FESTA DI SAN GIUSEPPE - 2006
Quest’anno il 19 marzo cade di domenica, per cui la celebrazione della terza domenica di Quaresima prevale sulla festività liturgica di San Giuseppe, che perciò viene spostata a lunedì 20 marzo. Ciò nonostante le onoranze a San Giuseppe quest’ anno avranno un rilievo speciale dal 17 fino al 20 marzo. Infatti è stata finalmente restaurata la statua a mezzo busto del Santo , che circonda con il suo braccio protettivo il fanciullo Gesù; per accogliere la statua nella chiesa parrocchiale l’ arciprete Don Pasquale ha indetto un Triduo di preghiere ( 17 – 19 marzo) . Il pomeriggio del 17 la statua restaurata di San Giuseppe verrà riportata nella chiesa di San Foca con una processione che muoverà dal nuovo oratorio ; il Triduo proseguirà nei giorni 18 e 19; la festa liturgica sarà celebrata lunedì 20 marzo
Culto di San Giuseppe a Francavilla Angitola
Giuseppe è il nome maschile più diffuso a Francavilla, e quindi , pur non essendo il patrono del paese, San Giuseppe è stato a lungo assai venerato.
Nei tempi passati la ricorrenza del 19 marzo era preceduta dalla pratica pia e devozionale dei “ Mercoledì di San Giuseppe “. Nei sette mercoledì antecedenti il 19 marzo si recitavano e cantavano “ I dolori e le gioie di San Giuseppe”, articolati in sette momenti :
1) il mistero dell’ incarnazione del Figlio di Dio nel grembo della Vergine Maria ;
2) la nascita di Gesù in una stalla a Betlemme;
3) la circoncisione del Bambino Gesù ;
4) la profezia del vecchio Simeone ;
5) la fuga in Egitto della Sacra Famiglia;
6) il ritorno a Nazareth ;
7) la gioia per il ritrovamento di Gesù nel Tempio , a tre giorni dalla sua sparizione.
Diversi decenni or sono a Francavilla veniva praticato il “ cumbitu “, opera concreta di misericordia che consisteva nell’ offrire ai più poveri una pietanza calda di pasta ( cannarozzi ) e ceci .
Da quando il 19 marzo è stato abolito come festa civile e grazie al progresso conseguito anche dai membri più poveri della comunità, la tradizione del cumbitu è scomparsa ; si è pure affievolito il fervore religioso popolare e si è persa la pratica pia dei “ sette mercoledì di San Giuseppe “. Alcune persone invece hanno mantenuto viva la loro devozione a San Giuseppe.
Bernardo (Dino) Fiumara , ad esempio, oltre a custodire alcuni antichi santini ha voluto mettere sul muro esterno della sua abitazione , in via G. Mileto . una pregevole icona di San Giuseppe, fatta con piastrelle maiolicate. Dino Fiumara ha inoltre ritrovato e ci ha fornito il testo dei canti e delle orazioni “ I dolori e le gioie di San Giuseppe”.
Un altro, Giuseppe Pungitore ( figlio del fu Foca), dietro suggerimento di Foca Fiumara, si è prima attivato a recuperare la mal ridotta statua del Santo , e poi si è preoccupato di farla restaurare a sue spese da Giuseppe Servello di Filadelfia.
Don Pasquale Sergi , appoggiando l’ iniziativa di Pino Pungitore, in occasione del ritorno della statua restaurata e della festività di San Giuseppe, ha predisposto il summenzionato programma del Triduo e delle onoranze (17-20 marzo 2006).
L’ oratorio San Domenico Savio di Francavilla parteciperà ai festeggiamenti ripristinando dopo molti anni il rito popolare del cumbitu di San Giuseppe.
Dopo l’abolizione della festa civile il 19 marzo è stato imposto in Italia (dagli astuti commercianti ) come “festa del Papà “ in parallelo alla “festa della Mamma “ che si celebra a Maggio.
Noi auspichiamo invece che San Giuseppe venga venerato non solo quale protettore dei papà naturali, ma anche come patrono dei genitori adottivi; e poi ancora quale protettore di tutti quegli uomini , religiosi o laici, che si preoccupano di formare e di educare i giovani loro affidati.
Così San Giuseppe può essere onorato come modello sia da parte dei “curati “ ( i sacerdoti che si prendono cura dei loro parrocchiani), sia da parte di monaci e frati che vengono chiamati con l’ appellativo di “ Padre”, perchè considerati come genitori spirituali ; modello anche per i maestri , celibi o sposati che siano, i quali trattano paternamente i discepoli come se fossero loro figli.
VENERDI' 10-3-06 DI VINCENZO DAVOLI