NOTE BIOGRAFICHE SU Vincenzo Scrivo
AUTORE DELLA STATUA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
CHE SI VENERa a francavilla angitola
Nipote di Antonio Scrivo, nacque nella seconda metà del 1700 e morì nella prima metà dell'800, mentre viaggiava verso l'America. Scolpì le statue dell'Immacolata e del S. Raffaele, che si trovano nella chiesa matrice di Serra.
È sua anche la bella statua del SS. Salvatore che si venera a Pazzano (RC): sulla base porta la seguente iscrizione VINCENTIUS SCRIVO CIVITATIS SERRAE CONDIDIT DIE SEPTIMA AUGUSTI 1797.
Si attribuiscono a lui anche l'Assunta e il S. Rocco di Pazzano: le ragioni di tale attribuzione sono sia lo stesso modo di scolpire che i colori usati per dipingere le statue. Queste ultime due statue non portano nessuna data.
Nel 1798-99 disegnò l'altare maggiore della chiesa di Spinetto in Serra. Il lavoro fu eseguito da mastro Raffaele De Francesco.
Altri suoi lavori sono la statua della Madonna delle Grazie di Francavilla; la statua di S. Francesco di Paola a Vazzano; la statua di S. Maria Annunziata a S. Angelo di Gerocarne; la statua della Immacolata di Tritanti (1793); la statua della Madonna dell'Itria a Polistena (1798), la statua della Madonna del Carmine a Cinquefrondi (1798); altre statue ad Anoia e Mongiana; il gruppo statuario di S. Michele Arcangelo di Cinquefrondi (1803 ca). Quest'ultimo lavoro merita qualche parola in più.
Un giorno lo Scrivo andò a Cinquefrondi per farsi visitare dal dott. Vincenzo Mammola
(nato nel 1743 e morto il 4 marzo 1832): aveva due cateratte e non riusciva più a scolpire. Il medico gli disse che era necessario operare e rimanere alcuni giorni, con gli occhi bendati, a Cinquefrondi. Lo scultore rispose che non aveva né soldi per l'operazione né parenti presso cui rimanere. Il medico lo rassicurò: lo avrebbe ugualmente operato e ospitato. Dopo qualche tempo lo scultore ritornò, si fece operare e fu ospitato dal medico per dodici giorni.
Durante i giorni della convalescenza, il medico gli parlò della devozione che egli aveva per S. Michele. A1 momento di partire per Serra, lo Scrivo chiese al dottore cosa poteva fare per sdebitarsi delle cortesie ricevute. Ed il medico rispose che desiderava una statuetta in legno dell'Arcangelo Michele. Dopo tre anni lo scultore serrese mantenne la promessa e mandò, su un carro trainato da buoi, non una statuetta ma una statua a grandezza naturale di S. Michele che sconfigge Satana. La statua è in legno di olmo e misura m. 2,00.
Fu restaurata da: Raffaele Salerno nel 1865; da Salvatore Salerno nel 1897; di Salvatore Salerno e figlio nel 1925. Il restauro ultimo è stato compiuto da Francesco Marafioti (Monasterace) nel 1996.
TRATTO DA LEONARDO CALABRETTA “SERRA SAN BRUNO”
SUD GRAFICA VOL. I PAG. 220