solo fandonie. Sarebbe bastato chiedersi perchè la maggioranza degli elettori francavillesi avesse scelto per lungo tempo di conferire il proprio consenso a Scipione Mannacio e alle sue liste per meglio trovare la risposta evitando di riportare considerazioni fuorvianti.
Ricordiamo che il consenso avuto da Scipione Mannacio, e' stato consenso voluto dalla maggioranza e oltre del popolo francavillese unicamente alla persona più che all'ideologia politica di partito. E' stato eletto a sindaco la persona che aveva nel proprio dna valori importanti come: la correttezza, l'onestà, la dedizione, la disponibilità in maniera nitida. Ecco spiegato anche perchè la lista degli "Intellettuali" non ha trovato successo alle elezioni del 1952, non è stato un "amaro e crudele" destino ma è stata la volontà del popolo lavoratore francavillese a non credere alla lista goliardica dei cosiddetti democratici. Così pure le consultazioni successive hanno confermato strabilianti vittorie (lista delle tre spighe). Anche se la dialettica può essere stata aspra in alcuni momenti da entrambe le parti, non ci è dato sapere di una Francavilla dove i meccanismi della democrazia e della partecipazione siano stati inibiti ad alcuno. L'intolleranza e la persecuzione politica è stata perpetrata al tempo dei Guelfi e Ghibellini. Se c'è stato disinteresse politico da parte di alcuni esponenti dei partiti democratici è perchè hanno voluto abbandonare volontariamente l'ambito politico per il perdurare delle sonore sconfitte. Lo sconforto era dovuto al fatto che molti familiari degli stessi candidati avversari votavano a favore della lista di nostro padre. Scipione Mannacio è stato al servizio del popolo francavillese, ha dato il meglio del suo agire pragmatico, determinando la realizzazione di opere pubbliche fondamentali per il paese e una precisa impostazione morale di corretta politica amministrativa. Il suo fare concreto ha avuto un solo
obiettivo: l'interesse del Comune, il bene pubblico, il quale non dovrebbe conoscere partiti.
Certamente nostro padre ha anche dovuto ribattere agli attacchi personali prima ancora che politici, non poteva rimanere indifferente al continuo stillicidio determinato con atteggiamenti unicamente di disturbo.
La storia di vita amministrativa di Francavilla annovera precedentemente altre due persone della famiglia Mannacio, essa non può essere sminuita da nessuno, è positivamente indelebile perchè l'operato di questi "Galantuomini" è stato sempre a favore di opere pubbliche e di vera giustizia sociale. I Mannacio hanno unicamente dato, così come il conferimento con donazione ad uso comunale del suolo adiacente piazza Solari mediante delibera consiliare n° 13 del 14/7/1955. La famiglia Mannacio non ha mai usufruito di privilegi dagli incarichi amministrativi, nè realizzati lauti interessi per i posteri, come è invece prassi comune nell'Italia di oggi sopraffatta da corruzione dilagante. Uomini fieri, di grande dignità e sensibilità, a favore dei più deboli e dei bisognosi, uomini veri, avversi ai soprusi e alle furberie.
Potremmo aggiungere altro in quanto abbiamo vissuto molte cose in prima persona all'interno della nostra famiglia, sono stati però superati molti pregiudizi, non serbiamo rancore per alcuno, ma non è nostra abitudine sottacere a fronte del riportare giudizi appartenenti ad un passato che non può essere oggi interpretato a proprio piacimento.
Contestualmente ringraziamo Vincenzino Ruperto per la vicinanza sincera ed amichevole manifestata nella sua lettera di commemorazione fatta nell'agosto del 1979 e pubblicata all'epoca dal giornalino "Quale Nuovo Paese" sez. A. Gramsci che con scrupolosa obiettività e con dati inconfutabili ha ricordato la figura di Scipione Mannacio.
Piero Mannacio Soderini
Franco Mannacio Soderini |
Alla riscoperta delle radici storiche:
“Francavilla Angitola dalle sue origini al tempo presente 1916”
27-08-2006
Si è svolta martedì sera nello splendido scenario
dei ruderi del rione “Pendina” a Francavilla Angitola la
presentazione del libro “Francavilla Angitola dalle sue origini al tempo presente 1916” a
cura del collega giornalista Foca Accetta. Un’altra tra le tante e valide
iniziative portate avanti quest’anno dal dinamico
Comune di Francavilla Angitola,
che ha regalato ai propri concittadini e agli amici emigrati un’estate assai
ricca di avvenimenti ed intrattenimenti. Per la
presentazione del volume sono intervenuti oltre al sindaco Foca Giuseppe Anello
; il dottore di ricerca in storia
del Mezzogiorno Mediterraneo presso l’Unical,
Francesco Campennì; il vice direttore
dell’archivio storico Diocesano di Mileto, Antonio
Tripodi; il presidente di Italia Nostra di Vibo
Valentia, Gaetano Luciano; e Gilberto Floriani,
direttore del sistema bibliotecario vibonese che ha
coordinato i lavori. Molti i presenti provenienti dai vari paesi del
circondario, che attenti ed in un silenzio quasi surreale creato anche
dall’atmosfera del posto, con giochi di luci calde e soffuse dell’ora del
tramonto ed i ruderi affascinanti e ben conservati, hanno assistito ammaliati ai vari discorsi. «“Francavilla Angitola dalle origini al tempo presente 1916” è il
titolo di un testo dattiloscritto ricevuto in dono nel 1999 da Fausto Rondinelli.» ci dice lo scrittore Accetta,
continuando:« il testo è sprovvisto di qualsiasi sottoscrizione o indicazione del nome
dell’autore, è stato realizzato negli anni Cinquanta del secolo scorso come
copia di un saggio portato a termine il 9 dicembre 1915. Il dato cronologico e
numerosi indizi rilevabili nel testo accreditano l’ipotesi di una trascrizione
postuma della monografia sulle origini e antichità di Francavilla dell’avvocato Scipione Mannacio Soderini, il cui autografo è ritenuto disperso e comunque non disponibile. La pubblicazione del
dattiloscritto – emendato dai refusi, dalle sviste dell’anonimo dattilografo,
corredato di note che precisano il contesto storico,
specificano i testi citati ed identificano i personaggi menzionati - intende
far conoscere anche se indirettamente un documento che richiama pagine della
storia di Francavilla ». Dall’introduzione si apprende che i toni del testo sono
encomiastici, ma lo scopo sembra essere un altro: indicare alle future
generazioni la strada della “Memoria”, della salvaguardia del patrimonio storico e architettonico «per educare a nobili e grandi
idealità, rigenerarsi, tenacemente valere, prepararsi e più arditamente osare».
Ricostruire il passato per riappropriarsi della propria identità socio-culturale
e portare avanti un progetto di «resurrezione morale e materiale» del paese, inserito nel più vasto proposito di formare una “Coscienza” nazionale al di là del becero localismo. Grande soddisfazione di pubblico per lo scrittore
Foca Accetta, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ed
autore di diversi saggi di storia socio-religiosa della Calabria moderna, con particolare riferimento agli ordini mendicanti: agostiniani e domenicani, editi
in riviste specializzate. Tra le sue ultime pubblicazioni: Francavilla Angitola. Ricerche e documenti,
Vibo Valentia 1999; Insediamenti e strategie dell’ordine domenicano in
Calabria (secc. XV-XIX), in “Rivista storica
calabrese”; L’ordine agostiniano e le congregazioni d’osservanza in Calabria (secc. XV-XIX), in “Analecta Augustiniana”; Trasformazioni ed adattamenti
nel XVII e XVIII secolo, e Silloge
documentaria in Ornella Milella (a cura di)
I domenicani in Calabria. Storia e architettura dal XV al XVIII secolo, Gangemi editore, Roma 2004.
Carmensissi Malferà
Calabria Ora 27-08-2006
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05/08/2006
NUOVO LIBRO DI
FOCA ACCETTA
È uscita in questi
giorni un’altra pubblicazione curata da Foca Accetta, socio della deputazione di
storia patria per la Calabria e autore di diversi saggi di storia
socio-economica della Calabria moderna, con particolare riferimento agli ordini
religiosi: agostiniani e domenicani.
Il volume: Francavilla Angitola dalle sue origini al tempo presente 1916,
è stato patrocinato ed edito dall’amministrazione comunale di Francavilla che,
da qualche anno a questa parte, grazie alla sensibilità del sindaco Foca
Giuseppe Anello, è ben disponibile verso gli studiosi che intendono ricostruire
la storia del paese.
Dopo la
presentazione affidata a Fausto Rondinelli (p.9) e la nota introduttiva di F.
Accetta (pp. 11-20), che analizza ed evidenzia le questioni più rilevanti, segue
il testo di un dattiloscritto (pp. 25-79), in possesso del Rondinelli,
elaborato negli anni Cinquanta del secolo scorso, ma che si suppone - sulla base
di alcuni indizi contenuti nel dattiloscritto – una trascrizione postuma della
monografia inedita su Francavilla dell’avvocato Scipione Mannacio Soderini
(1847-1917) il cui autografo è ritenuto disperso e comunque non disponibile. In
appendice tre documenti di epoche diverse relative alla famiglia Mannacio e alla
figura del presunto autore (pp. 81-95)
«La pubblicazione
del dattiloscritto Rondinelli – si legge nell’introduzione – emendato dagli
errori di battitura e dalle sviste dell’anonimo dattilografo, corredato di note
che precisano il contesto storico, specificano i testi citati ed identificano i
personaggi menzionati – intende far conoscere anche se indirettamente un
documento che richiama pagine della storia di Francavilla». In realtà lo scopo è
più articolato, perché il curatore del volume, sulla base del testo
dattiloscritto utilizzato, fornice elementi che alimentano il dibattito
sull’antica Crissa e che escludono - anche sulla base della reintegra di Carlo
Sanseverino del 1474, citata da Ilario Tranquillo nell’Istoria apologetica
dell’antica Napitia edita a Napoli nel 1725, e di reperti archeologici - che
l’ubicazione di Crissa coincida con quella di Rocca Angitola. Se il topos delle
origini viene in qualche misura superato, quello insito negli studi municipali
elaborati da membri dell’èlite locali nei secc. XVIII-XX, cioè la
rappresentazione del rapporto privilegiato che corre tre notabilato e storia
della città per la realizzazione dell’identità collettiva, è criticamente
analizzato.
Il volume sarà
presentato al pubblico in occasione dell’agosto francavillese e sarà distribuito
gratuitamente.
t.a.
Martedì 11 Luglio 2006
Calabria Ora
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